Quotidiano | Categorie: Animali

Veganismo, una convinzione nell'antispecismo

Di Sara Girombelli Domenica 14 Dicembre 2014 alle 16:38 | 0 commenti

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Il termine "vegano" altro non è che l'abbreviazione della parola "vegetariano". Quest'abbreviazione non è casuale, ma sta a significare il passo successivo rispetto a quello iniziale (vegetariano appunto) di eliminare del tutto carne e pesce dalla propria alimentazione (ebbene sì, anche il tonno in scatola e gli affettati erano, loro malgrado, esseri viventi).

La differenza tra vegetariano e vegano, quindi, sta nell'esclusione di altri prodotti dalla propria vita quotidiana. Ma quali? La risposta è semplice e di primo acchito apparentemente utopica: tutti i prodotti, alimentari e non, derivati dallo sfruttamento animale. Perché? Perché il veganismo, prima ancora di tradursi in un diverso tipo di alimentazione, è una scelta etica.
Ma cosa s'intende per scelta etica? Alla base dell'intero concetto di veganismo c'è una ferma convinzione nell'antispecismo. Lo specismo è la convinzione, derivata da retaggi storici e culturali ma che con gli anni è stata "naturalizzata", che l'uomo sia superiore agli altri esseri viventi del pianeta. Ciò lo giustificherebbe a sfruttarli per il lavoro, per il divertimento, per la ricerca, a ucciderli per mangiarli o per farci pellicce, a maltrattarli per divertimento o semplicemente ignorarli qualora avessero bisogno di aiuto. È "naturale", quindi, mangiare polli e galline perché sono animali considerati "stupidi", che vivono sulla terra solo per nutrire l'uomo con uova e carne. È "naturale" rinchiudere gli animali esotici negli zoo, privandoli dei loro istinti e della loro libertà, così che l'uomo possa osservare alcune creature che probabilmente non avrebbe mai potuto vedere di persona. È "naturale" tenere un cane da guardia alla catena, al freddo o sotto il sole cocente senza mai concedergli una tregua, perché tanto è "solo" un cane e deve proteggere la casa.
I vegani smettono di cibarsi dei derivati animali, come latte uova e miele, anche se non uccidono nessuno in senso letterale, per far smettere il permanere del mito dello specismo. Questo perché sono convinti che, chi impara a rispettare anche la più piccola forma di vita, non potrà che rispettare anche gli altri esseri umani. Secondo i vegani, infatti, lo specismo (la convinzione di essere al di sopra di qualcuno) è alla base di ogni altra forma di violenza (maschilismo, razzismo, integralismo religioso, e altre forme di discriminazione). Ogni volta che si insegna a un bambino a distinguere, per esempio, tra un animale che va bene come compagnia e uno che invece va bene per cena, gli si sta implicitamente spiegando che al mondo esistono individui che hanno più diritti di altri e, di conseguenza, il bambino, crescendo, considererà inevitabili e naturali molte forme di ingiustizia a livello sociale.
Così, chi è vegano non mangia carne di nessun tipo perché la vita di ogni essere vivente va rispettata e non si vuole fomentare l'industria degli allevamenti, dove gli animali passano la loro vita (in media dalle 5 alle 7 volte più breve del loro ciclo naturale) dentro capannoni illuminati, 24 ore al giorno, da luce artificiale, dove gli animali vengono costretti all'immobilità e all'ingrasso, riempiti di antibiotici e di anabolizzanti per stimolarne la crescita ed evitare che si ammalino (e che quindi vengano necessariamente scartati). Chi è vegano non compra e mangia uova perché non vuole dare soldi alle industrie che segregano i volatili in gabbie strettissime o in pavimenti affollati, e taglia loro il becco e gli speroni per evitare che si feriscano e generino epidemie. Non beve il latte di altri animali perché per ogni mucca, o pecora che sia, che produce latte c'è un cucciolo che viene strappato alla propria mamma appena nato, viene nutrito con del latte artificiale carente di ferro in modo da renderlo anemico (così la carne è più morbida) e macellato dopo poche settimane passate a piangere cercando di richiamare l'attenzione, come qualsiasi cucciolo farebbe nelle sue condizioni. Non mangia il miele perché lo sfruttamento intensivo delle api, oltre