VicenzaPiù n. 202: Lottizzazione Koris. Il cemento del conte
Martedi 30 Novembre 2010 alle 23:50 | 0 commenti
Trissino: luci ed ombre su un piano innovativo per le energie rinnovabili, ma contestato a livello urbanistico (da VicenzaPiù n. 202, Arzignano Monteccio, pag 10-11)
Una volta percorso il lungo asse attrezzato a quattro corsie che nel comune di Montecchio Maggiore collega Alte Ceccato alla frazione di Canova, la strada si restringe per ricollegarsi al vecchio sedime della statale per Valdagno. Quest'ultima sfocia in una grande rotatoria che presidia una zona strategica incistata tra i comuni di Montecchio appunto, Arzignano e Trissino (foto del servizio: Marco Milioni).
Venendo da sud, da Alte Ceccato per intendersi, sulla sinistra svettano le concerie del Gruppo Rino Mastrotto, poco oltre, sempre nel comune di Trissino, ci sono i capannoni che ospitano il supermarket del Gruppo Ramonda. Sulla destra, un po' più nascosto, il grande spaccio Antinea-Armani. Un po' più a nord, nascosto tra i colli montecchiani e di Castelgomberto c'è il grande stabilimento chimico della Miteni. Un tempo tra la statale e lo stesso stabilimento della Miteni c'era una grande striscia verde di oltre un kilometro e mezzo che mitigava l'impatto visivo rispetto alla zona densamente industrializzata che a Trissino si trova sul lato occidentale della statale. Ora anche quel rettangolo sta per sparire. La società Koris infatti ha ottenuto la possibilità di lottizzare i terreni che sono dislocati non molto lontano dal tratto della futura pedemontana.
La novitÃ
La novità rispetto alle lottizzazioni del passato è che gli scheletri dei futuri capannoni (comunemente conosciuti come plinti anche se la terminologia non è proprio corretta) sono stati realizzati non da chi compererà le aree per edificare le proprie strutture, ma dallo stesso lottizzante ovvero la Koris. Quest'ultima infatti realizzerà sopra i tetti degli stessi una grande parco solare in grado di produrre annualmente 2160 Megawatt come indicato in un puntiglioso servizio del GdV del 22 ottobre 2010 a pagina 34. In soldoni il privato potrà cominciare a produrre energia elettrica per venderla all'Enel a prezzo maggiorato, come prevede la legge statale. La realizzazione degli impianti fotovoltaici costerà alla grossa sui 7 milioni di euro mentre i manufatti edili verranno, sempre alla grossa, sui due milioni. Il piano d'area invece è pari a 85.000 metri quadri.
Contestazioni
Ovviamente si tratta di una lottizzazione di grande entità per un comune relativamente piccolo come Trissino. C'è chi non l'ha presa bene. Fra questi c'è il consigliere comunale Gerardo Lupo spalleggiato dalla lista civica Cittadinanza attiva (vicina al centrosinistra): «Per non essere spettatori chiediamo a tutti i cittadini di alzarsi, di firmare con noi l'esposto alle autorità comunali di vigilanza e di chiedere con forza ai responsabili se un'operazione speculativa in un'area a rischio può costituire una reale prospettiva per Trissino, se è questo che vogliamo per il nostro futuro, se non ha più senso riconoscere una possibilità in quello che molti chiamo percorsi della enogastronomia, della cultura e del turismo (prima risorsa economica della Regione Veneto), in quello che molti chiamano economia verde e che parte da una politica che sappia guidare l'economia e il privato per primo, favorendo l'insediamento di aziende reali per lavori reali, controllando lo spreco del territorio e regolando le iniziative private con l'interesse di tutti».
La voce della giunta
Sull'altro versante c'è l'amministrazione comunale leghista capitanata dal primo cittadino Claudio Rancan che vede nel progetto una grande opportunità «di lavoro e di sviluppo per tutta la nostra zona». Rancan peraltro era più volte intervenuto per chiosare le tesi della minoranza spiegando che «l'iter burocratico che interessa la lottizzazione Koris è stato attentamente vagliato dagli uffici comunali» e che sotto il profilo tecnico amministrativo la pratica è stata portata avanti seguendo scrupolosamente la legislazione vigente. Parole precise condivise in toto dall'assessore all'urbanistica Erika Stefani.
Questione di fondo
C'è però un'altra voce che va presa in considerazione. Enrico Rosa, responsabile vicentino del settore territorio e cultura per Movimento Zero, l'associazione che fa capo allo scrittore Massimo Fini, sposta la questione su un altro versante: «Io non ho problemi a credere che l'iter sia stato regolare. Ma la questione è un'altra. Il comparto in cui nascerà il nuovo polo produttivo va ad incidere anche su Montecchio ed Arzignano. Soprattutto però a che cosa servono altre aree industriali in una zona profondamente in crisi? Un territorio così se lo può permettere anche immaginando una ricaduta sul piano occupazionale, tutta da dimostrare peraltro? Sono queste le domande vere che gli amministratori dovrebbero porsi. Purtroppo la gestione del territorio, da noi come nel resto del Paese è fatta da sempre dai possessori delle aree, i quali non hanno gli strumenti culturali per valutare il tutto con una prospettiva che non può appartenere all'imprenditore. Ma la politica, da questo punto di vista è ugualmente molto carente. In fondo mi chiedo, ma non sarebbe stato molto meglio realizzare il solo parco solare? Anche il privato ci avrebbe fatto una figura ben migliore».
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