Zaia: regioni strumento di democrazia reale
Martedi 6 Luglio 2010 alle 18:34 | 0 commenti
Luca Zaia, Regione Veneto -  "La nascita delle Regioni non fu soltanto un atto di decentramento amministrativo o una semplice riforma della burocrazia. Fu il primo risultato reale e concreto di uno Stato istituzionalmente diverso rispetto a quello centralista voluto dalle potenti burocrazie dell'epoca".
Con queste parole il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha aperto il suo discorso al Consiglio regionale convocato in seduta straordinaria a Ca' Corner a Venezia per il quarantesimo anniversario della prima seduta dell'assemblea veneta. "Sgombriamo subito il campo da un equivoco - ha proseguito il presidente - unità dello Stato e autonomia, come ha giustamente sottolineato il Presidente Giorgio Napolitano, non sono in contrapposizione.
L'istituto regionale che ha le sue radici nella natura, nel cuore e nella storia degli italiani, non ha mai lavorato contro lo Stato, ma come un'articolazione necessaria e mai completamente sfruttata di esso. Purtroppo, a questo proposito, il dibattito che si sviluppò fra il 1946 e il 1970 portò a una mediazione che rese impossibile l'attuazione delle idee più innovative dal punto di vista dell'autonomia regionale, idee che avrebbero potuto anticipare di quarant'anni la recente riforma del Titolo V della Costituzione".
Cita Luigi Sturzo, il presidente Zaia quando ricorda che "questa fissazione antica e recente che la Regione possa intaccare l'unità della Patria non solo l'ha resa sul nascere assai contrastata, ma l'ha fatta nascere con tali deficienze e con tali restrizioni che ci vorrà della pena a caratterizzarla e a renderla vitale".
"Nonostante le paure - ha proseguito - nonostante l'opposizione ‘sorda e grigia' che veniva portata all'idea stessa di un decentramento reale dei poteri, quella del 1970 fu la più importante, la più diffusa, la più organica riforma istituzionale della democrazia italiana. Quella riforma consentì agli italiani di vivere meglio. Noi siamo figli di questo secolare e importante movimento. Le Regioni non sono un fine dell'autonomia, ma uno strumento di democrazia reale".
"Lo Stato unitario - ha detto - così come venne immaginato e agito in 150 anni di storia italiana, non può più reggere. Ci troviamo nel mezzo di una crisi planetaria che richiede rigore, serietà , forza morale e volontà di coesione. A tutti coloro i quali temono l'avvento di una nuova idea di autonomia, certamente contrapposta al centralismo conservatore, ricordo che da molto tempo l'autonomismo, come fu scritto, ancora da Sturzo, ‘è un grido di vita contro la paralisi e contro il paratissimo della capitale o delle capitali che dominano attraverso lo stato e la burocrazia tutta la vita del nostro Paese'. Un richiamo che, già attuale nel 1920, è di sconvolgente attualità anche oggi, nel pieno del dibattito sulla manovra finanziaria e sulla nuova articolazione che vogliamo dare al nostro Stato".
"Un forte impulso innovativo, una grande capacità di relazione internazionale e un decisivo ancoraggio all'identità locale - ha aggiunto Zaia - sono i capisaldi del federalismo, che è anche un moto di rivolta verso una fiscalità ingiusta, ma soprattutto è l'esaltarsi delle strutture positive e portanti di tutto un popolo. Il federalismo non apparterrà mai alle élite".
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