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"Vicenza Retrocomputing", capostipite della specie

Di Alessandro Sartori Sabato 9 Giugno 2012 alle 21:21 | 0 commenti

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Una delle attività che accomuna i retrocomputeristi è la partecipazione a raduni e ritrovi, ove è possibile il contatto con altri appassionati per lo scambio non solo di informazioni ed esperienze, ma anche quello di macchine complete oppure pezzi di ricambio per le stesse, allo scopo di mantenere in funzione, migliorare dal punto di vista estetico ed arricchire la propria collezione.

Il panorama "fieristico" è quanto mai vario e distribuito sul territorio: se il più importante ritrovo è sicuramente quello di Marzaglia (non puoi dire di essere un vero retrocomputerista se non ti sei recato almeno una volta a quella che è la "Mecca" dell'antiquariato informatico), molte altre sono quelle che mi vengono in mente nelle immediate vicinanze: Varese Retrocomputing, Spresiano Retrocomputing, Brusaporto Retrocomputing etc.
Molti tuttavia non sanno che la prima di queste manifestazioni in Italia si è svolta proprio nella città del Palladio, ancora nel secolo scorso. L'evento "Vicenza Retrocomputing" nasce infatti con la sua prima edizione nel 1998. Lo scopo era quello di radunare appassionati di storia dell'informatica e di collezionisti di computer, console e giochi da bar, offrire ad essi un'occasione ideale per esporre i propri pezzi, ammirare quelli degli altri, scambiarsi materiale ed informazioni e persino portare le macchine rotte alla ricerca di qualche esperto in grado di tentare una riparazione.
Dopo una prima edizione, per la verità svoltasi un po' in sordina, con pochi partecipanti quasi tutti provenienti dalle immediate vicinanze, gli organizzatori hanno proseguito tenacemente nel loro progetto, si sono fatti conoscere in quella che era la nascente comunità dei retrocomputeristi e riuscendo nelle edizioni successive a raccoglie partecipanti provenienti da aree sempre più distanti della penisola.
Le prime edizioni si sono svolte, pur tra qualche problema tecnico ed organizzativo, nella piacevole cornice di Villa Lattes, già sede della circoscrizione n. 6 e negli anni '90 anche di interessanti esperienze ludiche legate al mondo dei giochi di ruolo (o RpG per gli addetti ai lavori). Successivamente, il bisogno di evitare tali disagi e la ricerca di una logistica adeguata per far fronte al crescente numero degli espositori e partecipanti hanno portato l'evento nei più ampi spazi messi a disposizione nella palestra del complesso delle scuole medie dal comune di Monticello Conte Otto, dove ha potuto godere di maggiore stabilità.
Nel corso di ben nove edizioni, svoltesi fino al 2008, si sono potuti ammirare pezzi dell'informatica tra i più vari: dai comuni modelli di Commodore 64 e Spectrum, spinti al massimo delle loro capacità grafiche e sonore da esercizi di programmazione poco interattivi denominati "Demo", ai primi esempi di macchine da bar, che utilizzavano fogli di acetato da apporre sugli schermi monocromatici per fornire un'apparenza di colore; l'esposizione di prototipi di sistemi ripescati dalle cantine di qualche sviluppatore; macchine prodotte dalla Acorn, una ditta inglese che produceva sistemi dotati di processore PowerPc e che, dopo aver incrociato la sua storia anche con la nostra Olivetti, attraverso diverse vicissitudini vive ancora nel "cuore" dei più avanzati smartphone attuali; esempi di sculture "pop art" ottenute da materiali informatici esausti, sistemi di registrazione magnetica grandi come una lavatrice e chi più ne ha, più ne metta (troverete molte foto ed informazioni sulle varie edizioni dell'evento su questo sito).
Vicenza Retrocomputing è quindi diventata in breve tempo punto di riferimento per una comunità di appassionati di queste vecchie macchine, spinti ad incontrarsi dai motivi più disparati: rivivere i bei tempi andati, la soddisfazione di utilizzare o possedere una macchina che un tempo si desiderava ardentemente ma non era possibile permettersi, la preservazione di una parte importante della nostra storia, oppure il semplice spirito collezionistico. Essa non veniva organizzata come una mostra in senso stretto, non c'erano guide, non vi era una scaletta degli eventi: non c'era spesso nemmeno una netta distinzione tra l'espositore e il visitatore. Quest'ultimo puotva trovarsi un po' spaesato di fronte ad una modalità espositiva così insolita, ma se vinceva la propria timidezza e poneva una domanda al proprietario di un pezzo, si sarebbe trovato di fronte ad una persona (o magari un amico, per tante volte frequentato solo in modo digitale attraverso qualche email scambiata nei forum per appassionati) con una competenza ed una passione ben difficili da riscontrare in qualsiasi altro contesto. Le macchine non venivano chiuse dentro una vetrina, ma rimanevano disponibili per l'uso, venendo spesso aperte e a volte anche riparate sul momento: a Vicenza tutto si poteva toccare con mano.
Tale manifestazione, attualmente quiescente da qualche anno, si è rivelata una meravigliosa esperienza per la comunità retrocomputerista vicentina, oltre ad aver fornito spunti ed aperto la strada all'organizzazione di simili eventi in successive località del territorio nazionale, contribuendo alla diffusione di una passione, quella per l'antiquariato informatico. Una passione particolare, simile a quella del bibliofilo, perchè animata dallo spirito di far rivivere, leggere, interpretare e riportare alla luce frammenti del passato Informatico. In queste manifestazioni ancora oggi i retrocomputeristi, come degli Amanuensi tecnologici, recuperano, proteggono e fanno rivivere non solo le loro macchine, ma anche loro esperienze e ricordi.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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