Un milione di donne e uomini,una nazione, l'Italia: se non ora, quando? Anche a Vicenza
Domenica 13 Febbraio 2011 alle 20:11 | 0 commenti
Luca Fantò, Segretario provinciale Psi Vicenza - Tantissime donne, tantissimi uomini, tantissimi bambini, giovani in un corteo che stupiva, oggi, mentre attraversa corso Palladio riempiendolo da piazza Castello a piazza Matteotti (guarda qui la Photo gallery).
Piazza Matteotti che si è riempita davanti al palco improvvisato sulle scale di palazzo Chiericati. Una piazza piena che ha chiesto a gran voce a tutta Vicenza, alla sua provincia,al Veneto intero: "se non ora quando?"
Questo accadeva oggi a Vicenza mentre la stessa scena si ripeteva a Roma, a Milano ed in oltre 200 città italiane. Un milione di donne e uomini, una sola nazione, l'Italia.
Migliaia e migliaia di vicentini, del capoluogo ma anche della provincia. Da Brendola a Montecchio Maggiore, da Dueville a Lonigo, dall'Altopiano alla valle del Chiampo, probabilmente non vi è sul territorio della provincia località che non sia stata partecipe di un evento che solo le manifestazioni contro la nuova base statunitense al Dal Molin, negli ultimi vent'anni hanno saputo eguagliare o superare (ma solo per l'apporto dei molti cittadini arrivati da tutta Italia).
Nessuna bandiera di partito, nessuna bandiera delle organizzazioni sindacali. Ma c'erano i partiti, le organizzazioni sindacali, le associazioni ed i movimenti, uniti, poiché il popolo vicentino, senza distinzione di appartenenza era presente.
Le donne hanno parlato. Ancora una volta hanno gridato la loro consapevolezza di vivere in una società che non sa dare a tutti i suoi cittadini le possibilità e lo spazio che meritano.
Le donne hanno parlato dal palco di palazzo Chiericati. E questa volta, a Vicenza come in tutta Italia, con la consapevolezza che qualcosa deve cambiare e verrà cambiato.
Le donne hanno parlato ed hanno puntato il dito contro l'accondiscendenza di altre donne ed altri uomini che voltano lo sguardo di fronte all'oltraggio alla dignità femminile e quindi umana, che fa oggi il potere italiano.
Un potere che sente di poter disporre della vita delle donne e degli uomini, dei lavoratori, degli anziani e dei bambini sfruttandoli col precariato, abbandonandoli ad un'indecorosa vecchiaia, lasciandoli annegare in un'immeritata ignoranza.
Le donne oggi hanno parlato ed hanno detto "no", un no che risuonerà nell'aria fino all'8 marzo quando, siamo certi, vibrerà così forte e squillante da far tremare i palazzi di chi pensa ancora che nulla sia cambiato.
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