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Una nazione normale? Alcuni titoli delle notizie di ieri

Di Giorgio Langella Venerdi 9 Maggio 2014 alle 02:50 | 0 commenti

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Una nazione normale? Alcuni titoli delle notizie di ieri:"Arrestato l'ex ministro Claudio Scajola: ha favorito la latitanza dell'ex deputato Matacena"."Expo, sette arresti a Milano. Tra questi Paris, Frigerio e Greganti ..." (... e il "costruttore di riferimento" Enrico Maltauro). Processo sulla compravendita di senatori. Mi offrirono soldi per passare con Berlusconi. Testimonia l'ex senatore Rossi"

"Siena: arrestato Minucci, presidente lega basket, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'evasione e alla frode fiscale per 60 milioni"
"L'ex ministro della giustizia, Paola Severino rappresenta l'Ilva al tavolo con il governo. L'ex guardiasigilli firmò il primo decreto salva-Ilva"
"Briatore tiene una lezione alla Bocconi: nei miei locali, ai ragazzi, 4-5 mila euro al mese di mance".

Sono notizie che ci mostrano una situazione disperante, fatta di malversazioni, arresti di personaggi eccellenti con accuse gravissime, palesi conflitti di interesse, "lezioni" universitarie che prospettano un mondo nel quale si guadagna grazie alla generosità dei ricchi. Non c'è merito, non c'è speranza, non c'è morale. Ci si dovrebbe indignare, provare disgusto e lottare per cambiare questo stato di cose. Invece, oggi è una giornata come tante, assolutamente normale. I fatti riportati, infatti, non sono altro che la logica conseguenza di quell'inquinamento dello Stato e delle coscienze attuato, negli ultimi decenni, con scientifica tenacia dalla classe dirigente del nostro paese. È, infatti, il trionfo dell'abuso del potere, dell'utilizzo del bene pubblico per scopi privati, dell'arroganza di politicanti e imprenditori attenti solo al proprio tornaconto personale. Sono gli stessi che evadono le tasse, che delocalizzano, che sfruttano, che permettono di fare tutto questo, che corrompono e si fanno corrompere. È la solita, ormai vecchia, storia. Quella pratica delinquenziale denunciata da Enrico Berlinguer e dal PCI oltre 30 anni fa e conosciuta con il nome di "questione morale". Oggi, l'onestà e la rettitudine dell'allora segretario del PCI, sono un lontano ricordo. Un ricordo del quale bisognerebbe avere grande nostalgia. E, invece, ci si rende conto che ha vinto, in questi ultimi decenni, il malaffare, la famigerata "Milano da bere" simbolo del craxismo rampante.

Nel nostro paese la collusione tra affari più o meno leciti, cattiva politica e mafie è diventata una condizione abituale. Una condizione che non può essere combattuta con i silenzi e l'omertà. E neppure, come vuole Renzi spalleggiato da Napolitano, stravolgendo la Costituzione e approvando leggi che, se da un lato, favoriscono lo strapotere dei partiti maggiori trasformatisi in comitati d'affari (vedi la legge elettorale denominata "italicum"), dall'altro, (vedi il "jobs act"), rendono sempre più precario il primo diritto costituzionale: il lavoro. Ci prospettano una società retta da oligarchie inamovibili e fondata non più sul lavoro ma su una precarietà eterna e sull'elargizione di elemosine più o meno generose.

La discriminante, per ritornare ad essere un paese normale, è di ridare piena dignità ai valori e ai principi della Costituzione. Le scorciatoie proposte da Matteo Renzi, quel suo decisionismo supponente così simile a quello che fu di Bettino Craxi, il tentativo di rendere il parlamento sempre più inutile tenendolo in scacco con ricatti, continue richieste di fiducia, l'oggettiva debolezza culturale e politica dei parlamentari, la progressiva trasformazione del sistema democratico parlamentare in un presidenzialismo più o meno mascherato, tutto in nome di una "governabilità" di fatto autoritaria, non fanno altro che diminuire i diritti dei cittadini e aumentare i privilegi e la prevaricazione dei malfattori.

Apriamo gli occhi e ribelliamoci a questa situazione.

PS: oltre alle notizie sopra riportate, ne arriva un'altra che dimostra la superficialità e il pressapochismo (o è qualcosa d'altro?) di chi dovrebbe governare il paese. L'ormai logorroico presidente del consiglio Matteo Renzi ha dichiarato "Il 740 non ce l'hanno all'estero e non l'avremo nemmeno noi. Perché dal prossimo anno elimineremo un certo modello di dichiarazioni dei redditi". Ora, a quanto risulta, il modello 740 è stato già eliminato qualche anno fa e sostituito da altra dichiarazione. È facile promettere di togliere qualcosa di inesistente. Renzi, si sa, vuole vincere facile ... povera Patria.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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