Viale Trieste, le inezie che pesano
Giovedi 14 Giugno 2012 alle 13:36 | 0 commenti
Ieri l'esecutivo del capoluogo berico ha annunciato un pacchetto di novità tra le quali figura il riassetto ciclopedonale della spalla nordorientale della città di Vicenza. Tutti i media locali hanno dato ampio risalto agli annunci usciti poco dopo la riunione di giunta capitanata dal democratico Achille Variati. Chi scrive, proprio durante il briefing aperto al pubblico, ha domandato una cosa precisa al sindaco.
Il progetto appena illustrato per viale Trieste e limitrofi presenta delle interferenze con scavi e sottoservizi vari? I quali possono essere quelli della municipalizzata Aim, gas, luce, teleriscaldamento e altri. Ma poi ci sono altri sottoservizi come i cavidotti di Poste Italiane, Telecom, Gruppo Fs, pozzetti condominiali privati e altro ancora.
L'argomento sembra una fesseria ma lo stesso sindaco ha ammesso che il ripristino dei buchi scavati e ricoperti alla viva il parroco da soggetti privati è una rogna per il comune. Il primo cittadino non lo ha fatto intendere esplicitamente ma tra le sue parole si capiva che le tariffe di ripristino che tali soggetti devono al comune quando rompono il manto con le relative autorizzazioni sono più o meno risibili. La cosa è risaputa in città negli ambienti delle costruzioni. E impone un serio esame di coscienza da parte di tutti gli amministratori che per anni non hanno voluto affrontare il problema di questa cuccagna, che si unisce a quello degli oneri di urbanizzazione e costruzione che non vengono sensibilmente alzati da anni e anni.
C'è però un altro spunto di riflessione che arriva dal dopogiunta di ieri. Ha inizialmente risposto alla mia domanda sulle possibili interferenze tra i lavori di viale Trieste e i sottoservizi già presenti l'ingegner Diego Galiazzo, il direttore del dipartimento grandi infrastutture e viabilità del comune di Vicenza. Il quale ha spiegato che per la questione da me sollevata non era stato programmato alcuno studio. Variati, intervenuto subito dopo (con buon mestiere ha salvato il suo dirigente da un possibile imbarazzo) ha sottolineato che comunque il comune possiede le mappe dei sottoservizi, ma solo quelli di sua competenza. Poi ha chiesto di affrontare la questione, definita interessante, in un secondo momento.
Tuttavia c'è un altro punto sul quale occorrerebbe più chiarezza. Se si legge la delibera di giunta con cui si dà l'ok al progetto viale Trieste si nota che il supporto per la progettazione ed esecuzione dei lavori di riqualificazione della viabilità è stato affidato ad un soggetto privato. Si tratta dello studio Area Engineering di San Donà di Piave nel Veneziano. La determina di riferimento è la pgn 36456 del 23 maggio 2012. Sicché la domanda nasce spontanea. Oltre ai tecnici della controllata Aim, il comune dispone già dell'ingegner Galiazzo che è stato chiamato in comune proprio con questa specializzazione. Con lui c'è la responsabile dell'ufficio traffico e mobilità , l'ingegner Carla Poloniato. E ancora il direttore del settore mobilità , l'architetto Carlo Andriolo e per finire il direttore dei lavori pubblici l'ingegner Giovanni Fichera (nella foto a destra, alla sua sinistra Variati). Possibile che con tutto questo personale, che il sindaco ritiene altamente qualificato, il comune, in tempi di vacche così magre, debba ricorrere ad un soggetto esterno? Con quali costi e perché?
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