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Leonardo Martini lascia l'azienda ai lavoratori. L'imprenditore era del PCI: uomini e no

Di Giorgio Langella Sabato 6 Dicembre 2014 alle 23:26 | 0 commenti

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Qualche giorno fa, a Vicenza, si sono svolti i funerali dell'imprenditore Leonardo Martini, titolare della Dioma srl, un'azienda simbolo di eccellenza e qualità. I funerali si sono svolti in forma laica all'interno della fabbrica. Ma la notizia vera è che Leonardo Martini ha lasciato la proprietà e la gestione della fabbrica a una sua collaboratrice con l'impegno di garantire continuità e lavoro a tutti i dipendenti.

In pratica ha lasciato tutto in mano ai 25 lavoratori che saranno responsabili della parte produttiva e tecnica dell'azienda e così, loro e non altri, potranno portare avanti il suo progetto d'impresa.

La differenza tra la figura di Leonardo Martini e quei dirigenti e padroni interessati dalle vicende della Marlane Marzotto, della Eternit, dell'ILVA, della Tricom o dallo scandalo della concia di Arzignano è, come si può capire, abissale. Una differenza umana e culturale.

Forse non è un caso se Leonardo Martini era un Uomo di sinistra che, come si può leggere nei giornali, proveniva da una famiglia comunista. Egli stesso era stato iscritto alla sezione "Eugenio Curiel" del Partito Comunista Italiano di Creazzo negli anni '70 e fino alla morte di Berlinguer. Queste sue "vecchie scelte" forse significano poco, ma certamente sono indicative del fatto che, Leonardo Martini, aveva una cultura d'impresa e una concezione dei rapporti di lavoro ben diversa da quella di tanti imprenditori, anche di quelli considerati "democratici" e "illuminati".

Una cultura per la quale i lavoratori non sono mai da considerarsi "forza lavoro", "ingranaggi" e tanto meno "esuberi" ma, semplicemente, persone da rispettare. Uguali.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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