Quotidiano | Categorie: Interviste, VicenzaPiù, Informazione, Dal settimanale

Variati risponde a Fazioli su Aim. Ma Colla e Vianello non lo aiutano

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 1 Ottobre 2011 alle 16:15 | 0 commenti

ArticleImage

Riportiamo l'articolo di cui al titolo pubblicato su VicenzaPiù n.220 ora in edicola e ne approfittiamo per ovviare alla mancanza di alcuni dei grassetti che identificano le noste domande, di una intera  domanda al sindaco su Vianello (Fazioli "Ha mai manifestato perplessità su Vianello?") la cui risposta, che inizia con un triplice Assolutamente no, è però  presente anche sul cartaceo e inserendo una richiesta di chiarimento del sindaco stesso sempre su una risposta su Vianello data e registrata, come da accordi, ma su cui oggi sente la necessità di chiarirla per un equivoco "colloquiale". Scusandoci per i refusi di un'intervista delicata  e complessa, approfittiamo del web per riprodurla integralmente con le correzioni e con l'integrazione suddette.

Variati risponde a Fazioli su Aim. Chiaro, chiarissimo. Ma Colla e Vianello non lo aiutano

Il sindaco si assume le sue responsabilità (e i suoi meriti). Ma su date e su modalità del new deal non c’è concordia tra i protagonisti

“Io penso che un sindaco vada giudicato anche dalle persone che lui chiama accanto a sé.”, così inizia il sindaco Achille Variati a parlarci di Aim prendendo spunto dalla domanda, generale, che gli abbiamo fatto. Quella  di rispondere, cioè, al suo “ex presidente” Roberto Fazioli,  che su VicenzaPiù n. 219 ha rilasciato un’intervista caliente su vecchie situazioni e su scelte di oggi per il domani dell’azienda più importante per servizi, fatturato e dipendenti di cui la città è ancora proprietaria.

“Nel 2008 ho chiamato Fazioli – continua la premessa del primo cittadino –, un grande esperto soprattutto nell’in house, non vicentino. Erano così alti i veleni nel 2008 che qualsiasi vicentino io avessi chiamato avrebbe lavorato in una situazione ancora più difficile di quella in cui si è trovato Fazioli. Accanto a lui ho preso delle figure tutte di alta professionalità perché con lui si facesse squadra ma non credo di aver mai avuto momenti di intromissione nelle questioni gestionali dell’azienda. Ho dato come input il risanamento aziendale, e il patto con Fazioli e con gli altri membri del cda, delle cuoi nomine mi prendo la totale responsabilità perché anche il Pd e gli altri movimenti di maggioranza non mi hanno fatto nessuna pressione è  sempre stato triennale, fino, cioè, al 2011. L’azienda non è di Fazioli, l’azienda è dei vicentini.”.

Il professore non ha mai fatto appunti diretti a lei, ma lui dice che il primo anno ha lavorato bene con ampia delega, mentre negli ultimi due anni il cda è stato un freno continuo.

Le dinamiche del cda erano governate dal presidente e dai suoi membri, quindi se qualcosa non ha funzionato nell’efficienza decisionale lo si deve a loro.

Si tira fuori, non era “informato sui fatti”?

Assolutamente no.

Fazioli dice anche che ha presentato più volte una bozza di piano industriale che non è stato mai discusso. Immagino che lui le avesse segnalato questa difficoltà.

Il prof Fazioli mi aveva parlato di queste difficoltà e io l’ho sempre invitato a fare squadra. Il sindaco che è il  socio non può entrare nei meccanismi gestionali, sarebbe un gravissimo errore. Io sono rimasto dispiaciuto che non ci sia stata e soprattutto nella parte finale mi sono accorto un po’ della difficoltà di fare squadra: caratteri, decisionismo troppo spinto all’inizio e gli altri non si sono sentiti sufficientemente coinvolti? Non so. Però mi pare che le scelte importanti sono sempre state fatte all’unanimità.

Si capiva da tempo che non c’era più spazio per una conferma del cda e del presidente che hanno risanato l’azienda. Li ha cambiati per motivi tecnici?

