VicenzaPiù n. 201: Morire d'acqua
Giovedi 4 Novembre 2010 alle 23:48 | 0 commenti
Da venerdì in edicola il n. 201 di VicenzaPiù e Arzignano Montecchio.
Anticipiamo la rubrica del direttore Poche Ciacole, la locandina per Vicenza e quella per Arzignano e Montecchio
Morire d'acqua
Di analisi e contro analisi sull'alluvione che ha colpito il Vicentino sono pieni i media, incluso il nostro. Premesso che un particolare pensiero va a chi ne ha subito le conseguenze, la domanda che nessuno si è posto, al di là dei tempi corretti o meno di allertamento, è questa.
Gestita l'emergenza, si rimane in attesa dei mea culpa anche da parte di chi oggi accusa dimenticando le cementificazioni a tutto spiano autorizzate nel passato, la causa del dissesto idrogeologico odierno.
Ma soprattutto cosa si pensa di fare per evitare che il disastro si ripeta al primo nuvolone che decidesse di fermarsi e svuotarsi di nuovo su Vicenza?
Nel breve si può fare ben poco, se non mantenere un perenne stato di allarme.
E poi? Se ci sono voluti pochi anni a occupare distese di verde, quanti anni in più ci vorranno per ricrearlo e per proteggere il poco rimanente?
Ci vorrebbe subito un ripensamento dei piani territoriali anche per buttar giù capannoni ed edifici vuoti e riutilizzarne gli spazi in maniera ecocompatibile; data per certa una crisi decennale dell'economia, che certo non farebbe stracciare le vesti a chi oggi quei parallelepipedi di cemento li possiede ma non li può mettere a reddito.
E un piano parallelo, ma altrettanto urgente, per pulire i corsi d'acqua, costruire invasi e protezioni.
Ma anche per impedire che nuove edificazioni (e quante ne sono ancora previste tra beghe politiche, legali e affaristiche?!) vadano a toccare ulteriormente gli ignoti equilibri della natura e delle falde.
Se a Vicenza siamo ricchi d'acqua, evitiamo di morirne.
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