Lunedì: Uil, Sacconi, welfare e federalismo
Sabato 19 Dicembre 2009 alle 08:15Uil Vicenza  Â
Dalla crisi alla sfida riformista: riflessioni su Welfare e Federalismo
Lunedì a Vicenza il Ministro Sacconi. La Uil del Veneto chiama a raccolta gli interlocutori più importanti per riflettere su un nuovo protagonismo sociale e sul riformismo nel XXI secolo
In Italia si parla da trent'anni di riforma federalista, ma pochissimo si è ragionato su come questa impatta sul nostro sistema di Welfare e sulle ipotesi di ristrutturazione che lo interessano. E' partendo da questa considerazione che lunedì 21 dicembre la Uil del Veneto chiama a raccolta in Camera di Commercio a Vicenza politici, esperti, sindacalisti, imprenditori e rappresentanti di importanti realtà impegnate nel sociale. Un incontro al quale parteciperà il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi e che dovrebbe essere chiuso dal segretario generale Uil Luigi Angeletti. L'appuntamento è dalle ore 9,30 in Sala Marzotto, nella sede della Camera di Commercio in corso Fogazzaro, 37.
Da mesi infatti la Uil ha avviato a livello nazione una riflessione e un confronto sulle prospettive del riformismo nel nuovo secolo, prospettive rispetto alle quali il sindacato intende rivestire un ruolo importante. "Ci chiediamo come la crisi possa costituire non solo un momento di grande difficoltà , ma anche un'occasione per orientare in senso riformista la trasformazione in atto" spiega Paolo Pirani, segretario confederale Uil.
All'interno di un itinerario di incontri che ha coinvolto diversi territori d'Italia, Vicenza - uno dei cuori pulsanti del Nord-Est - è stata scelta poprio per l'approfondimento sul rapporto fra Welfare e federalismo. Una riflessione che, partendo dalla crisi dello stato sociale, si domanda come si possano ridisegnare i modelli di Welfare al fine di costruire azioni che valorizzino la complementarietà , la bilateralità , la sussidiarietà . Temi sui quali il Nord-Est, per la Uil, può diventare oggi un vero e proprio laboratorio per tutto il paese.
Oltre al Ministro Sacconi e a Gerardo Colamarco, Segretario Generale UIL Veneto, sono previsti gli interventi di Carmelo Barbagallo, Segretario Confederale UIL; Romano Bellissima, Segretario Generale UIL Pensionati; Francesco Borga di Confindustria Veneto; Giuseppe Bortolussi, Segretario CGIA Mestre; Paolo Carcassi, Segretario Confederale UIL; Maurizio Castro, della Commissione Lavoro del Senato; Gianni De Michelis, Presidente IPALMO; Carlo Fiordaliso, Segretario Confederale UIL; Michel Martone, Docente dell'Università di Teramo; Ilario Novella, Presidente della Banca di Credito Cooperativo San Giorgio e Valle Agno; Paolo Pirani, Segretario Confederale UIL; Giovanni Puglisi, Rettore dell'Università IULM; Luca Romano, Direttore di Panel Data; Don Giovanni Sandonà , Delegato delle Caritas Diocesane del Nord Est; Giovanni Torluccio, segretario Generale UIL FPL; Giovanni Tria, docente dell'Università di Roma e Achille Variati, Sindaco di Vicenza. Per le conclusioni è previsto l'intervento di Luigi Angeletti, Segretario Generale UIL.
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Domenica 11 Ottobre 2009 alle 12:00Potete leggere questo articolo sul numero 166 di VicenzaPiù, da ieri in edicola a 50 centesimi e da oggi in distribuzione gratuita in città oppure scaricabile dal sitoÂ
Dalla polemica di Zanzotto contro la Lega un'occasione per riflettere su cosa vuol dire essere veneti. Cioè né italiani, né padani
Non abbiamo letto mai una riga del poeta Andrea Zanzotto nato a Pieve di Soligo, eppure ci sentiamo veneti almeno quanto lui. Non ne facciamo un vanto, quel che vogliamo dire è che la polemica innescata dalle sua invettiva contro la Lega Nord («È come una peste, quella... ») nel salotto televisivo dell'Infedele racchiude un problema ben più importante della schermaglia politica abilmente pianificata dal trombettiere prodiano Gad Lerner: cosa vuol dire essere veneto.
Chiagnere e fottere
Lungi da noi fare gli avvocati difensori del Carroccio. I leghisti, che vanno avanti da più di vent'anni a protestare col miraggio della "libertà " dei Veneti, sono da quindici anni al governo di questa regione e alla loro terza prova come ministri di un esecutivo a Roma, che evidentemente tanto ladrona per loro non è. A Napoli, quando uno si lamenta ma campa alla grande, si dice che "chiagne e fotte".