Corte Costituzionale: comunicato sulla bocciatura parziale del Legittimo impedimento
Giovedi 13 Gennaio 2011 alle 19:20 Ecco il testo del comunicato della Consulta: "La Corte costituzionale, giudicando delle questioni di legittimità costituzionale relative alla legge n. 51 del 2010, in materia di impedimento a comparire in udienza del Presidente del Consiglio dei ministri, ha deciso quanto segue:
				
			
			
			Ecco il testo del comunicato della Consulta: "La Corte costituzionale, giudicando delle questioni di legittimità costituzionale relative alla legge n. 51 del 2010, in materia di impedimento a comparire in udienza del Presidente del Consiglio dei ministri, ha deciso quanto segue: -E' illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 138 della Costituzione, l'art. 1, comma 4, relativo all'ipotesi di impedimento continuativo e attestato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri;
Continua a leggereLangella:affaire Brancher,(il)legittimo impedimento
Domenica 27 Giugno 2010 alle 11:21 Giorgio Langella  -  Come volevasi dimostrare. Nominato poco più di una settimana fa ministro di "non si sa bene cosa", Brancher (nella foto Il Corriere del Veneto) ha preteso di non farsi processare invocando il legittimo impedimento. Per fortuna la Presidenza della Repubblica ha mandato una nota che, di fatto, censurava la posizione del neoministro. Il PM del processo, dicendo testualmente che si sentiva preso in giro dal ministro, ieri ha chiesto alla Corte di respingere la pretesa di Brancher.			
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			Giorgio Langella  -  Come volevasi dimostrare. Nominato poco più di una settimana fa ministro di "non si sa bene cosa", Brancher (nella foto Il Corriere del Veneto) ha preteso di non farsi processare invocando il legittimo impedimento. Per fortuna la Presidenza della Repubblica ha mandato una nota che, di fatto, censurava la posizione del neoministro. Il PM del processo, dicendo testualmente che si sentiva preso in giro dal ministro, ieri ha chiesto alla Corte di respingere la pretesa di Brancher.			
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			Siamo ancora cittadini?
Mercoledi 7 Aprile 2010 alle 21:06
E così il presidente Napolitano ha promulgato il disegno di legge sul legittimo impedimento.
Un altro tassello nella sistematica distruzione della costituzione (ormai ci impongono di scriverla in minuscolo). Un altro passo verso la disuguaglianza, l'arbitrio e l'arroganza. 
Presidente del consiglio e ministri si salvano da eventuali processi e da quelli in corso per 18 mesi ... il tempo necessario per fare un nuovo "lodo Alfano" questa volta per via costituzionale. 
E hanno ottenuto l'avvallo del capo dello stato (ormai è meglio scriverlo in minuscolo). 
Da quando sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ci saranno cittadini (neppure eletti, ma nominati) che saranno privilegiati nei confronti di una giustizia (ormai ci impongono di scriverla in minuscolo) che non potrà più essere uguale per tutti.
Ci dobbiamo rassegnare? Non penso proprio. Ne va del futuro di ognuno di noi. 
Giorgio Langella 
Federazione della Sinistra, Prc, PdCI
Continua a leggereTre notizie e tre commenti
Giovedi 4 Febbraio 2010 alle 21:16
1.- Dalla "casta" alla "corte"
La camera dei deputati ha approvato ieri il cosiddetto "legittimo impedimento" (con voto favorevole di PDL e Lega e l'astensione dell'UDC). In base a questa nuova legge (quando, con tutta probabilità, sarà approvata anche dal Senato) il presidente del consiglio e i ministri possono non comparire nelle udienze dei processi a loro carico che sarebbero "sospesi" per tutto il periodo da loro stessi indicato in una specie di "autocertificazione". 
A scanso di equivoci e di falsi populismi, è bene ricordare che, in Italia, i ministri e il presidente del consiglio non sono eletti direttamente ma designati e/o nominati. Chi occupa cariche di governo (e,comunque, anche chi è eletto dal popolo alla pari di qualsiasi cittadino) dovrebbe rispondere alle imputazioni che gli venissero rivolte da parte della Giustizia. Anche a quelle che ritiene ingiuste. Dovrebbe, anzi, pretendere un giudizio veloce (una specie di corsia preferenziale) per dimostrare il più rapidamente possibile e senza ombra alcuna, la propria innocenza, l'estraneità ai fatti imputati e la propria specchiata onestà. 
Il legittimo impedimento (o, meglio, l'illegittima impunità) è, invece, un privilegio che trasforma la cosiddetta "casta" in una vera e propria "corte del sovrano".
Una decadenza di costumi, morale ed etica da "basso impero".
2.- A proposito di assenteisti e fannulloni Il ministro Brunetta si candida a sindaco di Venezia. Essere Sindaco di una città come Venezia non è un incarico da poco. Prevede un impegno a tempo pieno.
Ma Brunetta dichiara, che, se eletto, non lascerà l'incarico di ministro. Sorge un dubbio: come farà il ministro "anti-fannulloni" ad esercitare con la dedizione dovuta il suo ruolo di sindaco se resta ministro?
In uno dei due "uffici" (a Venezia e a Roma) Brunetta sarà evidentemente assente e quindi assenteista.
E, forse, "fannullone".
3.- Meritocrazia dinastica (dal cavallo dell'imperatore Caligola alla "trota padana")
Renzo Bossi, il figlio del "senatur/ministro" Umberto, è stato candidato alle elezioni regionali della Lombardia (collegio di Brescia). Addirittura, alcuni giornali scrivono di lui come del futuro assessore allo sport della regione Lombardia. 
Renzo Bossi è quel giovane rampollo (definito "trota" dal padre Umberto) che detiene un "bel"
record di bocciature (tre) all'esame di stato (ex "maturità"). Evidentemente, ha competenze eccezionali anche se, altrettanto evidentemente, molto ben nascoste. 
O, forse, l'unico suo merito è l'essere figlio dell'Umberto leader della Lega? Una sorta di merito
dinastico che supera quelli veri e le competenze accertate dei comuni cittadini. 
Un chiaro esempio di come chi ci governa intende la meritocrazia. 
Queste tre notizie sono strettamente legate tra loro. Evidenziano che nel nostro Paese esiste, e grave, una "questione morale". 
La stessa che Enrico Berlinguer denunciò nel lontano 1981. 
Una "questione morale" che dovrebbe preoccupare ognuno di noi e che dovrebbe essere affrontata con la giusta decisione. Chi governa l'Italia pone particolare (se non unica) attenzione alla propria impunità e alla volontà di occupare un sempre maggiore numero di "poltrone" ben remunerate. 
È lo smantellamento sistematico della Costituzione, un uso padronale e personalistico del potere. 
Queste "manovre" atte a "mettere in sicurezza" ministri e loro parenti risultano offensive nei confronti dei lavoratori che, oggi più che mai, sono costretti a lottare in difesa del proprio lavoro e nei confronti di tutti quei cittadini che faticano a vivere decorosamente con salari e pensioni totalmente insufficienti. 
Giorgio Langella
 
 

 
		
		
	 
				     
				     
				     
				    