Vittorio Tessaro, l'energia vitale che nasce dal bronzo: fino al 17 settembre presso ViArt
Domenica 25 Marzo 2012 alle 11:58 | 0 commenti
ViArt - Lo Studio d'arte di Vittorio Tessaro è famoso in tutto il mondo per le sue creazioni in bronzo. Vittorio, diplomato al Liceo Artistico di Valdagno, riesce a far emergere dalla materia statica forza ed energia dando ai suoi soggetti la percezione fisica del movimento e coinvolgendo lo spettatore nel pathos emozionale. I temi fondamentali del suo discorso plastico sono nudi ed animali, tra i quali predilige tori e cavalli. Pezzi di prim'ordine: bronzi e bronzetti caricati al massimo di dinamismo, carichi di energia gestuale, di forza primaria.
Si riconoscono il fremito delle dita; i rapidi colpi di stecca; un aggredire consapevole la materia. Con le figure umane intervengono fattori che passano dal tormento espressionistico all'erotismo, dalla crudezza realistica alla morbida sinuosità , dall'armonia delle curve all'evidenza muscolare. Il coraggio di misurarsi con le grandi sculture del passato non manca: lo studio delle tecniche scultoree e la conoscenza degli strumenti del modellare gli ha permesso di iniziare una lunga ricerca stilistica, un percorso in continua evoluzione, tra modulazione plastica e qualità della resa del sentimento, sempre alla ricerca di un vibrante equilibrio.
La realizzazione di un'opera in bronzo inizia con la realizzazione di un bozzetto argilla, la modellazione deve essere particolarmente accurata in tutti i dettagli, poiché è da essa che dipende l'aspetto finale della statua. Da questo modello si realizza lo stampo dove sarà colato il bronzo fuso. Estrapolata la scultura si procede con la rifinitura dei dettagli e la rimozione di tutte le imperfezioni.
Il bronzo è una lega ottenuta da rame e stagno. Il rame è di facile reperimento, malleabile e lavorabile a freddo, ma poco fluido allo stato fuso. Lo stagno è invece fragile, poco malleabile e fluidissimo quando liquido. Una maggiore percentuale di stagno rende la lega più fluida e meno malleabile.
La tecnica a cera persa, per la fusione di statue cave in bronzo di grandi dimensioni, era conosciuta fin dall'antichità . Tra gli esempi antichi meglio conservati, realizzati con questa tecnica, ci sono i Bronzi di Riace, di epoca classica. La tecnica passò in disuso durante il medioevo, restando viva solo nell'Impero bizantino. Fusioni in bronzo di piccoli oggetti erano sempre praticate, ma si trattava comunque di opere "piene", impensabili su grandi dimensioni. Con il Rinascimento, nel quadro del recupero di tutti gli aspetti della civiltà classica, la tecnica venne ripresa. La prima statua di grandi dimensioni fusa con la tecnica della cera persa in epoca moderna è il San Giovanni Battista di Lorenzo Ghiberti (1412-1416), che venne prudentemente fatta in più pezzi separati, assemblati in un secondo momento. La tecnica del bronzo aveva innegabili vantaggi rispetto alla pietra, poiché la maggiore coesione del materiale permetteva un atteggiarsi più libero nello spazio dei soggetti senza timori di fratture, ottenendo risultati di maggiore naturalezza e vivacità . La tecnica usata è descritta in vari trattati. Per il Rinascimento è una dettagliata testimonianza il Trattato della scultura di Benvenuto Cellini.
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