Vicenza al buio
Domenica 25 Settembre 2011 alle 23:27 | 0 commenti
Da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 219.Â
Dove sono finite le lucciole? Lungo la strada statale a Olmo, a giudicare dal ripopolamento dei marciapiedi, ma alcune si aggirano ancora per le vie cittadine.
Aver tolto le lucciole dall'asse San Felice-viale Verona-San Lazzaro è un po' come aver tolto i lampioni da un quartiere malfamato: la malavita che l'accompagna non si vede più, ma la sua attività continua nel buio. La massiccia presenza di prostitute sui marciapiedi giustamente infastidiva i residenti della zona ovest e nel porre in essere l'ordinanza "sposta-prostituzione" il sindaco Variati non aveva la pretesa di eliminare la criminalità , bensì l'intenzione di allontanare l'invasione delle lucciole dal centro cittadino.
Un punto particolarmente critico in questo senso era l'incrocio tra corso San Felice, via Rattazzi e via D'Annunzio, dove le prostitute si mescolavano alla numerosa clientela dello storico caffè Sartea salvo distinguersi per l'abbigliamento inequivocabile. "Non erano certo le ragazze che lavoravano sul marciapiedi ad essere moleste - spiegano i gestori del locale Nicola e Luca - Loro erano solo più visibili. Dopo che le hanno spostate in zona industriale la vivibilità di quest'area non è cambiata". Dall'altra parte della strada infatti c'era l'ex bowling, meta prediletta per tanti sbandati e senza tetto. "E lo è tuttora - precisano i baristi - Qui intorno vivono diversi personaggi noti alle forze dell'ordine e alla città , uomini decisamente più molesti delle ragazze che stavano sul marciapiede ". Eppure si va avanti, la vita continua, al Sartea non si lamentano, non fanno certo del vittimismo: "Il nostro caffè è ancora un'isola felice, abbiamo sempre la nostra clientela". Per le "povere" prostitute di positivo, nel trasferimento forzato in zona industriale, c'è il fatto che non sono più esposte al ludibrio dei passanti come avveniva lungo vie molto frequentate come quelle cittadine. E Vicenza, in superficie, è tornata ad essere realtà più provinciale che metropolitana, con le strade che durante le sere infrasettimanali sono desolatamente vuote già alle 23. I colpi di clacson e le battutacce sono stati sostituiti da un silenzio inquietante rotto prima o poi da schiamazzi che fanno sussultare. Eppure sono tutti contenti: l'amministrazione perché può dire di aver fatto ciò che poteva, le lucciole perché sono meno esposte al pubblico (ma anche meno sicure se un giorno venissero meno i controlli) e gli abitanti perché non devono chiedere permesso ad una prostituta per aprire il portone di casa. Tutti contenti fino al prossimo episodio di sangue. La zona industriale però non si è trasformata nel quartiere a luci rosse che ci si poteva attendere. Nessuna lucciola ad illuminare i lunghi viali tra Sant'Agostino e la fiera. Poco più in là , invece, lungo la strada statale, all'altezza di Olmo, i marciapiedi sono popolati come ai "vecchi tempi", quando la prostituzione di strada non era concentrata nel capoluogo ma spalmata fino alle Alte di Montecchio. Lì ad Olmo c'è un nuovo locale serale, un caffè, affollato di giovani. Un'isola felice come Sartea nella triste notte vicentina. Attorno a mezzanotte le vie di Vicenza sono deserte, anzi no, ecco una donna svoltare l'angolo e incamminarsi tutta sola lungo viale Verona. Poco più in là se ne può scorgere un'altra, apparentemente indaffarata. Forse le lucciole sono ancora tutte qua e questo è il loro modo di aggirare l'ordinanza: muoversi anziché rimanere ferme sul ciglio della strada.
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