Archivio per tag:  Popolare Etruria
	
	
			
							
					Categorie: Banche				
			
			
			
							
				 Maledetto  bail-in. L’applicazione di un principio semplice, chiaro e  pienamente condivisibile — chi sbaglia paga e chi investe i propri  soldi nel capitale di rischio di un’azienda non deve farne ricadere gli  effetti (quando sono negativi) sulla comunità dei contribuenti — si è  trasformato in un pasticcio che mina le basi del sistema creditizio  nazionale. Un anno fa, domenica 22  novembre 2015, proprio per evitare gli effetti della norma sul Bail-in  che sarebbe entrata in vigore a gennaio 2016 il governo, con la Banca  d’Italia e la fattiva è indispensabile collaborazione delle maggiori  banche italiane — con discutibile astensione degli istituti esteri —  risolse la pratica che riguardava le quattro banche in grave dissesto,  separandone i crediti inesigibili dalle attività  in bonis, e affidando  queste ultime a Roberto Nicastro, perché arrivasse il più rapidamente  possibile a una vendita capace di restituire agli investitori almeno una  parte di quei 1.800 milioni di euro versati per il salvataggio.			
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			Maledetto  bail-in. L’applicazione di un principio semplice, chiaro e  pienamente condivisibile — chi sbaglia paga e chi investe i propri  soldi nel capitale di rischio di un’azienda non deve farne ricadere gli  effetti (quando sono negativi) sulla comunità dei contribuenti — si è  trasformato in un pasticcio che mina le basi del sistema creditizio  nazionale. Un anno fa, domenica 22  novembre 2015, proprio per evitare gli effetti della norma sul Bail-in  che sarebbe entrata in vigore a gennaio 2016 il governo, con la Banca  d’Italia e la fattiva è indispensabile collaborazione delle maggiori  banche italiane — con discutibile astensione degli istituti esteri —  risolse la pratica che riguardava le quattro banche in grave dissesto,  separandone i crediti inesigibili dalle attività  in bonis, e affidando  queste ultime a Roberto Nicastro, perché arrivasse il più rapidamente  possibile a una vendita capace di restituire agli investitori almeno una  parte di quei 1.800 milioni di euro versati per il salvataggio.			
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		Bail-in, Corriere Economia: "tecnoburocrati hanno visione computistica dell'Europa". I casi delle Popolari
Lunedi 21 Novembre 2016 alle 10:09 Maledetto  bail-in. L’applicazione di un principio semplice, chiaro e  pienamente condivisibile — chi sbaglia paga e chi investe i propri  soldi nel capitale di rischio di un’azienda non deve farne ricadere gli  effetti (quando sono negativi) sulla comunità dei contribuenti — si è  trasformato in un pasticcio che mina le basi del sistema creditizio  nazionale. Un anno fa, domenica 22  novembre 2015, proprio per evitare gli effetti della norma sul Bail-in  che sarebbe entrata in vigore a gennaio 2016 il governo, con la Banca  d’Italia e la fattiva è indispensabile collaborazione delle maggiori  banche italiane — con discutibile astensione degli istituti esteri —  risolse la pratica che riguardava le quattro banche in grave dissesto,  separandone i crediti inesigibili dalle attività  in bonis, e affidando  queste ultime a Roberto Nicastro, perché arrivasse il più rapidamente  possibile a una vendita capace di restituire agli investitori almeno una  parte di quei 1.800 milioni di euro versati per il salvataggio.			
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			Maledetto  bail-in. L’applicazione di un principio semplice, chiaro e  pienamente condivisibile — chi sbaglia paga e chi investe i propri  soldi nel capitale di rischio di un’azienda non deve farne ricadere gli  effetti (quando sono negativi) sulla comunità dei contribuenti — si è  trasformato in un pasticcio che mina le basi del sistema creditizio  nazionale. Un anno fa, domenica 22  novembre 2015, proprio per evitare gli effetti della norma sul Bail-in  che sarebbe entrata in vigore a gennaio 2016 il governo, con la Banca  d’Italia e la fattiva è indispensabile collaborazione delle maggiori  banche italiane — con discutibile astensione degli istituti esteri —  risolse la pratica che riguardava le quattro banche in grave dissesto,  separandone i crediti inesigibili dalle attività  in bonis, e affidando  queste ultime a Roberto Nicastro, perché arrivasse il più rapidamente  possibile a una vendita capace di restituire agli investitori almeno una  parte di quei 1.800 milioni di euro versati per il salvataggio.			
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					Categorie: Banche, Economia&Aziende				
			
			
			
