Veneto virtuoso: rapporto su servizi e reti
Giovedi 2 Settembre 2010 alle 10:32 | 0 commenti
Marino Zorzato, Regione Veneto - Nella terza ed ultima parte del Rapporto Statistico 2010 sul Veneto, di recente presentato a Venezia dal vicepresidente della giunta regionale Marino Zorzato, il tema centrale sono i servizi e le reti istituzionali.
Uno degli aspetti che emerge dalle elaborazioni statistiche è che negli ultimi anni c'è stata la tendenza alla riduzione del personale addetto al settore della pubblica amministrazione. Nel 2008 erano 1.404.664 i dipendenti delle Amministrazioni periferiche in Italia mentre 1.970.667 quelli delle Amministrazioni centrali. In Veneto si trova il 6,9% dei lavoratori della PA. Mettendo in relazione tali numeri alla popolazione, a livello nazionale sono 5,6 i dipendenti pubblici ogni 100 abitanti, mentre in Veneto 4,8, a conferma di una politica organizzativa all'insegna di una maggiore economicità in termini di risorse umane. Il rapporto tra la spesa della PA e il PIL riserva al Veneto il primo posto della classifica di virtuosità tra le regioni italiane: con riferimento all'anno 2007, il settore pubblico spende nel Veneto il 34,9% del proprio PIL, contro una media italiana del 46,5%. Il trend è rispetto al 2000 è comunque decrescente sia su scala nazionale che regionale. Un altro degli aspetti scandagliati dal rapporto è la possibilità data agli enti locali di condividere capacità e risorse nella gestione di specifiche funzioni, da svolgere in forma associata. Il fenomeno della rete intercomunale interessa oggi oltre il 70% dei comuni veneti, partecipanti a una o più forme di associazione. Prendendo in esame tutte le principali forme associative, presenti nel Veneto al 31 dicembre 2009, il 73% dei comuni è coinvolto in una gestione associata delle funzioni o dei servizi comunali. I piccoli comuni, compresi nella fascia demografica fino a 5 mila abitanti, scelgono in prevalenza la Comunità Montana (il 41%) e la Convenzione (il 35%) come forma di gestione associata delle proprie funzioni e dei servizi. Comunque, una frazione rilevante (il 21%) sceglie anche l'Unione dei Comuni, che trova maggiore adesione proprio nella categoria dei comuni più piccoli: il 65% dei comuni associati in Unioni ha meno di 5 mila abitanti (la percentuale sale addirittura al 95% a livello nazionale). La forma associata del Consorzio è, invece, particolarmente diffusa nell'insieme dei comuni con una popolazione compresa fra 5 e 15 mila abitanti: più della metà dei comuni associati attraverso il Consorzio appartiene a questa categoria.
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