Vedendo l'evolversi delle vicende della Banca Popolare di Vicenza e quelle parallele di Veneto Banca, esaminandole, verificandole, raccontandole dal 2010 in poi ci siamo fatti mano a mano l'idea e sempre più il convincimento che la ormai ex popolare di Montebelluna sia stata sacrificata dal "sistema" di interessi sull'altare dell'ora ugualmente defunta Popolare vicentina. Se i vertici trevigiani hanno commesso gli errori, che sono loro addebitai, e/o compiuto gli atti illeciti, di cui sono accusati, quelli vicentini, secondo noi e chi legge le carte e il loro retro, ne hanno progettati e realizzati a spanne 100 volte di più.Â
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"RiMar, oltre 40 anni d'inquinamento da Pfoa. La relazione dell'esperto. L'audizione in novembre di Altissimo.L'azienda fondata da Gianni Marzotto (poi Miteni) iniziò a produrre l'acido dal 1966 E il caso Btf svela particolari": con questi, rispettivamente, titolo, occhiello e sommario oggi, finalmente, anche Il Giornale di Vicenza scrive dell'azienda dei RiMar (la sigla sta per Ricerche Marzotto) che da lungo tempo (e tante volte) VicenzaPiù ha denunciato come artefice primigenio dell'inquinamento da Pfas e la cui proprietà , Marzotto, ha un cognome dalle nostre parti pronunciabile solo in caso si lodi e inchini (nella foto Gianni Marzotto con un'auto sfasciata, ndr).
Un attacco sistematico con notizie false - scrive la Miteni nella nota che pubblichiamo come risposta al comunicato di Grenpeace riportato in fondo* - è quello che Greenpeace sta compiendo da mesi contro Miteni (nella foto un sit in a Venezia, ndr). Dopo avere pubblicato un report su Miteni con dati economici errati avendo omesso volontariamente di citare intere pagine dei bilanci pubblici della proprietà , e dopo avere diffuso notizie del tutto false sul GenX in relazione a efficienza del trattamento e quantità , ora Greenpeace chiede addirittura il sequestro citando sostanze, rilevate nei terreni e comunicate dalla stessa azienda nel 2013, che nemmeno fanno parte del ciclo produttivo dello stabilimento.
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Avete letto e sentito gli articoli e i servizi in ricordo di Pietro Marzotto dopo la sua morte? Avete notato come si scrive e si afferma della grandezza del "conte"? E di come si fa capire della sua democraticità del suo essere "liberale" ma, tutto sommato, di sinistra? E avete capito che tutti gli osanna e le lodi sono, di fatto, un riconoscimento alla Marzotto in quanto impresa "vicina ai lavoratori"? Un'azienda "democratica", paternalista, certo, ma che ha fatto tanto bene alla comunità . Scuole, servizi, mecenatismo...
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Cittadini, comitati e associazioni del Movimento No Pfas tornano oggi sulla manifestazione del 22 aprile DifendiAmo Madre Terra rispondendo alla presa di posizione dello stesso giorno della Miteni in cui l'azienda di Trissino sostiene fondamentalmente che "chiudere l'azienda sarebbe un danno" perchè "le acque che escono sono più pulite di quelle che entrano". «Quella del 22 aprile - replica il Movimento No Pfas - non è stata solo una manifestazione simbolica, bensì la denuncia di un crimine ambientale che la popolazione delle terre contaminate da PFAS in Veneto sta subendo tuttora».
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«Il procuratore capo di Vicenza Cappelleri ha incontrato le Mamme No Pfas il 18 aprile. Affermazione da chiarire se vera: "ha detto che Miteni inquinava sapendo di inquinare"»: abbiamo titolato così stamattina riferendo della nota della, giustamente, combattiva associazione di mamme: di fronte alle minacce alla salute dei propri figli, quasi, tutto è comprensibile. La premessa alla pubblicazione della nota è stata la centro dell'incontro che il procuratore stamattina ci ha prontamente concesso.
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Il 19 aprile 1968, a Valdagno venne abbattuta la statua di Gaetano Marzotto. I quasi seimila lavoratori di Valdagno e Maglio erano scesi in sciopero e lottavano per opporsi alle condizioni imposte dall'azienda. Condizioni che peggioravano salario, salute e posti di lavoro. Di quella lotta si scrisse: "l'unità operaia-popolare ha spezzato il sistema feudale di Marzotto e ha fondato un sistema di forze nuove che ha visto legati i commercianti, gli studenti e i contadini alla classe sfruttata dei lavoratori della fabbrica; la città nuova, la Valdagno democratica nasce lì".
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Dopo la diffusione dei dati dell'Arpav, che imputa alla Miteni solo l'1% di immissioni contenenti Pfas all'uscita del collettore Arica, e alla vigilia della manifestazione annunciato per domenica 22 aprile "intorno" alla Miteni abbiamo intervistato al riguardo Antonio Nardone, amministratore dlegato dell'azienda di Trissino. Qui vi proponiamo il video e di seguito la sua trascrizione integrale. Il "linguaggio" del video e quello delle parole può aiutare a orientarsi un po' di più.
Tra le prese di posizione delle associazioni e delle persone preoccupate per gli effetti dei Pfas, le prese di posizione dei politici sotto campagna elettorale, i rimpalli tra governo centrale e regione Veneto, tutte situazioni riportate da VicenzaPiù nella speranza e nell'attesa che ci sia un pronunciamento indiscutibile e definitivo, abbiamo recentememte sentito ancheAntonio Nardone, Ad della Miteni, per fargli quelle domande e conoscere quelle risposte che tutti dicono di attendere ma "subendo", perciò, insulti da alcuni facebook-omani che confondono la libertà di scrivere sui social con l'attendibilità scientifica di quelo che vi viene scritto.
È sicuramente molto delicata la questione Pfas incentrata prima nell'area di Trissino e sull'azienda Miteni e poi allargatasi geograficamente a vaste aree dell'Italia e a cause che non si limitano alla fabbrica locale ma vanno almeno ricercate nei prodotti a base di Pfas non più provenienti dalla Miteni ma acquistati altrove sul mercato dagli utilizzatori e nei rifiuti tossici della Ricerche Marzotto, la vecchia Rimar, su cui è stato edificato il sito produttivo attuale e che ha lasciato in quei terreni di tutto e di più anche perchè le leggi del passato erano diverse e, magari, le "tolleranze" locali, tecniche e politiche, maggiori...