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Trump in "guerra" con i giornalisti: il quotidiano del caso “Spotlight” reagisce, il Wall Street Journal e Fox Tv si astengono

Di Rassegna Stampa Venerdi 17 Agosto 2018 alle 11:09 | 0 commenti

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Un coro di oltre 350 testate giornalisti in tutta l’Unione si leva contro la “guerra sporca” di Donald Trump alla libertà di stampa e d’espressione. Ideata dal Boston Globe, quello – per intenderci - del caso Spotlight, l’inchiesta sulla pedofilia nella Chiesa a Boston, l’iniziativa raccoglie un larghissimo consenso, ma suscita pure distinguo e polemiche. Non vi aderiscono, ad esempio, il Wall Street Journal e la tv Fox, l’unica che il presidente segue (vuole che i televisori della Casa Bianca e dell’AirForceOne siano tutti sintonizzati su quel canale).

I media coinvolti pubblicano ciascuno un editoriale contro gli attacchi alla stampa di Trump, che bolla le testate più autorevoli come “fake news media” e definisce i giornalisti “nemici del popolo”. Oggi, la risposta è l’hashtag #EnemyofNon, i giornalisti non sono nemici di nessuno. Il New York Times fa scorrere, sul proprio sito, gli articoli di fondo di ogni giornale: emerge la convinzione che gli attacchi del presidente compromettono la libertà di stampa e anche l’incolumità dei giornalisti. Ma il magnate ha con sé una fetta dell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio della Quinnipiac, il 51% degli elettori repubblicani considera i media più che un elemento di democrazia “un nemico del popolo” – l’epiteto di Trump e quello con cui i nazisti bollavano gli ebrei e Stalin gli oppositori da eliminare -. Un altro rilevamento attribuisce al 23% dei conservatori l’opinione che il presidente dovrebbe avere l’autorità di chiudere le testate che “si comportano male” come Washington Post, New York Times e Cnn.

L’aria illiberale della Casa Bianca permea tutta l’Unione. Trump commenta: “I media fake news sono il partito d’opposizione … È molto negativo per il nostro Paese … Ma stiamo vincendo …”.

Gli editoriali grondano preoccupazione. Il Boston Globe titola: “I giornalisti non sono il nemico”; e ricorda che per oltre 200 anni la libertà di stampa “ha protetto i giornalisti in patria e ha funzionato come modello per le nazioni libere all’estero … La grandezza della nazione dipende dal ruolo di una stampa libera che dica la verità ai potenti”. Insofferente delle critiche e incline a non raccontare la verità, il presidente inquina sempre più l’atmosfera dell’America: revoca il nullaosta di sicurezza all’ex direttore della Cia John O. Brennan, come atto di ritorsione per le critiche rivoltegli. Brennan replica: “I miei principi valgono più dei tuoi nullaosta”.

La fabbrica di fake news che è divenuta la Casa Bianca nell’‘era Trump’ può contare sul consenso di quanti credono che problemi complessi abbiano soluzioni facili, che dire una cosa equivalga a farla e che crearsi nemici ovunque è un segno di forza e di potenza. E Steve Bannon, fra gli artefici della vittoria nel 2016, privato un anno fa del ruolo di guru, è pronto a scendere di nuovo in campo: il gruppo Bannon’s Citizens for the American Republic sosterrà il presidente in vista delle elezioni di midterm, il 6 novembre. Sul fronte opposto fa discutere la Casa Banca in fiamme e un’aquila calva (emblema degli Stati Uniti) che mangia da uno scheletro che ha i capelli come il presidente. Il poster disegnato dal bassista della band Pearl Jam, Jeff Ament, in collaborazione con l’artista Bobby Brown è un endorsement del senatore democratico del Montana Jon Tester.

Leggi tutti gli articoli su: USA, il Fatto Quotidiano, Donald Trump, Spotlight

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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