Archivio per tag: Sonatrach
	
	
			
							
					Categorie: Fatti				
			
			
			
							
				 Ragionamenti, supposizioni, ipotesi a volte. Certezze anche, di parte ovviamente. Per scansare il peso dell'accusa di corruzione internazionale. Quasi cinque ore. Tanto è durato ieri l'interrogatorio in aula di Paolo Scaroni (il manager vicentino è da circa un anno presidente dell'Istituto di Storia di Vicenza, ndr) ex ad di Eni, imputato nel processo milanese su Saipem e la maxi tangente da 198 milioni di dollari spesa, sostiene l'accusa, per ottenere sette commesse petrolifere in Algeria attraverso la Sonatrach, ente dello stesso Stato algerino. La Procura lo inchioderebbe per i suoi incontri (tre) con Farid  Bedjaoui, segretario personale dell'allora ministro del petrolio Chekib  Khelil, nonché riferimento della Pearl Partners ltd, società che,  sostiene il pm, ha incassato il mazzettone.			
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			Ragionamenti, supposizioni, ipotesi a volte. Certezze anche, di parte ovviamente. Per scansare il peso dell'accusa di corruzione internazionale. Quasi cinque ore. Tanto è durato ieri l'interrogatorio in aula di Paolo Scaroni (il manager vicentino è da circa un anno presidente dell'Istituto di Storia di Vicenza, ndr) ex ad di Eni, imputato nel processo milanese su Saipem e la maxi tangente da 198 milioni di dollari spesa, sostiene l'accusa, per ottenere sette commesse petrolifere in Algeria attraverso la Sonatrach, ente dello stesso Stato algerino. La Procura lo inchioderebbe per i suoi incontri (tre) con Farid  Bedjaoui, segretario personale dell'allora ministro del petrolio Chekib  Khelil, nonché riferimento della Pearl Partners ltd, società che,  sostiene il pm, ha incassato il mazzettone.			
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Il processo Saipem a Scaroni, Il Fatto: le contraddizioni del manager vicentino imputato per la maxitangente algerina
Martedi 12 Settembre 2017 alle 08:16 Ragionamenti, supposizioni, ipotesi a volte. Certezze anche, di parte ovviamente. Per scansare il peso dell'accusa di corruzione internazionale. Quasi cinque ore. Tanto è durato ieri l'interrogatorio in aula di Paolo Scaroni (il manager vicentino è da circa un anno presidente dell'Istituto di Storia di Vicenza, ndr) ex ad di Eni, imputato nel processo milanese su Saipem e la maxi tangente da 198 milioni di dollari spesa, sostiene l'accusa, per ottenere sette commesse petrolifere in Algeria attraverso la Sonatrach, ente dello stesso Stato algerino. La Procura lo inchioderebbe per i suoi incontri (tre) con Farid  Bedjaoui, segretario personale dell'allora ministro del petrolio Chekib  Khelil, nonché riferimento della Pearl Partners ltd, società che,  sostiene il pm, ha incassato il mazzettone.			
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			Ragionamenti, supposizioni, ipotesi a volte. Certezze anche, di parte ovviamente. Per scansare il peso dell'accusa di corruzione internazionale. Quasi cinque ore. Tanto è durato ieri l'interrogatorio in aula di Paolo Scaroni (il manager vicentino è da circa un anno presidente dell'Istituto di Storia di Vicenza, ndr) ex ad di Eni, imputato nel processo milanese su Saipem e la maxi tangente da 198 milioni di dollari spesa, sostiene l'accusa, per ottenere sette commesse petrolifere in Algeria attraverso la Sonatrach, ente dello stesso Stato algerino. La Procura lo inchioderebbe per i suoi incontri (tre) con Farid  Bedjaoui, segretario personale dell'allora ministro del petrolio Chekib  Khelil, nonché riferimento della Pearl Partners ltd, società che,  sostiene il pm, ha incassato il mazzettone.			
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