"Ubriaca in classe si sente male e viene ricoverata": il degrado della scuola
Domenica 30 Ottobre 2011 alle 12:20 | 0 commenti
 
				
		
		Riceviamo da Italo Francesco Baldo, presidente dell'associazione Impegno per Vicenza, e pubblichiamo.
Forse abbiamo sbagliato qualche cosa! Con questa amara costatazione leggo la notizia e la leggo come cittadino, come docente di scuola superiore, ma soprattutto come  persona. Al gran vociare di troppi politici intenti a chiacchierare di "questione etica" fa da riscontro amaro quanto invece accade nella nostra società e nelle nostra scuola. Che la droga, detta leggera da insipienti adulti, circolasse nella   scuola e che i Dirigenti hanno sempre fatto di tutto per nascondere   eventuali fughe di notizie che potessero rivelare quanto accertato dalle   forse dell'ordine, è cosa ben risaputa, ma ora anche  questa notizia,   insieme a quella, di poco tempo fa, dell'uso non certo consono ad un   docente in classe, del cellulare (foto d'archivio).		
L'elenco potrebbe essere molto lungo, e  far emergere una realtà che neghiamo proprio perché non vogliamo  vederla.
Sono anni che  la scuola italiana, mercé la riforma  di  Berlinguer ha disatteso quanto la Costituzione prescriveva, ossia fare  istruzione. E' diventata sempre più un pseudoluogo di formazione, dove  ogni tanto si fa pure lezione. Basta leggere il Piano dell'Offerta  Formativa, il POF dove i docenti con l'intento di "formare" gli studenti  inventano ogni sorta di attività, magari anche connessa con qualche  organizzazione che lucra su queste iniziative. Si spendono in un liceo  oltre 100.000 euro per questo. Servono? I docenti rispondono: "Sì".  considerato che traggono qualche "lautissimo"  vantaggio economico.  Nessun POF da me esaminato  indica quale sia lo scopo formativo, esso è  generico e mai vi è, in accompagnamento, una seria programmazione. Anzi i  docenti girano per le classi per  esibire quello che intendono fare e  cercare "clienti!" Se poi andate a verificare se vi sia stata la valenza  formativa finale, gli stessi docenti, che magari l'anno successivo  riproporranno le stesse attività, vi risponderanno solo: "Sì!" Tanto  nessuno controlla dal punto di vista educativo e dei risultati. Colui  che fa l'attività presenta una relazione che nell'indifferenza totale,  guai a dire qualche cosa contro, viene approvata.
Intanto la vera  educazione dei giovani, che presenta difficoltà enormi anche nelle  famiglie, resta in secondo piano. La scuola sembra una delle tante  televisioni italiane, RAI compresa, dove si esibiscono attività di ogni  genere. 
Forse abbiamo sbagliato? No! Mai i docenti sbagliano e  quindi i docenti vanno per la loro strada credendo di fare formazione e  gli studenti vanno per la loro. Non si può intervenire presso le  famiglie, tranne quando il caso è da Pronto soccorso, ma poi scatta il  meccanismo della giustificazione che trova nella griglia di valutazione  della condotta espressioni di questo genere:  si appropria di beni  altrui, fuma uno spinello, offende la dignità di una persona, solo sei  in condotta. Come o peggio di Pilato, ci si lava le mani, non ci si  preoccupa. Salvo fare convegni con tanto di sindaci e assessori che  mostrano la loto preoccupazione e poi dopo il  tramezzino di rito, tutti  a casa. Tutti  o quasi poi a sottolineare che tutto non funziona perchè  non c'è personale, non ci sono soldi. Mai che si dica che vi è un  intervento di istruzione e di educazione sbagliato. Nessuno può  giudicare se qualche docente combina qualche cosa, la pena peggiore è lo  spostamento.
Continueremo così? Temo di sì, perché cambiare  significa faticare, meglio assolvere, meglio coprirsi gli occhi, meglio  lavarsi le mani e anche i piedi. Ne guadagna l'igiene, ma non certo il  bene di questa che è comunque,  la nostra società
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