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Trivellazioni nel Mare Adriatico, WWF: "il prossimo governo deve pronunciarsi sulle scelte di politica energetica e di tutela ambientale"

Di Note ufficiali Mercoledi 14 Marzo 2018 alle 18:55 | 0 commenti

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Le tre sentenze del Consiglio di Stato che, sbloccando le valutazioni di impatto ambientale approvate dal ministero dell'Ambiente, autorizzano la prospezione con l'airgun per la ricerca degli idrocarburi nelle acque del Mare Adriatico non risolvono, secondo il WWF, due questioni di fondo che il nuovo Parlamento e il nuovo Governo dovranno: 1) se il nostro Paese intenda ancora oggi, dopo l'Accordo di Parigi del 2015, favorire le fonti fossili ritardando le scelte a favore delle fonti rinnovabili e ponendo a rischio le nostre risorse naturali; 2) se il nostro Paese voglia sottovalutare gli impatti ambientali di queste attività, continuando ad alimentare un sistema di agevolazioni e sussidi che fa del nostro Paese un "paradiso fiscale" per le aziende petrolifere.

Il WWF comunque evidenzia come gli interventi di ricerca dovranno ora avere le autorizzazioni puntuali per cui sarà necessario continuare a seguire l'iter autorizzativo per cercare in tutti i modi possibili di impedire questo scempio all'ecosistema marino.

Il 25% della piattaforma continentale italiana è interessata da attività di sfruttamento degli idrocarburi offshore che mettono a rischio aree di pregio dal punto di vista naturalistico per un ritorno economico dalle attività di estrazione degli idrocarburi del tutto marginale. Il greggio disponibile è di scarsa qualità e le riserve di petrolio presenti nei fondali marini sono molto limitate tanto che potrebbero soddisfare il fabbisogno nazionale solo per 7 settimane: le aziende petrolifere continuano ad investire perché godono di un sistema di esenzioni che non fa pagare le prime 50mila tonnellate di petrolio estratte all'anno a mare e i primi 80 milioni di Smc di gas, oltre ad avere un prezzo delle concessioni per l'estrazione di idrocarburi risibile e godere numerosi sussidi.
Le servitù petrolifere, senza che esista nemmeno un Piano nazionale sulle aree dove svolgere attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi (cancellato dal Governo uscente), mettono a rischio, non solo nel versante Adriatico, il patrimonio naturale costituito da 112 aree protette dalle norme italiane e comunitarie: 6 aree marine protette, un parco nazionale, 10 parchi regionali, 31 riserve naturali statali e regionali e 65 siti della Rete Natura 2000 distribuiti nella fascia costiera e nelle acque territoriali italiane. Nel solo tratto di mare dello Stretto (Canale di Sicilia) sono 13 i siti tutelati dall'Europa.

L'air-gun è la sorgente d'energia oggi più utilizzata per i rilievi sismici in mare nella fase di ricerca degli idrocarburi ed è da considerarsi tra le fonti di rumore ad elevata potenza che possono provocare gravi danni fisici alle strutture dell'apparato uditivo e provocare effetti temporanei, permanenti o addirittura letali, in alcune specie sensibili a tali emissioni, quali indiscutibilmente sono i Cetacei, come è stato dimostrato sin dal 2012 da uno studio dell'ISPRA.
Il WWF, inoltre, ricorda che le attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi a regime e durante le fasi di ricerca hanno un elevato impatto sull'ecosistema marino.
Nel rilevare l'impatto delle attività di estrazione degli idrocarburi non vengono valutate adeguatamente le criticità geologiche: né la subsidenza e la produzione di ampie depressioni del fondale marino, che richiamano al largo i sedimenti favorendo l'erosione delle spiagge e lo scalzamento delle coste alte; né la sismicità delle aree dove vengono localizzate le piattaforme, che vengono realizzate con strutture che raramente possono resistere ad uno scuotimento sismico.
Nella fase operativa di estrazione degli idrocarburi: a) vengono usati fanghi perforanti a base di acqua che contengono sostanze (argille bentoniche, solfato di bario, carbonato di calcio, ematite) alcune delle quali sono tossiche per la vita marina specialmente quando mescolate con scarti gassosi e fluidi durante la perforazione dei pozzi, oppure di seguito a reazioni chimiche che normalmente si sviluppano nella fase di perforazione; b) le acque di produzione (PFW) vengono immesse nel pozzo, per aumentare la pressione del giacimento e favorire la fuoriuscita di petrolio e contengono alcuni contaminanti, come i metalli pesanti e i microinquinanti organici, che inquinano i fondali e provocano danni agli organismi marini.

WWF Italia 

Leggi tutti gli articoli su: Wwf, prospezione con l'airgun

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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