Variati: «Fiducioso per l'invaso ma restano le incognite»
Mercoledi 14 Novembre 2012 alle 17:04 | 0 commenti
«Moderata soddisfazione, fiducia per il futuro». Sono queste le parole che sintetizzano il pensiero del sindaco di Vicenza Achille Variati che le ha espresse ai suoi collegi di giunta a margine della seduta di stamani. Al centro del suo discorso ovviamente ci sono le iniziative per la salvaguardia del territorio dopo l'alluvione del fine settimane. Ma non tutti gli aspetti sono chiariti mentre non mancano le critiche.
Il primo cittadino oggi si è innanzitutto rallegrato «per la celerità e l'efficacia» con cui si è mossa la macchina della protezione civile municipale e più in generale l'intera macchina comunale. Poi è passato immediatamente alla raccolta firme, avviata verso quota duemila, lanciata dallo stesso sindaco affinché si diano pieni poteri al governatore veneto Luca Zaia per completare «al più presto il bacino di espansione nordorientale di Caldogno che in futuro metterà al sicuro la nostra città ». Un'opera dal costo di una decina di milioni, «una somma che il commissario per l'emergenza alluvionale ha solo di recente messo a disposizione anche dopo la vidimazione della corte dei Conti». A tal proposito Variati (Pd) ha spiegato che facendo ricorso alla legge sugli interventi pubblici di massima urgenza i lavori potrebbero richiedere due anni al massimo. Tempo che potrebbe dimezzarsi qualora venga nominato dal governo un commissario straordinario con poteri assimilabili a quelli del commissario per la Pedemontana Veneta Silvano Vernizzi, che assomma le prerogative garantite dalla legge obiettivo e quelli forniti dalla legge speciale sulla protezione civile. Una combinazione che però in diversi casi come a l'Aquila e a Roma ha generato il cosiddetto sistema «della cricca». Una preoccupazione condivisa da Variati che chiede la massima trasparenza e non nasconde il rischio di incognite e di «distorsioni pericolose della pratica amministrativa».
Il capo dell'esecutivo poi però ha affrontato il problema dei ritardi. Ha descritto brevemente il garbuglio burocratico che ha portato alle tensioni poi sfociate tra agricoltori e regione in materia di indennizzi. Ma non se l'è sentita di identificare un responsabile, a partire dal massimo dirigente della segreteria delle infrastrutture Silvano Vernizzi (che è anche commissario straordinario alla Spv), cui spetta un compito di coordinamento e controllo anche rispetto alle questioni ambientali. Né ha voluto affrontare il tema dei contrasti politici tra la maggioranza in regione, dove il Pdl, che ha assunto una posizione più in linea col primo cittadino e con lo stesso Pd, ha criticato l'operato del presidente Luca Zaia della Lega. E ancora non è entrato nel merito della gestione commissariale per l'alluvione 2010: cominciata sotto Zaia e poi affidata al prefetto veronese Perla Stancà ri (anche dopo una serie di polemiche su una presunta contabilizzazione troppo di manica larga da parte dei tecnici incaricati da Zaia o dei comuni interessati, come accaduto a Castelgomberto nel Vicentino). Prefetto che a sua volta rigirerà le consegne a Zaia il 30 novembre. E proprio in relazione alla gestione delle emergenze da parte dei commissari e in relazione alle degenerazioni amministrative che una pratica del genere potrebbe manifestare, stamani è intervenuto il Covepa. Il quale oltre a criticare una cultura della gestione emergenziale definita in alcune fattispecie «scandalosa», ha lanciato un invito a bloccare la cementificazione vista come il principale fattore di rischio per le alluvioni. Variati infatti è stato invitato ad una moratoria almeno «ventennale» sui piani edilizi nonché a considerare oltre al bacino di Caldogno uan serie di mini invasi anche nel capoluogo berico, in modo da aumentare i margini di sicurezza (in foto da sinistra a destra Federico Ginato, segretario provinciale Pd Vicenza; Rosanna Filippin, coordinatrice veneta del Pd; il sindaco democratico Achille Variati e l'onorevole Pd Enrico Letta, ritratti in centro a Vicenza ai tempi della alluvione 2010).
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