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Veneto Banca, voto previsto circa per le 15:30 con alzata di mano. Prime "impressioni": 60% di si
Sabato 19 Dicembre 2015 alle 14:30 | 0 commenti
Alle 14:15 mancano circa una ventina interventi prima del voto sui tre punti previsti dall'ordine del giorno dell'assemblea di Veneto Banca che si sta svolgendo a Volpago di Montello. I cinquemila soci che, con le deleghe arrivano a circa diecimila voti, saranno chiamati a esprimersi sulla trasformazione in S.p.A, sull'aumento di capitale e sulla quotazione in borsa. La votazione è prevista per le ore 15:30 on alzata di mano. Nel frattempo gli umori, raccolti da alcuni azionisti, danno una prima indicazione.
Per la trasformazione in S.p.A il conto si farà sulle alzate di mano positive, mentre per l'aumento di capitale e la quotazione si conteranno anche i no e, nel caso di ravvicinamento tra i due voti si andranno a chiedere le deleghe. "Da quello che si respira all'interno e dalle impressioni, secondo molti ci sarà un 60% di sì e un 40% di no", raccontano diversi soci che escono per una pausa dalla tensostruttura principale. La signora Lorella, socia fin dagli anni 80, racconta: "Quello che è successo è colpa di un sistema di gestione criminale, a cominciare dalle consulenze, secondo me dovrebbero confiscare i beni a questi criminali e darli a chi è stato colpito". Secondo la signora l'unica strada è quella della Borsa. "Poi poco importa se ci saranno altre Banche che entreranno, basta che ci sia una solidità ".
Chissà se le "promesse" dell'Ad Carrus e del presidente Bolla riusciranno a convincere i soci. Più che il piano industriale spiegato da Carrus, che comprende anche i tagli "d'effetto", dal Jet che deve trovare un proprietario alle auto blu che devono sparire fino allo stop di alcune delle consulenze, a far rinnovare la fiducia alla maggioranza potrebbe esserci la paura di andare verso il commissariamento e dell'intervento di garanzia dell'Imi. Più che l'appello di responsabilità lanciato da Bolla e la sua promessa di deliberare un'azione di responsabilità una volta individuati i responsabili della mala gestio, c'è forse la paura di perdere tutto, più di quello che i soci hano già perso con la riduzione di prezzo da 39,5 euro agli attuali 7,3.
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