Ultimissime: per BPVi e Veneto Banca arriva un'offerta mille volte superiore a quella di Intesa SanPaolo
Sabato 24 Giugno 2017 alle 11:24 | 0 commenti
La notizia di questi giorni, confermata oggi dopo il crack ormai ufficializzato delle due banche venete, era che Intesa SanPaolo ha offerto un euro per l'acquisto della parte buona di Banca Popolare di Vicenza, privata di tutte le sue negatività , crediti inesigibili, derivati ecc. In compenso offre stabilità (tradotto: scivoli pensionistici pagati dallo Stato) ai lavoratori e chiaramente ripresa della funzionalità della banca vicentina stessa che, fatti gli opportuni tagli, sarà né più né meno che una sua filiale. Con i beni che attualmente possiede la Popolare di Vicenza appare come un vero affare. Basterà vendere qualche cosa, magari la collezione di quadri, qualche altro bene, come l'invidiabile collezione di oselle veneziane, qualche immobile, qualche partecipazione.
E senza debiti ma con in cassa i soldi dei clienti buoni e i miliardari aiuti di stato /voi come li chiamate i miliardi che Intesa pretende da Gentiloni e sa Padoan cioè da noi cittadini?) si potrà ricostruire una banca che avrà buona operatività nel territorio, magari cambiando il nome, visto che l'attuale non è certo ben visto, e soprattutto i referenti, tutta una serie di politicanti e industrialotti, amanti del rischio... altrui, che nella banca vicentina trovava appoggio.
A queste condizioni, anche un pensionato come me può acquistare la banca e, detto fatto, entro in gara e offro il doppio della somma offerta da Intesa SanPaolo. La struttura c'è tutta, basterà farsi assegnare come amministratore un congruo stipendio e incaricare qualche bravo addetto ai lavori e oplà tutto è ben risolto.
Confido, quindi, nell'assegnazione a me della parte succulenta della BPVi. In fondo la mia offerta comporta un esborso doppio ma, a scanso di equivoci in questa Italia di onesti, sul piatto dell'offerta metto la mia pensione per intero: 1000 euro!
Mai, mi dicono, si sarebbe visto un rilancio di 1000 volte sulla prima offerta. Ma tentare non nuoce, anzi se mi va bene porto a casa un patrimonio di beni immobili e mobili che Dio solo sa... Ma con voi, lettori, vicentini, sia chiara l'Intesa: lo faccio per il "territorio" e vada, quindi, a me il ringraziamento e non a chi, Intesa SanPaolo, ha costruito le sue fortune già sulle spoglie di Banca Cattolica del Veneto, costretta ad "abbracciare" il fallendo Banco Ambrosiano.
Un cittadino col Mifid non adatto
P.S. Quasi quasi, dopo il primo stipendio da amministratore, anzi no, da commissario liquidatore, mi hanno detto che questo è il primo passo, con quello io salvo prima Veneto Banca e poi tutte le banche italiane in crisi, se Gentiloni e Padoan lo vogliono...
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