							
				 Dopo che per Veneto Banca la Procura di Roma ha accelerato i suoi passi con i domiciliari per Vincenzo Consoli, il sequestro dei suoi beni e l'iscrizione nel registro degli indagati di altri 14 presunti corresponsabili della sua mala gestio (inclusi i sindaci della banca) tocca alla magistratura di Vicenza cercare, documentare e punire le indubbie e pesanti responsabilità di chi (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) ha gestito la Banca Popolare di Vicenza, che con Veneto Banca è una delle tre tipologie di banche in crisi (le altre due sono quella del "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti  e quella del più grande ma singolo MPS).			
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			Dopo che per Veneto Banca la Procura di Roma ha accelerato i suoi passi con i domiciliari per Vincenzo Consoli, il sequestro dei suoi beni e l'iscrizione nel registro degli indagati di altri 14 presunti corresponsabili della sua mala gestio (inclusi i sindaci della banca) tocca alla magistratura di Vicenza cercare, documentare e punire le indubbie e pesanti responsabilità di chi (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) ha gestito la Banca Popolare di Vicenza, che con Veneto Banca è una delle tre tipologie di banche in crisi (le altre due sono quella del "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti  e quella del più grande ma singolo MPS).			
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		Tre tipologie di crisi banche, parte II: oltre che per Etruria e MPS anche per BPVi e Veneto Banca le soluzioni attuali mettono a rischio tutto un sistema già debole di suo
Martedi 16 Agosto 2016 alle 00:42 Dopo che per Veneto Banca la Procura di Roma ha accelerato i suoi passi con i domiciliari per Vincenzo Consoli, il sequestro dei suoi beni e l'iscrizione nel registro degli indagati di altri 14 presunti corresponsabili della sua mala gestio (inclusi i sindaci della banca) tocca alla magistratura di Vicenza cercare, documentare e punire le indubbie e pesanti responsabilità di chi (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) ha gestito la Banca Popolare di Vicenza, che con Veneto Banca è una delle tre tipologie di banche in crisi (le altre due sono quella del "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti  e quella del più grande ma singolo MPS).			
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			Dopo che per Veneto Banca la Procura di Roma ha accelerato i suoi passi con i domiciliari per Vincenzo Consoli, il sequestro dei suoi beni e l'iscrizione nel registro degli indagati di altri 14 presunti corresponsabili della sua mala gestio (inclusi i sindaci della banca) tocca alla magistratura di Vicenza cercare, documentare e punire le indubbie e pesanti responsabilità di chi (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) ha gestito la Banca Popolare di Vicenza, che con Veneto Banca è una delle tre tipologie di banche in crisi (le altre due sono quella del "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti  e quella del più grande ma singolo MPS).			
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					Categorie: Banche				
			
			
			
							
				 Si può fare, approfittando delle "slow news" ferragostane, qualche riflessione sulle diverse evoluzioni delle tre tipologie di crisi bancarie (il "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti, la coppia Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il più grande ma singolo MPS) che hanno "colpito" finora l'Italia e a cui, in misura diversa, ma sempre consistente, hanno contribuito indubbie e pesanti responsabilità di quelli che (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) hanno gestito le tre tipologie di banche in crisi. Qui da noi, in particolare, dovrà cercarle, documentarle e punirle la magistratura di Vicenza,  il cui forte impegno del pool designato da Antonino Cappelleri va stimolato e supportato di più sia dai soci traditi dalla BPVi (per Veneto Banca la Procura di Roma ha già accelerato) che dalla stampa locale, quella indipendente, ovviamente,  dopo che quella schierata ha fatto solo disinformazione nel caso migliore o si è mostrata "collaborazionista" con chi ha causato perdite agli azionisti per circa 11 miliardi complessivi e danni indotti al territorio che la Repubblica tempo fa ha valutato in 40 miliardi.			
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			Si può fare, approfittando delle "slow news" ferragostane, qualche riflessione sulle diverse evoluzioni delle tre tipologie di crisi bancarie (il "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti, la coppia Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il più grande ma singolo MPS) che hanno "colpito" finora l'Italia e a cui, in misura diversa, ma sempre consistente, hanno contribuito indubbie e pesanti responsabilità di quelli che (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) hanno gestito le tre tipologie di banche in crisi. Qui da noi, in particolare, dovrà cercarle, documentarle e punirle la magistratura di Vicenza,  il cui forte impegno del pool designato da Antonino Cappelleri va stimolato e supportato di più sia dai soci traditi dalla BPVi (per Veneto Banca la Procura di Roma ha già accelerato) che dalla stampa locale, quella indipendente, ovviamente,  dopo che quella schierata ha fatto solo disinformazione nel caso migliore o si è mostrata "collaborazionista" con chi ha causato perdite agli azionisti per circa 11 miliardi complessivi e danni indotti al territorio che la Repubblica tempo fa ha valutato in 40 miliardi.			
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Tre tipologie di crisi bancarie, parte I: per Etruria, BPVi e MPS pagano sempre i soci, ma in misura diversa. Apparentemente
Lunedi 15 Agosto 2016 alle 00:07 Si può fare, approfittando delle "slow news" ferragostane, qualche riflessione sulle diverse evoluzioni delle tre tipologie di crisi bancarie (il "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti, la coppia Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il più grande ma singolo MPS) che hanno "colpito" finora l'Italia e a cui, in misura diversa, ma sempre consistente, hanno contribuito indubbie e pesanti responsabilità di quelli che (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) hanno gestito le tre tipologie di banche in crisi. Qui da noi, in particolare, dovrà cercarle, documentarle e punirle la magistratura di Vicenza,  il cui forte impegno del pool designato da Antonino Cappelleri va stimolato e supportato di più sia dai soci traditi dalla BPVi (per Veneto Banca la Procura di Roma ha già accelerato) che dalla stampa locale, quella indipendente, ovviamente,  dopo che quella schierata ha fatto solo disinformazione nel caso migliore o si è mostrata "collaborazionista" con chi ha causato perdite agli azionisti per circa 11 miliardi complessivi e danni indotti al territorio che la Repubblica tempo fa ha valutato in 40 miliardi.			
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