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Festival Città Impresa: welfare, il modello veneto da Lanerossi a Luxottica
Sabato 21 Marzo 2015 alle 14:19 | 0 commenti
Welfare aziendale, «la frontiera è nelle piccole e piccolissime imprese». E il futuro «è nell’articolo 46 della Costituzione, la partecipazione dei lavoratori all’azienda: ma la materia va semplificata a livello fiscale». A dirlo sono, rispettivamente, Tiziano Treu e Nicola Pelà , il primo ex ministro del Lavoro e il secondo responsabile delle risorse umane di Luxottica.
Se n’è parlato ieri all’incontro «100 anni prima di Olivetti», al festival Città Impresa, anche con Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera. Un secolo e mezzo fa, l’esempio da seguire nel welfare italiano stava sempre nel Veneto ed era la Lanerossi di Alessandro Rossi, il grande imprenditore e politico di Schio. «Ripeteva che non era fare beneficenza: infatti, era innovazione – ha aggiunto Treu – Purtroppo, ancora oggi il welfare privato è troppo spesso sinonimo di grande impresa. Le piccole e piccolissime aziende non possono o non riescono a costruire: è una frontiera da affrontare». Per Pelà , «la bella notizia è che ci sono anche molte piccole realtà che con accordi integrativi stanno creando una via italiana di uscita dalla crisi. L’assioma, quasi banale, è che non può esserci successo imprenditoriale senza considerare anche i dipendenti, oltre al profitto». In Luxottica dal 2009 è partito un progetto di welfare con circa 80 servizi integrativi rivolti al personale: dal rimborso delle spese sanitarie ai piani pensionistici, dall’orientamento professionale al supporto all’istruzione dei figli, al carrello della spesa. L’ultimo capitolo innovativo della contrattazione aziendale nel colosso dell’occhialeria bellunese è di questi giorni: se nei prossimi sabati 28 marzo e 11 aprile i 230 dipendenti della fabbrica campioni all’interno di Luxottica saranno presenti almeno al 70%, il plusvalore del loro straordinario passerà dal 100% già previsto dal contratto al 120%. E’ un’intesa raggiunta tra le Rsu e l’azienda che, nelle aspettative del sindacato, dovrebbe essere estesa a tutti i 4 mila addetti dello stabilimento per le giornate di sabato del mese successivo. Piergaetano Marchetti ha infine ricordato che Alessandro Rossi «inserì il welfare addirittura nello statuto della sua società : esempio unico. E come politico fu tra i riformatori del codice del commercio: diceva e faceva cose di una modernità incredibile, a cui dobbiamo continuare a guardare». E ancora: «Oltre al welfare - ha ricordato Marchetti - Rossi fu fautore della separazione fra proprietà e controllo, sostenitore della società di capitali, con a capo il presidente, ma in cui l’assemblea aveva funzioni di controllo».Â
di Andrea Alba dal Corriere del Veneto
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