Quotidiano | Categorie: Banche

Volano le Banche Popolari con l'Investment Compact

Di Rassegna Stampa Lunedi 19 Gennaio 2015 alle 23:33 | 0 commenti

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Secondo indiscrezioni, domani il governo approverà un decreto che abolisce il voto capitario per le popolari. Ma l'operazione appare complicata

di Davide Pyriochos*
Il governo in realtà non è stato estremamente chiaro, ma il mercato ha voluto scommettere sul fatto che le "popolari" per come le abbiamo conosciute hanno i giorni contati: così tutte quelle quotate sono state oggetto di forti acquisti in Borsa. Il balzo maggiore lo ha fatto registrare la Popolare di Milano (+14%), ma anche il Banco Popolare oggi è volato in alto, con un netto +8,3%.

Un voto, quello dei mercati, che lascerebbe supporre che le ipotesi circolate stamattina sul Sole24Ore (secondo cui sostanzialmente il governo è in procinto di trasformare le popolari in spa) siano cosa fatta. In realtà le cose sembrano più complesse. Anzitutto deve indurre alla cautela il fatto che a solleticare la fantasia dei mercati sia stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che è chiaramente il rappresentante più autorevole del governo, ma che caratterialmente è pur sempre "il Bomba", cioè uomo che tende a dare un'immagine semplificata della realtà con roboanti annunci a cui non sempre seguono fatti e leggi altrettanto nette. Da dentro l'esecutivo, invece, filtrano sms di questo tenore: «Stiamo veleggiando». Come a dire che di definitivo non c'è ancora nulla.

Ad ogni modo, Renzi ha ribadito ai senatori Pd (questo è filtrato nel pomeriggio di oggi) che domani in Consiglio dei Ministri entrerà un provvedimento chiamato Investment Compact che avrà la forma del decreto, e che conterrà (tra le altre cose) l'abolizione dell'articolo 30 del Testo Unico Bancario. Quello in cui si fissano le basi del voto "capitario", cardine della natura di tutte le popolari italiane. Al netto delle difficoltà tecniche di raggiungere lo scopo (la trasformazione delle popolari in spa) solo attraverso questo intervento normativo (vedi analisi di Gaia Pileddu qui a fianco), la cautela è doverosa soprattutto perché sul piano politico l'indiscrezione pubblicata dal Sole ha già sollevato un vespaio di polemiche.

Di fatto Forza Italia, partito formalmente d'opposizione ma necessario come il pane all'attuale governo per mandare avanti le riforme di ogni ordine e grado, ha fatto muro contro quest'ipotesi. Daniele Capezzone ha detto che «non appare comprensibile né accettabile l'idea di intervenire per decreto sulle banche popolari». Altero Matteoli ha aggiunto che «Con la cancellazione del voto capitario per le banche popolari si rischierebbe di minare un sistema che rappresenta un pilastro a sostegno della nostra economia». Maurizio Gasparri ha ribadito che «Non si può varare un decreto per stravolgere l'assetto delle banche cooperative e popolari. I decreti si usano per i casi di necessità e urgenza». Ma FI non è la sola a sollevare dubbi e perplessità: l'ex presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, è altrettanto sorpreso.

«Occorre che il Governo proceda con grande prudenza e senza superficialità - dice Dellai in qualità di presidente del gruppo parlamentare Per l'Italia-Centro Democratico alla Camera - nella riforma del credito cooperativo. Qualche intervento nel campo delle grandi banche popolari può avere un senso, ma - prosegue - costringere le piccole e medie banche cooperative a macro fusioni, imponendo soglie di patrimonializzazione irragionevoli, rischia invece di distruggere uno dei modelli di credito che nel nostro Paese ha avuto ed ha un ruolo importante nello sviluppo locale e nella tenuta del sistema sociale, indebolendo il legame con il territorio e con le componenti civili e sociali che lo animano». E a ciò si aggiungano le voci critiche dei sindacati, che temono che il risultato finale della riforma sia un ulteriore «taglio sul personale».

Insomma: la Borsa oggi ha giocato d'azzardo scommettendo sulla grinta di Renzi, nella speranza che la cancellazione del voto capitario apra la stagione delle aggregazioni (con conseguente aumento del valore dei titoli in Borsa). E tuttavia non si può dimenticare che le Popolari hanno sempre difeso la propria diversità e sanno come farsi ascoltare nelle aule parlamentari, perciò un'eventuale decreto del governo - anche fosse a prova di bomba sul piano tecnico nel trasformare questi istituti in spa - dovrebbe comunque affrontare un'insidiosissima battaglia parlamentare. Piuttosto - e forse la ragione della forte ondata di acquisti sta in questo - sul futuro delle Popolari si allunga la sagoma dell'Eurotower che avrà poteri ignoti a Bankitalia compreso quello di rimuovere i banchieri e decidere gli odg delle assemblee. Se sull'efficacia del decreto governativo è lecito nutrire qualche dubbio, l'eventualità che tra pochi mesi si apra il valzer delle aggregazioni conserva un suo forte appeal.

*Da Venezie Post


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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