Tre proposte in Regione sulla sicurezza idraulica
Mercoledi 23 Novembre 2011 alle 23:36 | non commentabile
 
				
		Provincia di Vicenza - "Chiediamo alla Regione Veneto di farsi carico, assieme all'individuazione delle priorità idrauliche nel Vicentino, anche di alcune proposte di buon senso ma necessarie approvate in questi giorni dalla Giunta Provinciale". Giovanni Forte e Paolo Pellizzari, rispettivamente Assessori alla Difesa del Suolo e ai Beni Ambientali, lanciano un appello allargando la visuale veneziana dall'asta Agno-Guà e dal Bacchiglione fino a tutto il reticolo di fiumi e corsi d'acqua che irrora il territorio dagli Altopiani ai confini con Padova.
Tre le proposte che saranno inviate in laguna. La prima riguarda  l'invaso Bojadori di Meda, fra Velo d'Astico e Cogollo del Cengio.  "Conterrebbe - confermano i due Assessori - fino a 2 milioni di metri  cubi di acqua, con vantaggi innegabili a tutta l'area ma pure alla  pianura visto che tratterrebbe a monte una massa liquida che altrimenti  andrebbe ad ingrossare i rischi di piene ed esondazioni". 
Le due  vere novità, però, sono la Quota Zero ed il Progetto di Esondazione  Controllata. Nel primo caso si tratterebbe di riportare alla quota  originaria, abbassandoli, i greti dei fiumi, innalzatisi con il tempo e a  causa anche della mancata manutenzione degli alvei. "Con la conseguenza  - sottolineano Forte e Pellizzari - che si sono dovuti alzare gli  argini al punto che oggi abbiamo fiumi pensili, ovvero più alti del  piano campagna. Chiediamo alla Regione che predisponga intanto studi  idraulici per individuare la quota zero originario". E poi, magari,  anche qualche intervento per evitare sorprese come quelle dell'Orolo nel  2002. "Allora - ricorda l'Assessore Forte - Costabissara fu sommersa  dalle sue acque e scoprimmo che non si erano più fatti interventi da 45  anni". 
Riguardo alle esondazioni controllate, Pellizzari invita a  riconsiderare la politica delle casse di espansione con azioni mitigate,  anche sotto il punta di vista economico, ma non per 	questo meno  efficaci: "La Riviera Berica, le Valli di Fimon, sono zone che, con gli  opportuni accorgimenti, poco costosi, possono essere usate come invasi  dove far defluire le acque. Ad esempio il comune di Monteviale ci ha già  fatto sapere di essere interessato a questa soluzione, meno invasiva  delle casse di espansione. Ed a breve ne incontreremo il sindaco". 
Buon  senso. Come quello dei costruttori stradali del passato che per le  grandi arterie avevano previsto varchi naturali per consentire all'acqua  di potersi espandere senza l'ostacolo invalicabile dell'arginatura  stradale. "La Statale 46 - chiude Forte -ne è proprio l'esempio, nel  bene e nel male".
 
  
		
		
	 
				     
				     
				     
				    