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Vajont, nella Repubblica Veneta sarebbe avvenuto?

Di Citizen Writers Giovedi 9 Ottobre 2014 alle 16:53 | 0 commenti

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Riceviamo da Gianluca Busato, Segretario Veneto Sì, e pubblichiamo
La strage del Vajont, di cui oggi ricorre il 51°anniversario, è stato il tragico frutto una lunga catena di gravi irresponsabilità pubbliche che hanno rappresentato in maniera drammatica e senza pari lo stato italiano nella sua peggiore espressione, tra lassismo, mancanza di controlli e profonda corruzione. 1917 morti a Longarone, Erto e Casso, senza nemmeno uno straccio di dimissioni del più misero tra i sottosegretari.

 Possiamo dire con certezza che nella Repubblica Veneta indipendente una simile tragedia, causata dalla mancanza di valori umani, non sarebbe potuta avvenire.

Come già scrissi, il racconto di quegli attimi spaventosi fa parte della memoria collettiva di tutti i veneti e costituisce un fatto drammatico, che ci accomuna e rappresenta per noi veneti un giorno di lutto nazionale autentico. Un segnale terribile di distacco da uno stato che ancora oggi guarda al tragico evento con l’ipocrisia tipica di una capitale lontana, confermata dalleparole del primo ministro italiano di oggi, che neanche lontanamente prova l’idem sentire di quegli attimi che hanno scolpito la nostra storia.
Il 9 ottobre 1963 i cittadini di Longarone, Erto e Casso sono rimasti soli ed è rimasto solo l’intero Veneto unito in una tragedia senza pari.

Ricordo allora che fu esattamente un anno fa, in occasione del 50° anniversario di quel tragico evento, che, per qualche oscura ragione del destino, concepii l’idea del Plebiscito Digitale, che di lì a pochi giorni sarebbe stato annunciato al pubblico prima in un evento pubblico a Verona e quindi in un convegno che si tenne ad Este.

E come non ricordare allora che fu proprio un comune duramente colpito della tragedia, Castellavazzo, oggi unitosi a Longarone, che il 5 aprile 2013 per primo approvò il sostegno al referendum di indipendenza del Veneto?

Voglio riportare alla memoria questi piccoli episodi poiché anche nei momenti più bui si trovano i segnali per far vincere la vita sulla morte.

Se c’è una ragione che più delle altre rappresenta bene la necessità di cambiare corso con la nostra piena indipendenza è proprio la strage del Vajont che simboleggia al massimo la distruzione del nostro territorio e l’esigenza di una sana e virtuosa gestione della res pubblica che sia improntata su valori oggi calpestati dallo stato italiano.

Leggi tutti gli articoli su: Gianluca Busato, Vajont, Repubblica Veneta

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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