Viva l'Italia!, di Paolo Mele Senior
Giovedi 17 Marzo 2011 alle 03:39 | 0 commenti
Nel 1861 l'Italia contava 22milioni 176mila abitanti e la vita media si aggirava intorno ai 33 anni. A distanza di 150 anni ci siamo quasi triplicati, arrivando a quota 60milioni 340mila con una vita media che sfora gli 80 anni. Ma, a differenza del passato, sebbene sia storicamente giovane, il nostro Paese è, anche in ragione del precipitoso calo della natalità , rappresentato da un popolo di vecchi (clicca per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e per L'Italia che vorrei. L'Italia che verrà ).
Una condizione anagrafica che, tuttavia, non fa rilevare, da parte dei vetusti protagonisti della nostra epoca, quella tradizionale saggezza, frutto dell'età matura.
Molti inamovibili vecchi che rappresentano e gestiscono il potere politico ed economico del nostro Paese, governo in testa, infatti, sono per avidità e tracotanza, un pessimo esempio per le giovani generazioni.
Essi hanno ridotto lo Stato ad una sorta di enorme macchina che depreda le risorse per sperperarle nel pretenzioso lusso della classe elitaria di cui costituiscono un'anacronistica espressione. Una classe che ha fatto della democrazia una libertà personale, in contrasto con l'aspettativa di uguaglianza sociale sancita dalla nostra Costituzione. Basti pensare che il 10% degli italiani detiene oltre il 40% della ricchezza, una condizione che rende pressoché ingestibile un'equilibrata gestione della vita collettiva.
Da qui la secolare necessità degli italiani di arrangiarsi, con la conseguenza di non riuscire a sentirsi parte integrante di un Popolo, salvo che per aspetti a dir poco voluttuari.
Gli italiani, infatti, sono orgogliosi della propria cucina, della nazionale di calcio o tutt'al più dei propri Musei, ma non conoscono la loro Storia. E della bandiera, dell'amato tricolore, molti se ne infischiano. Essi convivono confusi da generiche definizioni di Risorgimento, di Resistenza o di Indipendenza, a causa anche di una strumentale disinformazione da parte di alcune forze politiche che hanno fatto della divisione nazionale il proprio cavallo di battaglia elettorale.
Un degrado culturale a cui non si riesce ad ovviare neanche con la sempre più diffusa scolarizzazione. Un analfabetismo di valori che svuota di significato la nostra Unità , arrecando offesa, non solo alla memoria dei tanti che per la stessa diedero la vita, ma anche al sentimento di tutti gli italiani che, dal Sud al Nord, passando per le Isole di questa meravigliosa penisola, si sentono veramente tali, fratelli degni di tale identità . Per loro, per noi, ora e sempre, viva l'Italia !
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