Voucher, Donazzan: utilizzo eccessivo, va trovata una soluzione non ideologica
Martedi 17 Maggio 2016 alle 15:40 | 0 commenti
L’assessore veneto al lavoro Elena Donazzan commenta i dati presentati ieri 16 maggiio, a Venezia, in occasione del convegno “Il ricorso ai voucher: profili delle aziende e dei lavoratoriâ€, promosso da Regione del Veneto, Veneto Lavoro e Inps, per analizzare il fenomeno, con particolare attenzione alle tipologie di committenti e lavoratori coinvolti. “Lo strumento dei voucher ha rappresentato un’occasione di emersione di lavoro non regolare ma va trovata una soluzione perché i numeri sono decisamente eccessivi".
"Se serve per i lavoratori in agricoltura occasionali o per gli studenti che vanno a fare qualche ora in bar o in pizzeria, e spero per gli insegnanti di ripetizione, non può essere utilizzato per tutto. Il convegno di ieri, primo in Italia con dati scientifici, è stata l’occasione per entrare nel merito, in modo non ideologico, per circoscrivere l’utilizzoâ€.Â
Sono 115 milioni i voucher venduti in Italia nel 2015, quasi 1 milione e 400 mila i lavoratori e 500 mila i committenti coinvolti. I voucher riscossi nel corso dell’anno sono stati invece 88 milioni, di cui una buona parte venduti negli precedenti. Il Veneto, con 170.000 lavoratori interessati, di cui il 54% al primo anno di lavoro accessorio, e 15 milioni di buoni lavoro staccati, rappresenta la seconda regione italiana.
Nel 30% dei casi i voucher hanno rappresentato un’attività accessoria rispetto a quella principale (è il caso dei pensionati o degli studenti), mentre per un altro 30% sono sintomo di precariato e di carriere instabili. Il restante 40% si divide tra situazioni di grande criticità , tra disoccupati senza indennità e chi all’interno della stessa impresa è passato ai voucher da un contratto più stabile, e altre in cui il lavoro accessorio ha rappresentato un’occasione di lavoro, una sorta di mini tirocinio che ha portato in seguito a un lavoro più stabile, o un’integrazione al reddito, come nel caso del doppio lavoro o dei disoccupati che beneficiano di ammortizzatori sociali.
“In Veneto abbiamo circa 50.000 lavoratori per i quali i voucher rappresentano un’attività accessoria e per altri 35.000 un’occasione di inserimento nel mercato del lavoro o di integrazione al reddito – ha commentato il direttore di Veneto Lavoro, Tiziano Barone – Ma ci sono anche 33.000 disoccupati coinvolti dal lavoro accessorio ed è a loro che deve rivolgersi la nostra attenzione per un preciso coinvolgimento nelle attuali misure di politica attivaâ€.
Riguardo ai profili dei lavoratori e delle aziende coinvolte, dal dossier a cura di Veneto Lavoro e Inps emerge che la maggior parte dei prestatori ha un solo committente (82%). Negli ultimi anni si è assistito progressivamente a un aumento del numero dei lavoratori coinvolti, alla diminuzione dell’età media (nel 2015 attorno ai 36 anni) e all’incremento della percentuale femminile. La quota dei “nuovi†lavoratori è di circa il 60-70% ogni anno, ma per un 20% di casi, chi entra nel sistema dei voucher ci resta anche negli anni successivi.
Tra le aziende, prevalgono quelle dei settori dell’industria e del terziario, soprattutto turismo (16%) e commercio (11%), mentre l’agricoltura pesa appena per il 3%. Nel 2015 i committenti sono stati 473.000, di cui quasi la metà al primo anno di utilizzo del lavoro accessorio. Mediamente, ogni committente ha utilizzato 3,7 lavoratori occasionali, con punte di 7,7 nel settore alberghi-ristoranti.
Il dossier completo con tutti i dati sul lavoro accessorio dal 2008 al 2015 in Italia e in Veneto, a cura dell’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro e del Coordinamento generale statistico attuariale dell’Inps, è disponibile alla pagina dedicata del sito www.venetolavoro.it.
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