Ospiti turchi in Comune per imparare il modello di lavoro vicentino: dopo il presunto oppositore violento venezuelano, Vicenza si apre anche alla Turchia “dura e pura” di Erdogan?
Giovedi 24 Novembre 2016 alle 12:06 C'erano ospiti speciali dalla Turchia durante la giornata del 23 novembre negli uffici di “Cercando il lavoro†del Comune di Vicenza. Per uno scambio di informazioni sui rispettivi servizi e per approfondire la conoscenza del mercato del lavoro vicentino, oltre che studiare alcuni modelli innovativi, è arrivata in città una delegazione di dirigenti ed esperti del Centro per l’Impiego di Canakele. A parlare per Vicenza è stato Juri Devigili (nella foto a destra mentre si scambia doni con il capo delegazione turco), coordinatore responsabile del progetto vicentino che ha spiegato come è nato e i risultati ottenuti, fornendo anche un quadro del mercato del lavoro in Italia e sui motivi per cui le persone disoccupate fanno fatica a rimettersi in gioco, toccando anche il tema dell'influenza del mancato dialogo tra scuola e mondo del lavoro.			
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			C'erano ospiti speciali dalla Turchia durante la giornata del 23 novembre negli uffici di “Cercando il lavoro†del Comune di Vicenza. Per uno scambio di informazioni sui rispettivi servizi e per approfondire la conoscenza del mercato del lavoro vicentino, oltre che studiare alcuni modelli innovativi, è arrivata in città una delegazione di dirigenti ed esperti del Centro per l’Impiego di Canakele. A parlare per Vicenza è stato Juri Devigili (nella foto a destra mentre si scambia doni con il capo delegazione turco), coordinatore responsabile del progetto vicentino che ha spiegato come è nato e i risultati ottenuti, fornendo anche un quadro del mercato del lavoro in Italia e sui motivi per cui le persone disoccupate fanno fatica a rimettersi in gioco, toccando anche il tema dell'influenza del mancato dialogo tra scuola e mondo del lavoro.			
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			Giornata della memoria, le iniziative a Vicenza
Venerdi 22 Gennaio 2016 alle 16:10 
				
			
			
			Comune di Vicenza
Il  27 gennaio verrà celebrata la Giornata della memoria istituita dal  Parlamento nel 2000 in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni, nei  campi nazisti, del popolo ebraico, ma anche di Sinti, Rom, disabili,  Testimoni di Geova, omosessuali, oppositori politici. Il 27 gennaio 1945  infatti le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono ad Auschwitz e  aprirono i cancelli del campo di sterminio.
Anteprima su Erevan, ovvero la Ragion di Stato e i delitti in suo nome
Lunedi 17 Agosto 2009 alle 08:00
 Uscirà in inverno, per i tipi di Neri Pozza, l'ultimo romanzo di Gilbert Sinoué, Erevan, che sto traducendo in questi giorni: un'interessante e commossa ricostruzione del genocidio del popolo armeno perpetrato in Turchia negli anni 1915/1916* . Di quell'evento mostruoso - non certo il primo, nella storia europea, ma di particolare interesse, perché per la prima volta si teorizzò in modo ‘moderno' e scientifico la distruzione di un intero popolo e della sua cultura - oggi in Turchia è proibito parlare. Sepolto sotto una montagna di menzogne e falsificazioni storiche, il solo nominarlo viene considerato un attentato all'onore nazionale, e chiunque si azzardi a farlo viene, se gli va bene, esiliato o ridotto al silenzio, se gli va male, ‘rieducato' con metodi molto più drastici. Lascio alla penna di Sinoué raccontare di quei giorni atroci, ma, prima di dare appuntamento ai lettori in libreria, permettetemi una breve nota, le cui considerazioni di fondo troveranno anch'esse sviluppo nel romanzo.
Uscirà in inverno, per i tipi di Neri Pozza, l'ultimo romanzo di Gilbert Sinoué, Erevan, che sto traducendo in questi giorni: un'interessante e commossa ricostruzione del genocidio del popolo armeno perpetrato in Turchia negli anni 1915/1916* . Di quell'evento mostruoso - non certo il primo, nella storia europea, ma di particolare interesse, perché per la prima volta si teorizzò in modo ‘moderno' e scientifico la distruzione di un intero popolo e della sua cultura - oggi in Turchia è proibito parlare. Sepolto sotto una montagna di menzogne e falsificazioni storiche, il solo nominarlo viene considerato un attentato all'onore nazionale, e chiunque si azzardi a farlo viene, se gli va bene, esiliato o ridotto al silenzio, se gli va male, ‘rieducato' con metodi molto più drastici. Lascio alla penna di Sinoué raccontare di quei giorni atroci, ma, prima di dare appuntamento ai lettori in libreria, permettetemi una breve nota, le cui considerazioni di fondo troveranno anch'esse sviluppo nel romanzo. 
 
  
			
 
		
		
	 
				     
				     
				     
				    