No. Io ho chiamato Fazioli tre anni fa, gli ho dato un mandato e devo riconosce che quel mandato è stato sostanzialmente raggiunto. Il mandato più importante era rimettere Aim in carreggiata, io ho sempre avuto la convinzione che Aim sia un’azienda sostanzialmente sana che sa fare alcune cose, ma altre no. Non ha la preparazione né tecnica né manageriale per affrontare ad esempio gli acquisti in diretta dai russi per una goccia di gas in un mercato così complesso. Non ha mai saputo trattare i rifiuti nocivi pericolosi, è un business  complesso a cui l’azienda non era preparata. Quindi era un’azienda che ho ereditato posta  fuori carreggiata, bisognava  riportarla in carreggiata e molte cose si sarebbero per certi aspetti anche aggiustate da sole (mah?, n.d.r.). Fazioli era l’uomo giusto in quegli anni, ci doveva essere anche una capacità di cambiamenti interni e lo ha fatto, ha raggiunto questo obiettivo. Ora, con la mia responsabilità che deriva dal mandato elettorale e della quale risponderò agli elettori e poi gli elettori decideranno, penso che non fosse più l’uomo giusto

Lui sostiene che non è riuscito a togliere le croste interne.

Vuol dire che non ci è riuscito lui, non perché qualcuno a palazzo gli ha detto di non farlo.

Dice che non è riuscito a parlare con il cda ed a cambiare gli orticelli interni

Però è riuscito in tante altre cose. A questo punto cambia la mission dell’azienda, mantenuta in house, come avevamo detto in consiglio comunale, fino al 2011 per poi decidere cosa fare.  Ora ’evoluzione del quadro normativo non è favorevole  alla scelta in house e non è favorevole neanche a quello che potrei sinteticamente chiamare il capitalismo municipale. Questo lo ritengo un errore da parte del legislatore perché le aziende dovrebbero essere misurate dalla loro capacità di essere competitive e dall’efficienza dei servizi che danno ai cittadini. Non dalla proprietà. Potrebbe esserci un’azienda meravigliosa di proprietà pubblica. Purtroppo prima i governi di centro sinistra poi il governo Berlusconi con l’ultimo decreto convertito il legge con  l’articolo 4 ci pongono di fronte all’obbligo di cedere parte della proprietà o comunque di misurarsi con il mercato costringendo i comuni al rispetto di un patto di stabilità che potrebbe portare alla paralisi non solo della macchina comunale ma anche della macchina aziendale, cosa impensabile. Il prof Fazioli ha creduto alla logica in house e io ho concordato con lui che l’azienda come era nel 2008 non poteva misurarsi con il mercato salvo pronunciare una pessima parola, “ svendita”, e io questo non lo potevo e non lo potrò mai fare con il patrimonio dei cittadini. Adesso ho bisogno di una persona che creda, invece nel confronto con il mercato, nella competizione e nella necessità di arrivare alla competizione nel mercato.

Fazioli dice che non crede nelle multi utility di proprietà di un singolo comune , con un comune solo esistono forti condizionamenti .

Io credo che anche il professor Fazioli stia prendendo atto che questo quadro normativo renda la scelta dell’in house una scelta quasi impraticabile, ma lui ne è stato un fiero paladino dal punto di vista teorico e ci ha talmente convinto che questa è la scelta che abbiamo fatto. Poi è ovvio che con una proprietà spezzettata non senti pienamente l’input della proprietà, mentre, invece, il socio unico ovviamente lo senti. E senti anche l’influenza del consiglio comunale, ne puoi sentire maggiormente le polemiche e lo scontro politico. Forse è questo che sta sotto quellee parole , lui me ne ha anche parlato.

Alla domanda su Dario Vianello nominato direttore generale ha risposto con un pesante “no comment”.  Perché?

Non saprei

Ha mai manifestato perplessità su Vianello?

Assolutamente no. Assolutamente no. Assolutamente no. Io credo che nel management interno dell’azienda il dott. Vianello sia una persona che ha certamente la conoscenza più globale dell’azienda , quindi a questo punto quando io ho proposto a Colla di pensare se poteva mettersi a disposizione per fare l’amministratore mi ha detto “ho bisogno di un direttore”  e io gli ho detto “guarda all’interno o cerca fuori. La scelta di Vianello, al di la dei bla bla, è una scelta dell’amministratore e lui mi ha detto “scelgo un amministratore interno perché ho poco tempo, ho bisogno di un’altissima collaborazione immediatamente operativa”.

Con Colla i primi approcci per proporgli il nuovo in carico quando li ha avuti?

Alcuni mesi prima, più o meno quando ne ho parlato con Fazioli, agli inizi di maggio.

