Variati sindaco: essere o non essere
Martedi 31 Luglio 2012 alle 01:56 | 0 commenti
Le elezioni si vincono con i voti. Ma i voti si guadagnano grazie alle emozioni che i candidati sanno trasmettere. Ieri abbiamo provato a tracciare un primo schizzo, personale e incompleto, di alcuni dei candidati e delle loro alleanze, quelle che ancora si provano a costruire a tavolino o, peggio, sotto il tavolo. Con tanti vecchi nomi alla ricerca farmaceutica del mix vincente, con cui la classe politica (classe di sicuro, politica molto meno) possa rifarsi un look credibile e presentabile ai cittadini, si spera anche votanti. Come, però, una mela più una pera non fanno due arance, mille cacciatori più mille prebende non fanno duemila voti.
Se questa osservazione la stesse facendo ora un apparentemente più preoccupato Achille Variati (sensazione che evidenzia per primo Marco Milioni su VicenzaPiù n. 239 nel suo "I fantasmi di Variati") non ci sarebbe nulla di cui meravigliarsi, vista l'esperienza del sapiente navigatore delle competizioni elettorali. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci potrebbe, infatti, non "ripetersi" nella moltiplicazione delle liste civiche e dei partiti minori in cui far convergere consensi e dissensi, ecco il disegno originario del furbo democristiano Variati: fare ammuìna e puntare al calcio rigore vincente per fallo di confusione. Per semplificare valga un esempio per tutti: da una parte i seguaci (una volta di destra) del neobigottismo anti prostitute e scommesse nella cordata Colombara e dall'altra i difensori dei diritti dei gay e delle minoranze etniche e sociali (una volta di sinistra) arroccati in Sel, Rifondazione e movimenti alla Dir.Vi. Gruppi eterogenei le cui diverse "emozioni" e "pulsioni" non verrebbero elaborate da discussioni per trovare sintesi politiche o per evidenziarne e tutelarne democratiche diversità ma verrebbero omologate dal sorriso ecumenico del sindaco. Che nel 2008, però, seppe vincere (o approfittare della scelta allora incomprensibile di un'avversaria perdente come Lia Sartori al posto di una sicuramente vincente come Manuela dal Lago) suscitando emozioni con i suoi proclami: no alla base Usa, sì alla trasparenza in Aim, no al cemento, sì al verde ...
Oggi logica vorrebbe che il Variati ter raccogliesse consensi e dissensi sulla base dell'attuazione o meno di queste promesse alla luce anche delle sue ammucchiate con i (supposti) avversari del 2008, da Pecori a Cicero. Ma se il sindaco uscente e il suo staff, una super oliata macchina elettorale che mai si è fermata dal giorno della vittoria per 512 voti e per forfait dell'avversaria Lia, hanno da mesi progettato il puzzle delle civiche per ogni gusto, è lecito pensare che Achille Variati, oltre che nasare il generale rifiuto montante dei politici di mestiere, tema il giudizio nel merito e cerchi la conferma non nell'approvazione di nuove, improbabili emozioni proposte agli elettori ma nel collage a tavolino di ben distinte emozioni politiche. Salvo le emergenti paure come sottolinea Marco Milioni su VicenzaPiù n. 239: «Ammettiamo che Variati rivinca le elezioni; e lui è senz'altro in vantaggio. C'è il rischio che le formazioni che lo appoggiano rappresentino poco o nulla una città frammentata, impaurita e pronta a prendersela con chiunque alloggi a palazzo Trissino in ragione di una crisi che morderà fra poco come non mai? Questo è senz'altro uno degli spettri che turbano le notti del sindaco». Ma se ce ne sono altri che allo stato, conclude Milioni, «sono impossibili da individuare», un fantasma lo intravediamo noi: vivere 5 anni di dura e pura gestione di crisi a Palazzo Trissino, con sempre minori risorse economiche per cittadini e grandi elettori e col rischio di dover affrontare la conseguente e prevedibile rabbia di popolo e di impresa che nessuna manovra diversiva e rotatoria e nessuno staff di comunicazione potrebbe spegnere. E allora dai possibili incubi potrebbe rinascere il vecchio e ancora irrealizzato sogno di un parcheggio parlamentare al posto di uno dei possibili e meno forti altri 4 candidati di area, cioè Sbrollini, Moretti, Ginato e Filippin. In attesa di un 2015 in cui, magari a crisi in evoluzione positiva, possa sfruttare il legame da lungo tempo costruito, lui, con Flavio Tosi, i suoi scudieri con la moglie Stefania Villanova. Un ticket regionale Tosi Variati non è pura ipotesi. Se crisi nella sua accezione negativa vuol dire peggioramento di una situazione, in quella positiva è il presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire prossimo futuro. Il vero, nuovo "Ritorno al futuro" di Achille Variati che nella sua intervista su VicenzaPiù ci ha detto al riguardo: «Se sarò sindaco di Vicenza rispetterò il patto con i vicentini e farò il sindaco». Quel «se» provate a leggerlo come dubbio suo sul volerlo essere e lo scenario che si apre su Vicenza sarebbe ben diverso, se Enrico Hüllweck confermerà di non essere della partita: «perché mettersi in gioco» ci ha detto «se fin dall'inizio le eventuali truppe di sostegno sono divise in un esercito internamente in lite perenne?». Con una conseguenza certa, bisogna dirlo, della eventuale non ricandidatura dell'attuale sindaco: se già oggi non si vede un reale e consistente concorrente di Achille Variati, la città rischierebbe in sua assenza di regalare la fascia tricolore comunque a un minus quam... SE&O.
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