Vicenza, nella nursery a cinque stelle da Grillo a Fantozzi
Sabato 30 Novembre 2013 alle 03:42 | 0 commenti
Dal movimento a Cinque stelle alla trasparenza a targhe alterne la strada seppur comica, o meglio ridicola può essere breve. È quanto è capitato ieri a me quando verso le nove di sera sono andato al centro civico della zona 2 dove era in corso una «riunione dei gruppi e meetup della provincia di Vicenza». Premesso che di incontri del genere ne ho frequentati a iosa, per ovvi motivi professionali, in tutto il Veneto. E mai c'erano stati problemi. Ma c'è sempre una prima volta.
Infatti ieri mi è capitato di essere invitato a lasciare la riunione. Latori di questa richiesta si sono fatti il consigliere comunale di Vicenza Liliana Zaltron e il consigliere comunale di Sandrigo Simone Contro; il quale mi ha spiegato davanti a un centinaio di convenuti che a non volere la presenza di un giornalista era una non ben precisata maggioranza. Per non passare da provocatore, cosa che mi gusta non poco, ho preso e ho lasciato l'aula magna del centro civico sistemandomi fuori in antisala. Dalla quale molto si sentiva del dibattito però. Poco appresso una persona, suppongo un attivista mi invitava, adducendo poche ma confuse motivazioni, a lasciare anche l'antisala. Scocciato gli rispondevo che non avevo intenzione e che avrei continuato a lavorare scrivendo il mio pezzo di cronaca. Il gendarme facente funzione insistendo mi obbligava a chiamare chi materialmente aveva prenotato la sala e che quindi ne era il responsabile pro tempore della gestione (Giordano Lain, un militante storico del M5S vicentino) il quale sconfessando e un po' sbertucciando il pretoriano estemporaneo gli spiegava che avrei potuto rimanere lì quanto potevo.
Questi i fatti. Il fuoriprogramma ha diviso i presenti. In diversi non sono stati d'accordo. Più di qualcuno nella concitazione, a mo' di bisbiglio, ha indirizzato a Zaltron e Contro epiteti irripetibili coi quali, in modo colorito, si stigmatizzava il comportamento nei miei confronti. Caterina Galiotto, assistente parlamentare del senatore Enrico Cappelletti, sbigottita ha esclamato «poi fanno bene i giornali a massacrarci». In serata si sarebbero dovuti discutere i dissidi tutt'ora in essere in seno al meetup vicentino. Naturalmente la domanda nasce spontanea. I cinque stelle (o alcuni di loro), che hanno fatto del lavaggio dei panni sporchi in piazza una disciplina osannata (giustamente dico io) quando si trovano a dover replicare con gli argomenti hanno o no il fiato corto? Ieri in quella sala ho sentito parlare di regolamenti con una padronanza della logica e del diritto prossimi allo zero. In tante occasioni i militanti mi hanno chiesto un parere sugli stessi attivisti. E la risposta è sempre stata la stessa. Da tecnico dell'informazione vi dico che siete troppo poco grillini. Molti però faticano a capire. E tentando di emulare Grillo finiscono per assomigliare a Fantozzi. E non a quello geniale dei primi due film diretti da Luciano Salce. Ma a quello sbiadito e bolso dei film di Neri Parenti. Ovviamente qualche rimprovero debbo farlo anche a me stesso. Poiché avevo tutte le carte in regola per stare lì (spazio pubblico, mia iscrizione al meetup dal 2007 perché da cronista la realtà era interessante, nessun servizio di guardianìa) sarei dovuto rimanere. Il cronista non abbandona il fronte, anche se è una nursery a cinque stelle popolata da parecchi mocciosi capricciosi e un po' stentati nell'apprendimento. Sarebbero bastati due minuti a stendere le argomentazioni dei contrari. Ma non me la sono sentita di sparare sulla croce rossa. Chi mi legge su VicenzaPiù sa che non sono uso a trattare del mio personale. Ma per dare conto di quanto accaduto, in questo caso, era necessario un intervento del genere.
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