Quotidiano | Categorie: Informazione, Storia

Variati e la qualità dell'informazione: Giorgio Marenghi "rilegge" la storia di Nevio Bottazzi

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 10 Giugno 2012 alle 10:28 | 0 commenti

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Riceviamo da Giorgio Marenghi e pubblichiamo un articolo su Variati e sul Giornale di Vicenza (sito www.storiavicentina.it).
Il 29 aprile u.s. su Il Giornale di Vicenza è apparso un articolo in cui si mette in risalto l'operato di un nostro concittadino, il sig. Nevio Bottazzi, che a detta dell'articolista sembra abbia salvato migliaia di vite, di lavoratori deportati in Germania negli anni 1943, 1944, 1945 (nella foto tratta da Il Giornale di Vicenza la foto con la disscalia: Nevio Bottazzi, 94 anni, sorride dopo aver svelato il segreto che portava da anni).

Addirittura fra titoli e sommari si parla di questo signore come di un "Perlasca vicentino" (il riferimento è a quella brava persona che salvò la vita a molti ebrei), quindi la vicenda con questi riferimenti, con questo modo di analizzare i fatti rischia di portare fuori strada. In verità Nevio Bottazzi in tutta questa storia c'entra poco perchè è stato convinto a rilasciare l'intervista, non l'ha cercata lui. E Bottazzi è sicuramente una gran brava persona, perchè ricevette un ordine di infiltrarsi nella Guardia Nazionale Repubblicana (GNR-fascista di Salò) e essendo inserito nel Dipartimento del Lavoro ebbe modo di intralciare l'opera di rastrellamento delle autorità fasciste e tedesche per l'invio in Germania di alcune migliaia di lavoratori della nostra provincia. Ora la ricostruzione storica ci dice che i lavoratori inviati in Germania a lavorare nelle fabbriche o nei campi potevano muoversi liberamente, avevano un pass, retribuzione, alloggio, assistenza medica. Non erano all'interno di campi di concentramento come i nostri soldati, non erano all'interno dei campi di sterminio come gli ebrei che da Vicenza partirono per quei luoghi senza ritorno. Certo erano trattati male, stare in Germania non era uno scherzo, le condizioni facevano di questi lavoratori gli "schiavi di Hitler". Ma c'è una notevole differenza, qui non si tratta di pericolo di vita, di sterminio,ecc. Ma di un rastrellamento di manodopera necessaria allo sforzo bellico della Germania. Caro Sindaco Variati, sembra che all'articolista del Giornale di Vicenza siano sfuggiti alcuni piccoli particolari. Nevio Bottazzi, ha fatto il suo dovere di italiano antifascista, come migliaia di altri giovani ha contribuito alla lotta di liberazione con il suo lavoro clandestino nell'ufficio della GNR, sulla sua scrivania passavano le richieste degli uffici di collocamento tedeschi e fascisti e lui e altri facevano sparire elenchi, informavano gli interessati,ecc. Una cosa meravigliosa, ma normale se considerata nel contesto della lotta antifascista. Tutti rischiavano, Bottazzi ha rischiato. Ma cosa c'entra con il "tirare" questo scoop a livelli ridicoli. Una cosa è questo lavoro di sabotaggio, un'altra è salvare le vite di uomini inviati ai macelli del Terzo Reich! Capisce perchè caro Sindaco lei non può permettersi di cascare e scivolare su questa buccia di banana? E allora perchè non dà la cittadinanza onoraria anche a centinaia di altri vicentini che hanno pur essi fatto il loro "dovere" di italiani? Un'altra volta prima di parlare di dare onorificenze ci pensi due volte e sopratutto stia attento alla qualità degli articoli che escono dal Giornale di Vicenza! Un'ultima cosa: Lei Sindaco e l'articolista "avventurista" (per essere buoni) potete visionare l'attività del Bottazzi su un documento che "dorme" su questo sito di storia. Nel menu principale c'è un documento del CLN proprio su Nevio Bottazzi, con una "sua" dichiarazione sull'attività svolta nell'ufficio della GNR, che si riporta di seguito. D'accordo? Adesso siete avvisati.

Giorgio Marenghi

 G.N.R. BOTTAZZI NEVIO




INFORMATIVA Ufficio "I" CLN di Vicenza

Prot. n.3463/2 del 20/4/1946

RELAZIONE SULLA MIA ATTIVITA' IN SENO AL REPARTO G.N.R. DEL LAVORO DI VICENZA

 

Ho conosciuto il rag. Eccli Cesare (Battisti) comandante la Brigata partigiana "Luciano Manara" nell'aprile del 1944, avendo io espresso il desiderio di prendere parte all'attività clandestina antifascista, mi propose di entrare nel reparto G.N.R. del Lavoro di Vicenza per poter intralciare l'invio dei lavoratori in Germania. Entrai a far parte di detto reparto il 13 maggio 1944. Appena ambientato, come da istruzioni avute, mi diedi da fare per formare una squadra, con elementi del reparto stesso. Da parte mia riuscii ad entrare nell'ufficio stesso, che trattava l'invio dei lavoratori in Germania.

Gli elenchi dei lavoratori venivano inviati al reparto dall'ufficio di collocamento tedesco ed italiano in numero rilevante. Dal maggio del 1944 al gennaio del 1945 furono precettati da detti uffici di collocamento ben 13.000 (tredicimila) lavoratori, ma grazie all'attività della squadra e mia (distruggendo elenchi ed avvisando in tempo i ricercati) partirono per la Germania 1250 (milleduecentocinquanta) lavoratori.

Da notare che in detto numero sono compresi i lavoratori rastrellati dalla Brigata Nera, dalla Compagnia Ordine Pubblico e dal raggruppamento G.N.R. e i detenuti delle carceri di Vicenza, Valdagno, Bassano e Schio. I continui trasferimenti di elementi del reparto ridussero la mia squadra a tre uomini, non sempre disponibili.

Il 25 aprile 1945 il rag. Eccli Cesare mi ordina di occupare la caserma e di raccogliere tutte le armi possibili. Nel pomeriggio di detto giorno entro in caserma accompagnato da un uomo della mia squadra (il sig. Marchesin Arduino) ed occupo la caserma in nome del C.L.N.

Trenta uomini, tra cui tre ufficiali, depongono le armi e fuggono. Oltre settanta moschetti, un fucile mitragliatore, tre casse di munizioni, due casse di bombe a mano, sono il bottino che ci affrettammo a mettere a disposizione del nostro comandante.

Assieme a questi sono quindi andato in casa del sig. Ferrin Giovanni (membro del CLN) dove mi è stato presentato un signore, certo capitano Doria. A questi feci lo specchio della caserma e il punto dove avevo raggruppato le armi. Il capitano Doria ci diede l'incarico di recuperarle, cosa che è stata fatta tramite i vigili urbani. Il giorno successivo il rag. Eccli Cesare ed il sottoscritto con alle dipendenze 10 vigili urbani occupavano il municipio di Vicenza.

(firmato Bottazzi Nevio)

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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