Un'azionista Veneto Banca pone una domanda di interesse anche per soci "truffati" di BPVi. Qui le indicazioni su chi pagherà: e se fosse Intesa Sanpaolo?
Sabato 12 Agosto 2017 alle 18:46 | 0 commenti
F. S., azionista Veneto Banca, ci sottopone una questione di interesse generale su chi potrebbe rimborsare i soci truffati anche da Banca Popolare di Vicenza (nella foto con la nuova, desolante "zero insegna") a cui risponde il dr. Riccardo Federico Rocca.
Col decreto legge n. 99 (pubblicazione G.U. n. 146 del 25/06/2017? è giusto?), lo Stato (sempre a favore delle Banche e mai a tutela dei risparmiatori) sta beffando gli azionisti già truffati dalle suddette banche. La data del 12/06/2014 come limite di acquisto azioni, negherebbe un eventuale rimborso ai risparmiatori/azionisti VB tratti in inganno dalla lettera del dott. Favotto datata Giugno 2014 (qui in allegato) relativa all'aumento di capitale sociale VB, nella quale si parlava di investimento e non vi era spiegazione alcuna sul rischio del titolo azionario. (Ci sono anche altre lettere inviate ai soci dai precedenti e successivi Presidenti VB). Lettera poi accompagnata dalle garanzie (verbali) dei funzionari e gestori di Filiale. (Non sto ad elencare tutti gli imbrogli...)
L'azionista che avesse fatto ricorso all'Arbitro per le Controversie Finanziare e che avesse avuto giudizio positivo, quindi risarcitorio, deve comunque fare di nuovo ricorso all'Autorità Nazionale Anticorruzione? ("Il ricorso è redatto avvalendosi esclusivamente di apposito modulo reso disponibile nel sito internet istituzionale della Camera arbitrale dell'Autorità Nazionale Anticorruzione di cui all'art. 210 del decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016, ed è presentato in via telematica mediante posta elettronica certificata ovvero, a scelta del ricorrente, su supporto cartaceo al Collegio arbitrale.") Se così fosse e sarebbe davvero assurdo: per quale motivo è stato istituito l'ACF?
Richiesta di insinuazione al passivo? La data del 24 agosto 2017 è giusta? Si prenderebbero "briciole" o neanche quelle? Chi pagherebbe?
Scusate lo sfogo, ma dopo due anni e mezzo della telenovela Banche Venete ora si è arrivati proprio al limite; si è toccato il fondo... o si toccherà davvero quando gli azionisti truffati non avranno alcun rimborso? Che fare?
Desidererei avere delle risposte, potete aiutarmi?
Grazie.
Cordiali saluti.
F. S.
Gentile sig.ra S., la realta' e' peggiore di quanto lei abbia inteso poiché la data limite del 12 giugno 2014 è riferita esclusivamente all'acquisto di obbligazioni subordinate. Gli azionisti che si ritengano ingannati possono solo presentare domanda di insinuazione al passivo della liquidazione coatta amministrativa, per vedere accertato il proprio diritto di credito. Potra' sembrarle strano ma ad oggi non è ancora noto il termine entro il quale tale istanza debba essere depositata poiché i sessanta giorni accordati decorrono dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Ministeriale che ha dato avvio alla procedura di liquidazione e che ad oggi non è ancora stato pubblicato. Se mi chiede perché tale pubblicazione non sia stata ancora effettuata, posso solo ipotizzare che siano stati gli stessi commissari liquidatori ad averlo richiesto, poiché vi sono adempimenti a loro carico che parimenti decorrono dalla data di pubblicazione. Chi ha già ottenuto una decisione a proprio favore dell'ACF, può allegarla alla domanda di insinuazione, augurandosi che i commissari liquidatori ne tengano conto nel decidere sull'ammissione allo stato passivo.
Se mi chiede chi rimborsera' i risparmiatori truffati, al momento non ho risposte certe, poiché la liquidazione stenterà anche a pagare i creditori in prededuzione (ovvero sorti dopo l'avvio della liquidazione). Peraltro il decreto legge del 25 giugno scorso presenta una molteplicità di profili di incostituzionalità ', e vi è chi è già al lavoro per farlo saltare. Con l'obiettivo che sia Intesa Sanpaolo a mettere sul tavolo un miliardo dei cinque che ha avuto in regalo dallo stato per compensare chi è stato truffato. Â
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