VicenzaPiù n. 201: Il nucleare in Italia
Venerdi 5 Novembre 2010 alle 23:48 | 0 commenti
E' in edicola da venerdì VicenzaPiù e Arzignano Montecchio n. 201. Vi anticipiamo un articolo sul nucleare.
Utile o pericoloso? Il governo ha in programma quattro centrali entro il 2020. Ambientalisti vicentini in piazza per proporre un'alternativa al modello energetico di Scajola
Nel 2008, appena nominato ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola rilancia l'idea del nucleare in Italia. Che fine abbia fatto Scajola, lo sappiamo, ma il progetto continua il suo iter tra l'indifferenza di alcuni e la preoccupazione di altri.
Tra questi ultimi c'è sicuramente la vicentina Valentina Dovigo, ambientalista e rappresentante del comitato veneto ‘No al nucleare, sì alle rinnovabili': "Questo governo prova a rifilarci un nucleare costoso e pericoloso per ambiente e persone . Anche la destra lo sa. Non a caso Berlusconi vuole una campagna di propaganda pro nucleare per convincere gli italiani che, evidentemente, convinti non sono".
Scajola aveva proposto l'uso del nucleare come valida opzione per ridurre le emissioni di gas serra, la dipendenza energetica dall'estero e il costo dell'energia elettrica. Il progetto prevede la costruzione di dieci nuovi reattori, al fine di arrivare a produrre mediante nucleare una quantità di energia elettrica pari al 25 % del totale, con ridimensionamento del 50 % di quella fossile. In Italia è in programma la costruzione di almeno quattro reattori nucleari prima del 2020. In seguito al decreto legislativo 15 febbraio 2010 n. 31 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale n 55 dell'8 marzo 2010 (Supplemento Ordinario n. 45), entrato in vigore il 23 marzo 2010, ben undici regioni italiane hanno presentato ricorso per incostituzionalità , ricorso rigettato dalla Consulta nel giugno 2010. Il comitato ‘No al nucleare, sì alle rinnovabili' ha quindi lanciato un appello, i cui punti cardine sono, oltre ad un chiaro "no" al nucleare, il passaggio da un modello centralista e monopolista di produzione energetica ad uno distribuito sul territorio, nonché una maggiore attenzione alle fonti di energia rinnovabili, che vengono presentate come l'unica valida alternativa all'utilizzo del combustione ad origine fossile. All'appello si accosta poi una proposta di legge, che prevede il raggiungimento di una quota pari al 17 % di energia prodotta tramite fonti rinnovabili. La critica al nucleare evidenzia poi la necessità di salvaguardare la dinamica planetaria del clima e l'insieme dei cicli bio-geochimici ad esso connessi. Viene richiesto un impegno urgente per recuperare il ritardo nell'adempimento degli obblighi già previsti dall'accordo di Kyoto, per dare piena attuazione alla direttiva comunitaria 2009/28 e ai regolamenti conseguenti al pacchetto clima e realizzare come soglia minima gli obbiettivi "20-20-20" stabiliti dall'Unione Europea e sottoscritti dall'Italia. "Non basta la pur indispensabile iniziativa delle forze di opposizione in parlamento- dice la Dovigo - Occorre offrire alle persone uno strumento di condivisione, di mobilitazione, per affermare una via energetica alternativa a quella attuale, perché il nucleare non solo è sbagliato, ma non serve". Sarà possibile firmare direttamente nelle piazze e nei mercati di Vicenza da sabato 6 novembre, salvo altre indicazioni dovute ai disagi provocati dall'alluvione.
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