Dovigo: un anno fa fermo pronunciamento del popolo italiano contro il nucleare
Lunedi 11 Giugno 2012 alle 23:14 | 0 commenti
Valentina Dovigo, circolo legambiente Vicenza - Il risultato referendario, afferma Valentina Dovigo presidente del circolo Legambiente di Vicenza, proprio un anno fa, ha chiarito in modo definitivo che gli italiani volevano chiudere con ogni programma di ripresa del nucleare in Italia. Questo grande successo, dovuto alla ricchezza dell'impegno di molti, singoli cittadini ed associazioni, oltre ad essere un dato interno di enorme rilievo, è stato un messaggio inequivocabile al mondo.
E' però oggi necessario fare il punto della situazione. In Italia non si è mai chiusa l'emergenza nucleare dichiarata dieci anni fa dal Governo Berlusconi, manca un'autorità di controllo in materia, e non è mai stato realizzato il deposito nazionale per i residui radioattivi.
Contemporaneamente il disastro del Giappone ha cambiato il panorama e le prospettive internazionali. L'industria nucleare mondiale è in crisi: questa fonte energetica era già fuori mercato e si sorreggeva sui sussidi pubblici, ma l'adeguamento delle norme e dei sistemi di sicurezza la rende definitivamente antieconomica come dimostrano le recenti e ripetute cancellazioni di ordini in diversi Paesi. In Giappone dal 5 Maggio scorso tutti i reattori nucleari sono spenti. Il Governo ha la ferma intenzione di riavviarli, ma l'opposizione nella società civile è molto forte.
Ma purtroppo sono ancora troppi i tentennamenti, anche di questo Governo, in materia di rinnovabili: una brutta sorpresa che rischia di avere un impatto devastante sul settore, con un brusco stop agli investimenti nel territorio italiano. Famiglie e imprese devono avere certezza di finanziamenti ed accesso al credito. Troppi impedimenti ed oneri burocratici hanno l'effetto di fermare i successi realizzati in questi anni in termini di produzione di energia pulita e di nuova occupazione.
E' necessario, quindi, conclude Dovigo, continuare a difendere, con la buona politica e con le buone pratiche, il risultato del referendum dello scorso anno da chi lo vorrebbe rendere inefficace nella realtà .
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