Era candidato unico o c’erano delle alternative?

Nel momento in cui ho deciso di cambiare il cda c’è stata anche un’altra questione che ha agito: il fatto che Fazioli mi aveva chiaramente detto che non avrebbe potuto occuparsi interamente e totalmente di Aim e la presenza di un paio di giorni qui, e per scelte così importanti, non era sufficiente. 

Quindi Vianello non le ha mai parlato di divergenze.

Non lo so, preferisco non rispondere. (quì Achille Variati ci ha cortesente precisato oggi che stava rispondendo pensando a Fazioli come informatore sulle possibili divergenze con Vianello, mentre alla domanda avente per soggetto lo stesso direttore generale la sua risposta sarebbe stata: "Vianello non mi ha mai parlato di questioni attinenti l'azienda perchè è un professionista corretto che ha risposto sempre e solo al suo interlocutore funzionale, cioè il presidente del Cda Roberto fazioli)

Colla mi ha detto due cose diverse da lei su quando ha avuto la proposta (lui ha detto ad agosto) e su Vianello (lui dice che lei hai proposto esplicitamente Vianello, definendolo, comunque, un suggerimento normale).

Chiariamo, io sono contrario a ingerenze gestionali nell’azienda perché sono il socio e giudico i risultati in quanto socio altrimenti viene fuori un disastro. Io nomino  l’amministratore, gli do degli obiettivi  e giudico gli obiettivi. In questo caso  Paolo Colla mi ha detto “vorrei capirne un po’ di più”. Lui aveva tutta la documentazione per poter decidere, io gli ho detto” credo che tu ti possa rivolgere dentro l’azienda, c’è il dott. Vianello.”  Lui ha cercato di prendere questo contatto con Vianello ma Vianello non ha voluto per lealtà nei confronti del presidente che aveva e da questo punto di vista ho pensato che Vianello ha fatto molto bene (sull’ultima parte Colla, quindi, ha concordato, sulla prima è netta la differenza, come sono molto diverse le date del contatto tra sindaco e Colla. Perché?, n.d.r.).

Ha fatto una scelta di vicentinità sui dirigenti, come ci ha detto Paolo Colla?

Si anche questa quasi indotta dal tempo. Colla viene nominato da me per tre anni e non per 18 mesi, però c’è una dichiarazione di Colla, che io condivido, che alla fine del mio mandato, che io sia sindaco o no, lui  riconsegnerà l’incarico e chiederà se c’è la fiducia per continuare. Avendo davanti 18 mesi non avevo la possibilità di nominare un cda innovativo.

Fazioli dice “proprio nel momento in cui il sindaco sceglie l’amministratore unico non mi viene prospettato di rimanere!”.

Un po’ ho risposto anche prima sui motivi per i quali ho ritenuto che questa esperienza con Fazioli è un’esperienza che ha ottenuto dei risultati ma io penso di ottenerne degli altri e di migliori con una nuova gestione in questa nuova fase. Siccome l’azienda non è di nessuno, nessuno può pretendere. Uno viene, riceve uno stipendio che accetta, poi finisce l’incarico. Punto e a capo. E poi avevo bisogno anche di un vicentino, si è vero, adesso sì.

Colla dice che lavora dalle 8 di mattina alle 8 di sera. Come riesce a mettere insieme l’impegno a tempo pieno che ha con Aim e con le controllate con quello che mantiene con la Dinon?

Io non volevo che lui lasciasse, non voglio avere gente che alla fine dell’incarico sia disoccupata (c’è da presumere, quindi, che il rapporto col manager vicentino, già nella terna proposta da Variati per la Fondazione Cariverona, sia diverso da quello ”prendi lo stipendio e stop” enunciato per Roberto l’emiliano, n.d.r.). Credo che Colla abbia diviso alcuni giorni, che sarà completamente qui mentre per un giorno o due si occuperà del suo vecchio lavoro. Lui pensa di poter reggere, vedremo se sarà così, lui mi ha detto che ce la fa, ha casa qui…

 

Non è tutto ma c’è molto in quello che ha detto Variati, che poi incroceremo meglio, tiranni gli spazi sulla carta, anche su VicenzaPiu.com con quanto ha detto Colla. A volte fedele testimone  a favore, altre in palese contraddizione col socio di controllo assoluto.  Peccato che su tutto aleggi qualche silenzio pesante e quello totale del fedelissimo Vianello.

 


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network