Via Quadri e corso Padova, incolumità a rischio
Lunedi 8 Ottobre 2012 alle 15:10 | 0 commenti
Ore 13.15 di oggi. Un gruppetto di studenti di ritorno dalle scuole del centro imbocca contromano il passaggio pedonale che fiancheggia il sottopasso tra corso Padova e viale della Pace. Fa cenno ad un giovane pedone di scansarsi. Quest'ultimo per tutta risposta gli assesta un cazzotto in faccia che lo fa cadere a terra. Ne sta per scoppiare una rissa. Ma l'intervento di due adulti evita il peggio. Poi uno dei "grandi" punta il ciclista e lo ammonisce così: «La prossima volta le prendi anche da noi stronzo...».
Pochi minuti dopo la scena si ripete quasi analoga (in foto uno degli attraversamenti selvaggi). Stavolta a baruffare con due studentesse in bici sono due donnoni di colore. Le ragazzine capiscono che il confronto fisico è impari. Così filano via con le pive nel sacco dopo essersi beccate un paio di contumelie verso i loro costumi sessuali e quello delle rispettive madri. Ma il via vai dei ciclisti lungo il percorso riservato ai pedoni non finisce mai. Il sottopasso è a senso unico e lo si può percorrere in auto, moto o bici solo se si proviene dalla periferia verso il centro. Chi viaggia in senso contrario, se vuole rispettare la legge o accompagna la bici al passo oppure è obbligato ad affrontare una gimkana in quel sistema di rotatorie (in cui le indicazioni stradali sono pessime, specie per chi non è di Vicenza) che ha come perno l'incrocio tra via Quadri e corso Padova. Il marciapiede del quale è diventato un velodromo. Col rischio da parte dei residenti o dei clienti delle attività limitrofe di andare a cozzare su uno o più ciclisti.
Il sottopasso peraltro, era la prima metà degli anni Duemila quando venne inaugurato, doveva essere aperto al traffico veicolare solo in via sperimentale e per un tempo limitatissimo. La sperimentazione però, in Italia nulla è più sempiterno del transitorio, rimase lì con grande seccatura per i ciclisti che non possono più attraversarlo nei due sensi. In alternativa, se viaggiano verso la caserma Ederle, possono imboccare il mini tunnel in un mortifero e proibitissimo contromano con le auto provenienti dal senso opposto. Nell'ultimo mese il morto c'è quasi scappato un paio di volte. Di più, l'orlo in pietra che copre il parapetto è in diversi punti malsicuro. E c'è il rischio che cada giù magari colpendo qualche auto; o peggio qualche motociclista o ciclista in transito.
Ma pochi metri dopo la situazione non è molto migliore. Le auto perennemente posteggiate all'intersezione tra corso Padova e via Quadri rendono pericolosissimo il flusso del traffico. Nei cinque metri successivi all'incrocio la sosta è vietata dall'articolo 158 comma 1 lettera f del Codice della strada; lo stesso codice tra l'altro vieta comunque tout-court la sosta anche lungo le strade comunali di scorrimento come via Quadri. E ancora, l'articolo 159 del Codice della strada stabilisce che per parecchi tipi di sosta vietata come quelli che affliggono via Quadri (tra le altre i commi 1, 2 e 3 dell'articolo 158 nello specifico per esempio) è prevista la rimozione forzata. Il che non avviene mai sebbene via Quadri sia attraversata ogni giorno da decine di mezzi delle forze dell'ordine. La sosta lungo le arterie di scorrimento per vero non è solo un problema di via Quadri, la in quella zona la rogna è cronica.
Ma qualche parcheggio in più non farebbe comodo? Da settimane ne è pronto uno privato ad uso pubblico all'incrocio tra via Quadri e via Meschinelli. L'area però è transennata e le automobili continuano ad utilizzare la stessa via Quadri a mo' di parking. Come mai? Il consigliere comunale berico Francesco Rucco (milita nelle fila dell'opposizione del Pdl) in passato sollevò la questione: «Sembra che ci sia un intoppo amministrativo legato alle modalità con le quali si sono affidati i lavori, ma dovrebbe essere l'assessorato ai lavori pubblici a chiarire». Frattanto tutto è fermo.
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