Università, no al numero chiuso. Zaia:"Dopo le promesse, ministro e governo immobili"
Lunedi 1 Settembre 2014 alle 15:01 | 0 commenti
Regione Veneto - "La riforma dell'Università con l'abolizione del numero chiuso e dei quiz-lotteria per accedervi, da sostituire con criteri di merito legati al curriculum di studio, sta facendo una brutta fine: non riesce ad andare oltre l'#statetranquillilafaremo sparato in piazza in campagna elettorale per le europee dal Ministro Giannini."
Un Ministro che promette ma non fa, non dico la riforma ma almeno la convocazione del promesso tavolo tecnico per studiarne le modalità ; il mondo accademico che per ora non è andato oltre la pur comprensibile segnalazione di problemi logistici, un summit con il prevedibile nulla di fatto finale. Siamo di fronte ad uno stand by che danneggia gli studenti e non depone a favore di un futuro migliore orientato alla qualità reale e al merito".
Lo sottolinea il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia rispetto al futuro della promessa abolizione del numero chiuso e dei quiz d'accesso alle Università , tema sul quale si è registrato un vertice conclusosi con un nulla di fatto.
"Il 3 settembre ad esempio - incalza Zaia - 85.000 studenti delle professioni sanitarie, tra cui infermieristica, ostetrica, fisioterapista, tecnici di laboratorio nelle varie branche, si giocheranno al lotto 25.540 posti e a seconda di quanti indovineranno come si chiamava il cavallo bianco di Garibaldi, sarà deciso chi merita di studiare per la professione che ha scelto e chi no. Non è così che si formano i professionisti migliori, così vanno avanti solo i più fortunati ed è una profonda ingiustizia, che mina di fatto il diritto costituzionale allo studio per tutti. Serve selezione vera - attacca Zaia - tutti ai nastri di partenza con uguali possibilità e chi sgarra con gli esami, ad un certo punto è fuori. Questo è quello che chiedo dal novembre 2013, questa è la promessa del Ministro Giannini, questo è quello che ragazzi e famiglie si aspettano per non finire nel business milionario dei tutor privati e dei viaggi della speranza all'estero".
"Le preoccupazioni logistiche espresse dai Rettori - aggiunge il Governatore - sono fondate, ma non irrisolvibili: Se il Governo crede all'importanza della formazione universitaria italiana dimostri che i finanziamenti strutturali ad alcune scuole non erano lo strumento per consentire al Premier di andarle a visitare con la fanfara, ma una piccola parte di una strategia vera a favore della nostra istruzione; trovi i soldi per mettere a disposizione delle Università nuovi spazi, anche recuperandone tra i beni demaniali inutilizzati, e nuovi docenti se ne servono. Non è così difficile, basta usare in modo virtuoso e selettivo i criteri della spending review, tagliando magari atenei troppo simili a catene di montaggio lauree, e cominciando a sostenere quelli virtuosi per gestione, qualità dell'insegnamento e severità delle valutazioni come Padova, Verona e Venezia, e quelle Regioni come il Veneto che si pagano un centinaio di borse di studio l'anno per gli specializzandi in medicina".
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