Categorie: Banche
Sabato 26 Marzo 2016 alle 10:59
Mario Gerevini su Il Corriere della Sera
("Popolare Vicenza, maxi bonus al vertice. A Iorio «una tantum all'ingresso». I soldi persi dall'ex calciatore Guidolin e dalla Diocesi, la mappa dei soci") dà man forte alle
nostre rivelazioni sui
soci top 999 della BPVi
L'allenatore ed ex calciatore Francesco Guidolin, oggi in Premier League alla guida del Swansea; l'ente ecclesiastico Provincia Veneta dell'Ordine dei Servi di Maria»; l'imprenditore montenegrino Franjo Ljuljdjuraj, patron di Valtur; la Diocesi di Vicenza; l'imprenditore dell'arredamento Piergiorgio Cattelan; le misteriose finanziarie lussemburghesi Makalu, Broom e Jupiter. Diversi tra loro ma tutti legati dalla sfortuna di essere azionisti, chi più chi meno, della Banca Popolare di Vicenza. Alziamo il velo sul libro soci, mentre la relazione sulle remunerazioni 2015 conferma il maxi stipendio da un milione all'ex presidente Giovanni Zonin. Il nuovo amministratore delegato Francesco Iorio, in carica dal primo giugno, ha ricevuto 878mila euro di fisso e una «una tantum all'ingresso» (in pratica una «buonaentrata») di 1,8 milioni. Il licenziato ex ad Samuele Sorato ha preso 600mila euro più 2 milioni per la «risoluzione del rapporto».
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Sabato 26 Marzo 2016 alle 04:06
Tra "le più truffate" tra le istituzioni che hanno scopi statutari genericamente "a fin di bene" e perciò dovrebbero essere state "clienti" trattati almeno con un minimo di "decenza" da chi ha invece piazzato nei loro portafogli azioni a estremo rischio come quelle della Banca Popolare di Vicenza apparivano finora, mediaticamente, la
Fondazione Roi, che ha visto di fatto azzerarsi il controvalore di oltre 510.201 azioni che a 62,50 euro fanno 31.887.562 euro, la più piccola
Fondazione Mioni (1.437.780 euro per 23.190 titoli) e la "familiare"
Fondazione Emanuela, Luigi e Maria Dalla Vecchia (in pancia 15.695 azioni peri 979.750 euro svaniti). Ma dai "cattivi consigli" e dal flop della azioni della BPVi, oltre ai circa 117.000 piccoli risparmiatori che hanno visto diventare di fatto carta straccia le azioni emesse da un istituto che loro ora chiamano spesso "Banda Popolare di Vicenza", non si è salvata neanche la Diocesi di Vicenza.
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