Un punto in più per l'Iva ma Monti gongola: "viene ridotto l'aumento previsto"
Mercoledi 10 Ottobre 2012 alle 20:03 | 0 commenti
Il consiglio dei ministri ha varato la "legge di stabilità " (che, poi, sarebbe la "finanziaria" alla quale è stato cambiato il nome). Nella conferenza stampa di presentazione della stessa, il professore Monti ha dichiarato: "oggi possiamo vedere e toccare con mano che la disciplina di bilancio paga e conviene perché ci ha consentito di non dover rincorrere di continuo la congiuntura ... ci si può permettere qualche moderato sollievo" come "un inizio di riduzione dell'Irpef". Infatti l'Irpef cala di un punto per i redditi più bassi.
"Bene", verrebbe da dire, finalmente calano le tasse. Ma ... c'è qualcosa, sotto, che non va. L'IVA viene aumentata di un punto percentuale (il 10 diventa 11% e il 21 sale al 22%). Una notizia che viene data dicendo che "viene ridotto l'aumento previsto". In pratica è uno strabiliante gioco di parole che nasconde il fatto che quando acquisteremo qualche prodotto o qualche servizio pagheremo di più. E poi, per i lavoratori statali viene confermato il blocco dei contratti fino al 2014 e per il biennio 2013-2014 non sarà erogata neppure l'indennità di vacanza contrattuale. La retribuzione per i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili viene tagliata del 50%. Alla sanità verranno dati finanziamenti ridotti di circa un miliardo di euro. Altri miliardi verranno tolti agli enti locali e questo significherà meno servizi ai cittadini.
In pratica una nuova manovra che fa pagare la crisi ai lavoratori, ai pensionati, ai disabili, ai malati ... Una manovra che fa crescere la disuguaglianza.
Il governo Monti continua nella sua politica iper-liberista. Il suo motto è "far pagare di più a chi ha meno, tagliare i servizi, privatizzare tutto il possibile e ... non fare alcuna patrimoniale". A questo segue l'assoluta mancanza di finanziamenti per ricerca e sviluppo, nessuna politica industriale, nessun contrasto alla precarietà e alle delocalizzazioni, nulla per arginare (almeno) la disoccupazione. Una politica non solo ingiusta ma profondamente sbagliata che ha provocato oltre 650.000 disoccupati in più in un anno ed ha accentuato la crisi industriale e produttiva del paese. La cassa integrazione, la mobilità , la precarietà , la disoccupazione e la povertà sono in crescita in ogni parte d'Italia.
Ci stanno togliendo il futuro e qualsiasi speranza. È ora di dire basta. Facciamo appello al PD, che oggi appoggia il governo Monti, di opporsi a questa ennesima ingiustizia e fare "qualcosa di sinistra". Tolga la spina a un governo che non sa o non vuole risolvere nulla ma fa gli interessi solo dei "più forti".
In una manifestazione spagnola è comparsa, su uno striscione, questa scritta "Gridiamo piano se no si svegliano gli italiani".
Una "provocazione" o una verità amara? Non perdiamo tempo a decidere, rispondiamo alzando la testa e lottiamo uniti per cambiare rotta e far rinascere il nostro paese.
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