Wi fi sì, ma controllando le emissioni elettromagnetiche
Martedi 19 Luglio 2011 alle 08:40 | 0 commenti
L'edizione on line del quotidiano Libération ci avvertiva tempo fa in un suo articolo che il paese di Hérouville-Saint-Clair, una cittadina di 24.000 abitanti, aveva proibito l'uso del wi-fi a scuola, dopo che tale tecnologia era già stata implementata. Una scelta coraggiosa, scriveva il quotidiano, da parte di un sindaco una volta entusiastico sostenitore del collegamento senza fili ad internet.
La municipalità (il termine municipalità in Francia designa il comune, o più precisamente la parte esecutiva del consiglio comunale, ovvero il sindaco e gli altri consiglieri comunali delegati, che corrispondono alla nostra giunta, n.d.r.) di questa cittadina di 24.000 abitanti intendeva così "applicare il principio di precauzione". In questa cittadina il wifi permetteva alle scuole di collegarsi senza fili ad internet attraverso una connessione senza fili che partiva da un'antenna installata sul municipio. La dozzina di siti interessati, cioè di scuole che utilizzavano il wi-fi, ha ora un accesso individuale a Internet e col cavo, non più senza fili ovviamente. La municipalità finanzia inoltre una dozzina di misure di campi magnetici nel comune con l'obiettivo di cambiare o spostare certe antenne se il campo è troppo forte. Ora da qui alla generalizzazione ce ne passa, ma certo è che lo sviluppo indiscriminato di nuove tecnologie accanto al progresso può portare "effetti collaterali", che, invece che trascurare, è meglio conoscere per poterli gestire. Le onde elettromagnetiche, infatti e ad esempio, hanno degli effetti sul sistema nervoso ed immunitario, possono causare disturbi del comportamento e del sonno e, in casi limite, sono anche all'origine dei rischi di leucemia infantile e di tumori cerebrali. Questo dice lo studio "Bioinitiative" realizzato da un collettivo internazionale di 14 scienziati nel 2007, studio in base al quale i consiglieri di Hérouville-Saint-Clair si sono preoccupati della nocività di queste onde. Anche se nessun caso di questo genere è stato ancora rilevato né ad Hérouville né altrove sarebbe opportuno approfondire lo studio e la conoscenza "sociale" dei possibili effetti delle antenne, mai dimenticando che sono correlati alla loro installazione interessi economici di non poco conto. Installate un'antenna sul tetto di un immobile ha un costo di circa 100.000 €. In seguito gli operatori devono pagare l'affitto di questo spazio che è dell'ordine di 1.500/2.500 € al mese. E dai costi, non dalla tecnologia, nascono o possono nascere problemi per la salute (maggiori per i bambini più a rischio degli adulti): per limitare le loro spese gli operatori possono essere indotti a ridurre il numero delle antenne e aumentare di conseguenza l'intensità delle onde emesse da una singola antenna. Come devono comportarsi, prendendo magari esempio dalla municipalità francese, i nostri comuni? Semplice: non consentire l'installazione di più antenne su tralicci unici, poi far effettuare da ditte autorizzate le relative misure dei campi elettromagnetici in prossimità delle antenne (l'intensità e la possibile pericolosità crolla esponenzialmente con la distanza) e verificare che rientrino nei limiti di esposizione raccomandati dalle norme di legge. E, in caso negativo, imporre direttamente agli operatori, con gli strumenti contrattuali e, se del caso, legali, il rispetto dei limiti., Wi fi libero per il progresso, quindi, ma sotto controllo.
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