Dopo mille trattative (mercanteggiamenti?) oggi con la cooptazione all'unanimità di Paola Marini (in fondo* le sue "referenze" di prestigio) si è finalmente completata la cinquina dei membri del cda della Fondazione Roi ingabbiata in uno statuto a dir poco riprovevole, che è stato lasciato in eredità dall'ultimo cda, i cui due membri più discutibili in quanto griffati Gianni Zonin, sono ancora lì (di fatto autonominatisi) e che mette ai margini, con un solo membro nel consiglio, il Comune di Vicenza, proprietario di quei musei civici a cui cui unicamente dovrebbe essere dedicata la creatura del marchese Giuseppe Roi: palazzo Chiericati, Museo del Risorgimento e della Resistenza e Museo Naturalistico Archeologico, a cui si possono aggiungere le attività museali del Teatro Olimpico, della chiesa di S. Corona e quelle della basilica Palladiana.Â
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«La prima non è buona. Il consiglio di amministrazione della Fondazione Roi, chiamato ieri a nominare i nuovi ruoli di presidente e vice, ha prodotto una fumata nera. Ovvero, nessuno dei quattro componenti del nuovo cda è stato indicato nelle figure di vertice, segno di uno stallo, che si è verificato in occasione dell'indicazione di un quinto componente»: così scrive il collega Gian Maria Collicelli sul CorVeneto facendo intuire, come previsto da noi su queste pagine in tempi non sospetti, che i due ex-consiglieri già in quota Zonin e ora imprudentemente (e impudentemente) rinominati, cioè Giovanna Rossi di Schio (Fai - Fondo ambiente italiano) e Mons. Francesco Gasparini (Diocesi di Vicenza), hanno fatto blocco "contro" i nuovi, il direttore dei musei civici del Comune Mauro Passarin (membro di diritto) e Paolo Menti (in quota Accademia olimpica).Â
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Giovanni Rolando interroga il sindaco Francesco Rucco (che è in carica da tre mesi) "per far uscire dalle secche la Fondazione Roi" - scrive Roberto Cattaneo Capo Gruppo Forza Italia nella nota che pubblichiamo. Il Consigliere Rolando non ha mai aperto bocca sui disastri accaduti alla Fondazione Roi nei dieci anni in cui c'è stato un sindaco del suo partito, il quale mai ha denunciato una serie di comportamenti che hanno danneggiato gravemente il patrimonio della Fondazione stessa (cfr. "Roi. La Fondazione demolita").
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«Ferie finite? Ripetiamo appello per cda Fondazione Roi. Vescovo Pizziol stoppi mons. Gasparini; presidente Fai Carandini escluda Giovanna Rossi di Schio: "coprono" Zonin e se stessi»: così il 23 agosto ricordavamo l'appello già fatto il 7 agosto e inviato al vescovo di Vicenza e al presidente del Fai nazionale con l'invito a non confermare nel cda della Fondazione Roi i due consiglieri dell'era Gianni Zonin Mons. Francesco Gasparini, direttore del Museo Diocesano, e la signora Giovanna de Vigili Kreutzemberg Rossi di Schio, presidentessa del Fai di Vicenza, che, designati secondo le voci da Diocesi di Vicenza e Fai nazionale rimarranno nel cda Roi grazie al nuovo statuto da loro stessi studiato e approvato oltre che discutibilmente "vidimato" dalla Regione Veneto. Continua a leggere
Ieri notte ("Giovanni Carlo Federico Villa "fuori" dalla Fondazione Roi, lo comunica Rucco: dove la porterà il nuovo statuto con cda in parte uguale al vecchio? E azioni di responsabilità ?"), a margine della notizia della tardiva "uscita" di Giovanni Carlo Federico Villa dal cda della Fondazione Roi, scrivevamo che "nella convocazione dell'ultimo cda dell'era segnata da Gianni Zonin e, purtroppo, in buona parte perpetuata dall'ultimo presidente Ilvo Diamanti, che ha dovuto, volente o nolente, gestire un consiglio a maggioranza zoniniana, viene data conferma implicita dell'approvazione del nuovo statuto della Roi, già avvenuta senza aver sentito il Comune di Vicenza di fatto destinatario e beneficiario unico con i suoi Musei Civici delle volontà del marchese Giuseppe Roi".
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Pubblicato il 18 alle 19 e riproposto oggi giorno dell'udienza di Zonin contro Coviello. Gianni Zonin - cavaliere fino a quando l'onorificenza non gli dovesse essere revocata o egli stesso non decidesse di rinunciarvi - ha sicuramente a cuore la sua onorabilità (o ciò che eventualmente ne resta, se qualche briciolo ancora ne resta), molto più di ogni preoccupazione per i danni plurimiliardari (parliamo di molti miliardi in euro) che la sua più che ventennale gestione della Banca Popolare di Vicenza ha prodotto, scippando a migliaia di persone, ignare e incolpevoli, tutti i risparmi di una vita.
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Cercheremo con queste riflessioni di accompagnare in maniera "decrittativa" (e riassuntiva) il video integrale della conferenza stampa di martedì 19 giugno del presidente della Fondazione RoiIlvo Diamanti e del suo vice Andrea Valmarana di cui ha già riferito il nostro Edoardo Andrein titolando «"Nasce una "nuova" Fondazione Roi per Ilvo Diamanti: "chiuse alcune vertenze, le altre non dipendono da noi". Valmarana: "perdita di 25 mln sulle azioni BPVi oltre incognita ex cinema Corso, ora statuto blindato"» la sua cronaca immediata accompagnata dalle video interviste dei due protagonisti dell'incontro con la stampa e, soprattutto, della gestione dell'anno e mezzo successivo alla presidenza di Gianni Zonin.