Violenza contro le donne, Vicenza Capoluogo: riflettere anche sui figli
Lunedi 25 Novembre 2013 alle 12:14 | 0 commenti
Associazione Civica Vicenza Capoluogo - L’occasione del prossimo 25 novembre 2013, giorno nel quale si celebra la Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne indetta dall’ONU, ci invita a ripensare a quanta strada è stata fatta negli ultimi 20 anni nel nostro modo di essere e di vivere, a quanto sia cambiato il nostro stile di vita, ma soprattutto a quanta strada rimane ancora da percorrere per arrivare finalmente a realizzare quanto espresso nella dichiarazione di principio della stessa ONU emanata a Vienna nel 1993.
Nella quale si affermava tra l’altro che “la violenza di genere e tutte le forme di molestia e sfruttamento sessuale, incluse quelle derivanti da pregiudizi culturali e traffici internazionali, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana e devono essere eliminateâ€.
Eppure nonostante i vari cambiamenti e le dimostrazioni di maturità anche recenti (v. approvazione legge sullo stalking e sul femminicidio), siamo ancora a rilevare come il fenomeno della violenza contro le donne si stia manifestando nel nostro Paese in tutta la sua gravità e con cifre che ci mortificano e che mettono in secondo piano i progressi, richiamando la necessità di “fare qualcosa di piùâ€.
Diventa perciò importante ripartire da un’analisi competente, profonda e non ipocrita su ciò che finora non è stato fatto: promuovere un profondo cambiamento culturale in tutti i campi della nostra società al fine di accettare, ed eventualmente anche condividere, l'evolversi dei ruoli tradizionali nella direzione di una vera parità di genere, in particolare all’interno delle famiglie, luoghi che oggi sono maggiormente segnati da episodi di violenza.
Crediamo quindi profondamente che sia necessario riprogettare una nuova etica: riappropriarsi dei valori che la nostra società ha frettolosamente archiviato, costruire fiducia, ridare valore alla persona e alle sue peculiarità umane come la capacità di fare fatica per avere/raggiungere uno scopo, di saper rinunciare a qualcosa di sé, di sapersi perdonare vicendevolmente, di educare al rispetto reciproco.
Crediamo che tutti gli agenti educativi, attori nella nostra società , debbano fare un serio auto esame sul proprio ruolo e trovare modalità positive di prevenzione ed educazione, cercando in modo esemplare di lavorare in sinergia tra di loro.
Siamo convinti che un ruolo educativo fondamentale sia riservato ai Media, ai quali chiediamo di continuare nella ricerca di “auto-regolamentazione†per proporre sempre di più modelli positivi e contribuire a definire nuovi rapporti tra uomo e donna, capaci di far crescere entrambi per il bene comune.
Infine riteniamo importante riflettere anche sui figli delle persone che sono vittime della violenza: sono persone troppo spesso dimenticate e crediamo sia doveroso prendersi cura di loro, affinché essi stessi non diventino delle vittime o addirittura tramutino la loro sofferenza in violenza, aiutandoli a trovare nuova fiducia nella vita e nelle persone.Accedi per inserire un commento
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