Tosi, leghista col tricolore: "Capire chi oggi ci contesta. Il federalismo li convincerà"
Sabato 19 Marzo 2011 alle 23:48 | 0 commenti
di Rodolfo Sala, La Repubblica 19 marzo 2011
Il sindaco di Verona ha partecipato all´alzabandiera. "Tra di noi tante opinioni diverse" Nel 1996 proclamammo la Repubblica padana, qualche tensione ci può stare, ma bisogna guardare al futuro
Qualcuno, nel Carroccio, ha già cominciato a chiamarlo il sindaco «patriota». Il che non suona esattamente come un complimento.
Ma Flavio Tosi, primo cittadino leghista di Verona - lo si è visto ieri l´altro assistere all´alzabandiera avvolto nella fascia tricolore - non fa una piega: «Mio nonno apparteneva all´arma dei carabinieri e ha fatto due guerre: vorrà pur dire qualcosa». Forse. Ma il punto è un altro: il suo partito assiste con fastidio alla passione risbocciata per il Tricolore. E comincia a subire delle contestazioni, proprio nel cuore della Padania... «Sì, qualche contestazione c´è stata. Ma io trovo giusto che ciascuno esprima liberamente il proprio parere. Comunque le polemiche sono destinate a stemperarsi perché a giorni il federalismo entrerà nella sua fase cruciale, con il decreto che riguarda le Regioni. Non attribuisco a questi episodi un´importanza politica particolare». Però la Lega in questa vicenda è sembrata un po´ schizofrenica, non è un problema per voi? «Bisogna distinguere tra due piani. C´è una posizione politica espressa dal segretario federale: non ha detto che non si festeggia, ma che si potrà farlo fino in fondo quando ci sarà il federalismo. Poi c´è una posizione istituzionale: quella di Bossi e degli altri ministri, che giovedì hanno ascoltato e applaudito Napolitano in Parlamento; e anche quella di chi, come me, ha ritenuto giusto prendere parte e organizzare le celebrazioni: sono il sindaco di tutti, l´ho sempre detto, e questo è il mio dovere». Davvero nessuna contraddizione? Tutto tranquillo al vostro interno? «Siamo un grande movimento, la prima forza politica al Nord: è normale che anche tra di noi ci siano posizioni un po´ differenziate. Del resto, ricordo che nel 1996 avevamo proclamato la Repubblica padana: qualche tensione interna ci può stare». Lei allora c´era, a proclamare l´indipendenza della Padania: pentito? «Bisogna guardare al futuro, non al passato. Altrimenti dovremmo considerare la celebrazione dell´Unità d´Italia incompatibile con il federalismo, che invece si sposa benissimo con l´assetto unitario del Paese. Guardi agli Stati Uniti: lì la bandiera Stelle e strisce rappresenta davvero tutti, anche se la prima guerra di secessione ha fatto 700mila morti». E il Tricolore? «Io sono veneto, in questa regione per molto tempo lo Stato era visto più come un esattore esoso, che come istituzione amica. Il federalismo costituirà la grande occasione per avvicinare la gente allo Stato, per costruire un rinnovato sentimento nazionale» Per il momento siete voi leghisti a essere vissuti come ostacolo per arrivare a questo sentimento condiviso... «Non credo. Però qualcuno ci sta marciando. È vero, nella Lega c´è chi ha festeggiato e chi no, ma non ho sentito alcuna voce levarsi contro chi, in questa occasione, ha detto delle cose vergognose». A chi si riferisce? «A Luis Durnwalder, presidente della Provincia di Bolzano: secondo lui gli altoatesini non festeggiano perché si sentono austriaci e quindi schiavi dell´Italia. Salvo poi avere dallo Stato finanziamenti che in altre zone del Paese neppure si immaginano». Napolitano verrà a Verona? «L´ho invitato il 17 giugno, per la Prima dell´Arena. Penso che tutti debbano ringraziarlo per il prezioso ruolo di garanzia che sta esercitando e per il suo altissimo profilo istituzionale».
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