Un taglio sconsiderato: così Ennio Tosetto. A luglio 2005
Lunedi 26 Settembre 2011 alle 20:52 | 0 commenti
 
				
		
		Riceviamo da Paola Pesavento un "memo" e pubblichiamo.
Lettera al Giornale di Vicenza dell'Assessore Ennio Tosetto, Lunedì 25 Luglio 2005 CRONACA, pagina 38
Vorrei intervenire tramite il Giornale da lei diretto in merito al taglio sconsiderato dei tigli attuato il 12 luglio nella piazza Marconi a Vicenza. Come correttamente riportato nel Giornale, solo alcuni dei 6 tigli presenti nella piazza risultavano malati; se non erro e come ho potuto constatare de visu, spiando tra le alte transenne ovattate da una rete fitta di plastica di colore verde, solo due tigli erano ammalati in modo irreparabile.
Si è ritenuto invece opportuno, non so per quale strano ed ingiusto  ragionamento, radere al suolo tutto e rendere tabula rasa la Piazza  creando una spettrale immagine di vuoto, che snatura un impianto  urbanistico voluto dai nostri nonni agli inizi del '900.
Era  possibile procedere per fasi tenendo gli alberi sani e realizzando un  progetto integrato al quartiere e non solo alla scuola e soprattutto  rispettoso del concetto di sostenibilità di cui tanto si parla. 
Progresso!  Macchina inesorabile della modernità o totale insipienza? È questo che  ci siamo chiesti alcuni cittadini ed io mentre guardavamo dal basso  questi orgogliosi demolitori del verde che, con determinazione simile a  tagliatori amazzonici, nel volgere di qualche ora hanno distrutto ciò  che madre natura ha creato in decenni, alterando in modo inesorabile il  microclima di questo luogo urbano.
Mi domando perché uccidere la  natura, perché distruggere tutto, in base a quale ragionamento anche di  convenienza economica si attuano progetti così distruttivi?
Si  racconta che anche i bambini abbiano partecipato alla stesura del  progetto, ma non ho visto bambini accompagnati dalle loro mamme, padri o  nonni ed insegnanti assistere al brutale taglio degli alberi; forse  anche questo farebbe parte di un completo processo educativo.
C'eravamo  solo noi cittadini inermi, fuori dalle transenne, forse perché  pericolosi! Non c'erano i vetri trasparenti presenti nelle transenne che  cingevano il Parking Verdi o il Nuovo Teatro con tanto di cartello  inneggiante la novità; recinzione rossa all'esterno e rete fitta verde  all'interno, il taglio degli alberi è una cosa loro, non deve riguardare  i cittadini ma soltanto chi progetta per un nostro migliore futuro nel  quale la natura rappresenta un contorno; un elemento decorativo.
Lasciamo  stare i bambini e lasciamoli fare i bambini; forse sarebbe più  opportuno che gli adulti garantissero ai bambini di andare a scuola a  piedi o in bicicletta per tragitti sicuri senza essere arrotati in  qualche novella rotatoria. A proposito, caro direttore, ha visto come  sono aumentate le biciclette dopo l'utilizzo indiscriminato in ogni dove  di rotatorie nella città? 
Tutto mi sembra così assurdo ed inutile;  brutale e progressivo è l'impoverimento dei valori urbani della nostra  città, della città civile nata dalla necessità e volontà dello scambio  tra cittadini. Ora si sta realizzando la città del consumo;  dell'approccio aggressivo in onore di un modernismo che non c'è, di  un'idea di nuova città vuota e non condivisa dai cittadini.
Il  progettato e speriamo mai realizzato tunnel sotterraneo, previsto per  l'attraversamento della città, sarebbe una vera ferita non  rimarginabile, un negare l'esistenza stessa della nostra città che molti  di noi amano.
Ritornando alla piazza Marconi molti pensieri mi sono  venuti incontro, un senso di impotenza, di smarrimento, e in questi  giorni ogni volta che esco dall'ufficio ed entro in questo spazio che mi  dava allegria, provo un senso di malessere e sbigottimento, di rabbia e  di nausea. Per consolarmi ho guardato con attenzione il progetto, anche  questo un elogio smisurato e inopportuno al re cemento: pavimentazione  in betonelle di cemento a due colori; panchine in cemento bianco; 5  nuovi alberi che speriamo si mantengano sani dopo il laborioso impianto  autunnale, di altezza ridicola rispetto a quelli tolti.
Mi chiedo:  almeno il legno degli alberi tagliati potevano utilizzarlo per  realizzare le panchine, per creare delle pedane, i bordi delle aiuole;  almeno avrebbero continuato a rimanere in sito, magari con funzioni  diverse, pezzi di albero che quel luogo li aveva visti nascere.
Mi  domando: i progettisti così accorti ai desiderata dei bambini, si sono  studiati gli effetti del microclima di questa parte di città, del  soleggiamento e ombreggiamento sulle pareti ad ovest della scuola, della  riduzione della superficie permeabile e del comfort visivo dato  dall'area verde, si sono fatti dei raffronti tra costi e benefici  valutando anche le tasche dei cittadini? Perché tagliare una pianta sana  per sostituirla con una sana? Con quali costi e a carico di chi? Si è  interpellata adeguatamente la popolazione per informarla di ciò che si  intendeva realizzare? Di urbanistica partecipata se ne parla in ogni  dove, ma dove serve non viene utilizzata.
Si è proceduto in onore a  verità assolute possedute da pochi esperti. È rispetto a tutto ciò che  il mio essere si ribella, ancora una volta a Vicenza si è proceduto  senza analizzare fino in fondo azioni che mi paiono sconsiderate e  sbagliate in un quartiere operaio e popolare nato tra il 1910 e il 1920 e  definito dal Coppa "uno dei migliori esempi italiani di città giardino  innestato sull'idea della città giardino".
La piazza è il fulcro  generativo tra la parte antica e moderna della città, in un processo  analogico con quanto era avvenuto nel 1400, cinquecento anni prima con  la creazione, sotto la dominazione scaligera , del quartiere di Porta  Nova. Ora piazza Marconi è vuota, monca del volume verde che la  connotava e che reggeva gli assi delle strade e l'assetto morfologico  del quartiere. 
Io non avrò il tempo necessario per rivedere com'era  Piazza Marconi, spero la potranno vedere i nostri nipoti e spero anche  di non dovere assistere mai più in questa città a simili eventi  distruttivi: in questo il Giornale da lei diretto si potrebbe fare  promotore di iniziative di tutela del verde pubblico cittadino, anche  procedendo ad un censimento realizzato dai lettori. 
L'articolo  relativo al cantiere di viale Giuriolo lungo il Bacchiglione è valida  testimonianza di un modo distruttivo di procedere alla tutela del nostro  patrimonio arbustivo e verde. 
Allego documentazione fotografica che  restituisce l'immagine della Piazza prima, durante e dopo l'intervento,  a testimonianza di ciò che spero non dovrà più succedere nella nostra  città di Vicenza.
Ennio Tosetto
Architetto Delegato ANAB, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica
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