Fratello orso
Martedi 16 Settembre 2014 alle 15:49 | 0 commenti
Riceviamo da Marta Frigo e pubblichiamo - Al mio ritorno dal Trentino per ricordare Daniza e i suoi cuccioli, leggo con sollievo la notizia che il Corpo Forestale dello Stato, ha deciso di sospendere le ricerche dell'orso Genè sull'Altopiano di Asiago, luogo abitato dai suoi antenati, come ricordano molti toponimi, fin dalla notte dei tempi.
La morte di Daniza, colpevole di aver difeso i suoi cuccioli, è stata una tragedia annunciata; in ogni caso se fosse sopravvissuta alla cattura sarebbe stata destinata ad un altra terribile morte, quella dentro il recinto-lagher di Casteller, separata per sempre dai suoi cuccioli.
Quanto è avvenuto è senza dubbio un crimine contro la vita: invece di aspettare che Daniza andasse in letargo con la sua prole per passare almeno un inverno, si è deciso con profondo cinismo di andare avanti con il progetto di cattura, ben sapendo che 2 cuccioli di appena 7-8 mesi sarebbero stati senza madre.
Ora vagano per i boschi soli e disorientati, in un territorio che non conoscono, non riusciranno ad andare in letargo perchè non hanno accumulato il grasso sufficiente, sono esposti ad ogni tipo di pericolo che non sanno ancora riconoscere, privati della guida preziosa ed amorevole della loro madre. E quando comincerà a nevicare come faranno?
Se non riusciranno a sopravvivere (e il rischio è altissimo per i piccoli senza madre), il crimine commesso dalle autorità trentine sarà triplice: 3 orsi eliminati in un colpo solo.
Parlando con alcuni cittadini di Trento e Pinzolo mi sono resa conto del modo irresponsabile con cui la Provincia di Trento ha gestito il progetto di reintroduzione dell'orso nell'arco alpino. Gli abitanti non sono stati coinvolti, ho percepito in persone di ogni facia di età sia crudele indifferenza sia preoccupazione e paura per la presenza di questo predatore di cui non conoscono nè la biologia nè il comportamento e tantomeno il ruolo fondamentale che riveste per l'equlibrio dell'ecosistema. Questa mancanza di conoscenza porta evidentemente al clima tipico da caccia alle streghe dei secoli passati che si può trasformare, come purtoppo abbiamo visto, in una vera e propria isteria collettiva. Tutto ciò, lungi dal trovare soluzioni per una convivenza pacifica con questo affascinante signore dei boschi, ci ha fatto precipitare negli anni bui del medioevo in cui l'orso era un animale pericoloso da sterminare. Non a caso l'abbiamo portato sull'orlo dell'estinzione.
Ora che mamma orsa non c'è più, a Pinzolo potranno portare a termine l'ampliamento dei loro impianti sciistici (per cui forse è stata sacrificata), ma da oggi in poi i boschi della Val Rendena saranno molto pià poveri.
Credo che Daniza con la sua morte ci porti tutti a riflettere sulla nostra capacità di ricostruire il rapporto, che sembra ormai perduto, con la natura e agli altri animali, ci invita ad uscire da quell'egoismo antropocentrico che ci fa ritenere padroni assoluti di questo pianeta.
"Fa sì che il mio selvaggio Fratello Orso viva per sempre libero, finchè il sole risplende nel cielo. Questa è la mia preghiera o Grande Spirito, per il mio Fratello Orso"
(Preghiera indiana)
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