Quotidiano | Categorie: Politica

Variati commemora l'11 settembre

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 11 Settembre 2009 alle 16:07 | non commentabile

Comune di Vicenza

La paura e la speranza

Sono passati otto anni dalla data che oggi, come già un anno fa, qui commemoriamo. Quell'11 settembre del 2001 il mondo guardò attonito gli aerei schiantarsi sulle Torri Gemelle. Il mondo intero vide le esplosioni, il fuoco, il crollo. Vide le urla e la paura, vide la devastazione e il dolore, ma vide anche il sacrificio di centinai di soccorritori e il coraggio di una nazione.
Come spesso accade nella lunga e tortuosa storia dell'uomo, fu la paura il primo sentimento a farci sentire vicini ai nostri amici d'America, a legarci a loro nella percezione immediata di condividere uno stesso destino, di vivere la medesima storia. Fu la paura a renderci tutti, in quel momento, fratelli. Era istintivo cercare, in quella giornata convulsa, le persone a cui si voleva bene. Abbracciarle se erano lì con noi. Chiamarle, se erano distanti. Per trovare, semplicemente, forza e conforto nella più semplice e spontanea delle condivisioni. In un modo non molto diverso da quello con cui, migliaia di anni fa, gli uomini si stringevano attorno al fuoco per combattere il timore della notte e del buio. Tutti noi, uomini liberi, fummo in quel momento drammatico e incomprensibile resi fratelli nella paura.
E come spesso accade nella storia dell'uomo, e nelle storie individuali di ciascuno di noi, alla paura subentrò il dolore. Fu il dolore per le vite che erano state spezzate, nel conteggio straziante dei morti. Il dolore per chi aveva perso padri e madri, fratelli, figli, amici. Il dolore delle molte storie che avremmo letto sui giornali, e dei messaggi di addio che avremmo ascoltato in televisione e in radio, storie e messaggi di persone come voi e come me. Il dolore per quel simbolo caduto, e che sentimmo tutti non essere un simbolo solo di una città o degli Stati Uniti, ma un simbolo del mondo intero, del nostro Occidente orgoglioso e fiero. Fu il dolore dei discorsi che vennero nei giorni successivi all'attacco, il dolore delle migliaia di candele accese, il dolore di quella ferita apertasi improvvisamente in un paesaggio universale e universalmente amato, quello della skyline di New York, per lasciare un vuoto in tutti noi. E di nuovo, quel sentimento ci rese vicini, e ci legò. Fummo tutti, in quei giorni e nelle settimane che seguirono, fratelli nel dolore.
Sono venuti, negli anni, gli attentati di Londra e di Madrid a portare nel cuore dell'Europa il terrore e l'orrore della guerra e del male, a portare tra di noi la paura e il dolore. E poco tempo fa, in Italia, la tragedia del terremoto in Abruzzo. Certo diversa nelle cause che l'hanno provocata, eppure uguale nei suoi effetti: devastazione, morte, perdita improvvisa delle molte certezze su cui si basa la nostra vita di ogni giorno. Anche qui, nella nostra nazione e a poca distanza da noi, paura e dolore. E anche qui, l'improvvisa consapevolezza, che sempre si risveglia quando su di noi cala la notte, di come una sola sia la storia che viviamo, uno solo il destino, uno solo il mondo, una sola l'umanità che lo abita.
Ma anche nella notte più buia ci consola la certezza di una nuova alba. E anche i giorni più terribili della nostra storia non sono scanditi solo dalla paura e dal dolore. Altri sentimenti ci legano e ci rendono fratelli su questa terra: forse meno immediati ma di certo altrettanto profondi e potenti. Ci lega l'aspirazione alla felicità. Ci lega la devozione alla libertà. Ci lega l'amore per la vita. Ci lega il senso della pietà verso quei popoli che vivono nella paura e nel dolore, ci lega la responsabilità che sentiamo di avere per quelle terre in cui è ancora notte, la notte della democrazia, della libertà, della pace. E ci lega soprattutto la speranza.
Perché tra tutti questi sentimenti è la speranza che fa muovere il mondo. È la speranza in un futuro più luminoso che ci anima nella nostra continua ricerca, che ci infonde il desiderio di migliorarci e di migliorare il mondo attorno a noi, che ci fa considerare i bambini il bene più prezioso, che ci fa combattere le battaglie più importanti, che ci spinge a sollevare lo sguardo dalle miserie per guardare alle stelle. È la speranza che ci fa scoprire, ogni giorno, come in ognuno di noi ci siano la forza e il coraggio per resistere alla paura e al dolore.
Due giorni fa, in un importante discorso pubblico, il presidente degli Stati Uniti ha sintetizzato questa idea con mirabile chiarezza, dandole il sapore di una sfida e invitando la politica ad avere più coraggio. Obama ha detto: "Non siamo arrivati qui per avere paura del futuro. Siamo qui per forgiarlo".
È un messaggio che voglio fare mio e condividere con voi in questo giorno di commemorazione. Perché così come siamo stati fratelli nella paura e nel dolore, siamo anche, tutti noi, fratelli nella speranza.

Achille Variati

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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