Zaia finalmente tuona contro i project financing nella sanità. Ma anche no
Sabato 22 Febbraio 2014 alle 16:51 | 0 commenti
Leggiamo oggi in un articolo intervista sul GdV di Piero Erle che «il procuratore della Corte dei conti è stato chiaro su "project" come quelli sanitari - casi eclatanti sono quelli dell´ospedale nuovo di Mestre, e di quello vicentino di Santorso - nei quali al privato viene riconosciuto un canone annuo dalla Regione. Con questo sistema fatto di pagamenti costanti, i rischi sono per la maggior parte a carico del pubblico e non del privato, che in pratica ha solo i rischi di costruzione e tra l´altro si vede delegato tutto, compresa la scelta dei macchinari o degli arredi. L´opera finisce per costare molto più del previsto».
Da sempre il VicenzaPiù si batte per vedere riconosciuto quanto detto giovedì anche del procuratore della Corte dei conti Carmine Scarano.
Ma alla soddisfazione per la coincidenza di vedute, finalmente, con la Corte dei Conti si affianca anche quella per quanto dice al collega de Il Giornale di Vicenza l'intervistato, che si dichiara convinto della necessità di «chiudere i "project financing" sanitari del passato, perché ci costano paurosamente in termini finanziari ... e chiedo aiuto al Parlamento per questo ... Non ho nulla contro lo strumento "project", penso sia un buono strumento giuridico per realizzare opere pubbliche. Ma quelli sanitari sono atipici, basati sui canoni che paghi ai privati per un "global service"».
Chi dice questo non è un rappresentante dei Comitati e dei sindacati di base che da tempo lottano contro il project financing. Ma è il "convertito", sembrerebbe, Luca Zaia, il governatore del Veneto, di quel Veneto, che come si legge in premessa ne ha abusato a vantaggio dei privati in casi eclatanti come sono «quelli dell´ospedale nuovo di Mestre, e di quello vicentino di Santorso», spesso denunciati anche alla magistratura.
Perché usiamo quel «sembrerebbe» associato all'aggettivo «convertito», alla buona amministrazione pubblica intendiamo, che abbiamo affiancato al nome del "denunciante" Luca Zaia?
Perché si contraddice subito il governatore della Lega Nord, che per anni non si era accorto dei danni diretti e indiretti (malaffare?) provocati dalla precedente giunta a cui mai si era finora opposto e il cui governatore era Giancarlo Galan, il sempre più discusso e recentemente interrogato,per ora come persona informata sui "fatti" per un'indagine a Padova.
Prima Zaia dice quello che avete appena letto aggiungendo che «il legislatore deve darci una mano. Il problema sono i contratti fatti: ci portano ad avere costi finanziari paurosi che arrivano al 10-12%. Invece noi possiamo accedere a finanziamenti della Bei-Banca europea degli investimenti, all´1-1,5% di interesse. Se a Roma ci fosse una norma che ci dà modo di rinegoziare tutti i project financing, lo farei. Chiediamo i soldi alla Bei, e chiudiamo gli accordi con i privati. Ma è un contratto, e il privato può dire "a me va bene guadagnare il 10%": bisogna che intervenga lo Stato che ci dia la possibilità di chiudere tutto...». Questo per i "vecchi" project financing.
Ma poi cosa dichiara su quello prossimo venturo, curato dall'attuale giunta da lui presieduta, per l'ospedale di Padova? Sentitelo e leggetelo: «È diverso il caso dell´ospedale di Padova». Il collega Erle così sintetizza il pensiero di Zaia tornato sulla via del peccato appena condannato: «per il nuovo policlinico patavino (Zaia) vuole sì un "project financing", ma con contratto Regione-privati costruito in maniera diversa dal passato. Soprattutto perché Venezia vuole prima ottenere da Roma quanti milioni può rispetto ai 650 di costo totale previsto. Zaia suggerisce di non stanziare per ora soldi in bilancio regionale, e premere invece su Roma per ottenere fondi. Una volta ottenuti quelli, fare i conti su quanti soldi pubblici si possono in tutto mettere sul tavolo e poi procedere sì a gara e contratto con i privati sul "project"».
Insomma se i project del passato della Giunta Galan, specialmente quelli nella santà , non vanno bene perché troppo costosi, ma difficili se non impossibili da ricontrattare per la gioia dei privati che se li sono avidamente accaparrati, quelli nuovi della Giunta Zaia, tipo l'ospedale di Padova, si possono fare purchè i soldi li dia (li sperperi) lo stato di Roma ladrona e non la regione, di Venezia buona.
Perché? Perché, lo sostiene convinto il "confuso", di sicuro questa volta, Luca Zia, perché il project «è uno strumento che ci dà una rapidità notevole nel realizzare l'opera».
Le stesse motivazioni addotte da Galan, Sartori & c. per giustificare e spingere quelli contro cui all'inizio il governatore legista ergeva muri di burro.
Il burro usato per far sentire meno dolore ai cittadini che pagano. Sempre
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