che uccidere indiscriminatamente quelle che sono considerate scarti di produzione, sta depredando l'intero pianeta dei suoi insetti più preziosi (si stima che in tutto il mondo la presenza di api sia stata dimezzata) e questo rischia davvero si portare la terra al collasso perché senza di loro non esiste impollinazione e senza impollinazione non esistono piante. Non va al circo perché non c'è niente di divertente o di educativo nel vedere un orso su un triciclo, in realtà con le zampe legate e una museruola, che scimmiotta gesti umani per lui innaturali sotto il ricatto di una frusta o per abitudine dopo una serie infinita di maltrattamenti. Non visita neanche i parchi acquatici perché esseri come delfini, balene, foche, vivono male la detenzione e per evitare gesti di autolesionismo da stress, vengono imbottiti di psicofarmaci (il caso del delfinario di Riccione è solo la punta di un iceberg molto profondo). Non indossa pellicce, ma neanche inserti di pelle o scarpe di cuoio, perché la vita degli animali destinati al pellame è una vita miserevole di terrore quotidiano, spesso in condizioni climatiche estreme (più è freddo e più il pelo si fa lucido) che si conclude con lo scuoiamento dell'animale stesso da vivo (perché così la pelle è ancora elastica e viene via più facilmente). Non compra prodotti testati su animali perché più di una volta è stato appurato che tali test non sono attendibili (il sistema organico di una cavia non è lo stesso di un essere umano) e il più delle volte vengono condotti test fasulli, pure torture senza anestesia, che servono soltanto a far cassa per le sovvenzioni statali. Basti pensare che ad oggi, dopo decine di anni, vengono ancora effettuati test tossicologici su esemplari di beagle per verificare la pericolosità delle sigarette. Poiché la scienza si è evoluta moltissimo rispetto al 1800, oggi esistono validi metodi alternativi, già largamente utilizzati (colture di cellule umane, microorganismi, sistemi artificiali che simulano parti del corpo umano), per analizzare sia cosmetici che prodotti farmaceutici, e sono quelli che danno risultati migliori: "Mentre i tossicologi continuano a sostenere che roditori e uomini sono così simili da permettere l'utilizzo di questi animali per testare le sostanze chimiche che verranno a contatto con l'uomo, i produttori di rodenticidi assicurano che i roditori sono così diversi dall'uomo (e dai suoi animali d'affezione) da offrire la possibilità di preparare veleni altamente specifici" (Fano, A. (1997) Lethal Laws. Ediz. Zed Books Ltd).
Questo è il veganismo, ovverosia la scelta di non nuocere a ogni tipo di creatura, senza fare preferenze tra cani, gatti, cavalli, pesci, mucche, polli, o topi (nei limiti del possibile ovviamente: casi ipotetici del tipo "Ma se vivessi in un'isola deserta e da mangiare avessi solo un maiale?", oppure "Ma alcune popolazioni del mondo si cibano solo di foche perché non c'è altro", sono affermazioni senza senso, la realtà è una ed è quella del nostro presente, con società fortemente industrializzare - in cui noi stessi viviamo - che ogni giorno macellano animali e sprecano tonnellate di altro cibo, in cui alternative alla carne esistono e in cui non è assolutamente necessario cacciare per sfamarsi).
Ci sono altri mille motivi che si potrebbero elencare per smettere di mangiare carne o prodotti derivati, come ad esempio il fatto che con la stessa quantità di territorio occupato dagli allevamenti e dai terreni agricoli utilizzati per sfamare gli animali, si potrebbe coltivare una quantità di cereali e legumi che risolverebbe il problema della fame nel mondo. Ci sono anche moltissimi motivi legati alla salute stessa dell'essere umano, ma questo meriterebbe un altro articolo e un discorso a parte.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al documentario Earthlings, lungometraggio ben strutturato in cui si parla di ogni forma di sfruttamento animale, narrato dall'attore Joaquin Phoenix (Il Gladiatore, Signs, per intenderci), vegano e attivista. Sul sito www.earthlings.com è possibile vederlo in streaming gratuitamente.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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