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Tesoro della Mala del Brenta: la denuncia è partita da Maniero

Di Piero Zanin Mercoledi 18 Gennaio 2017 alle 19:10 | 0 commenti

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A mettere sulle tracce del tesoro della Mala del Brenta gli uomini della guardia di finanza è stato lo stesso Felice Maniero. Martedì, dopo una lunga indagine, le fiamme gialle hanno sequestrato immobili e beni di lusso pari a 17 milioni di euro, l'equivalente di 33 miliardi di lire. Secondo gli investigatori, però, i fondi nascosti del boss sarebbero molti di più.

A rendere noti, oggi a Venezia, i particolari della vicenda è stato il Procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito, che aveva affidato l'inchiesta ai pm Paola Tonini e Giovanni Zorzi.

Felice Maniero divenne collaboratore di giustizia nel 1995, grazie alle sue testimonianze l'intero gruppo criminale nato sulle rive del Brenta e attivo in tutto il Veneto venne smantellato. Anche per questo, per proteggersi dalla vendetta dei suoi ex complici, "Faccia d'angelo" ha dovuto assume una nuova identità, libero e, fino ad oggi, in grado di usufruire dei capitali accumulati in modo criminale durante la sua prima vita. Qualcosa per l'ex boss ora imprenditore nel bresciano, però, è andato storto.
Maniero ha infatti denunciato per "vendetta" l'ex cognato, Riccardo Di Cicco, l'uomo che assieme ad altri avrebbe dovuto amministrare il tesoro per decenni nascosto allo sguardo, un po' distratto, della giustizia. Dei 17 milioni Di Cicco ne avrebbe consegnati solo 6, scatenando l'ira e la lingua dell'ex boss. In arresto sono finiti oltre a Di Cicco, l'uomo che ricevette i contanti da maniero, e il broker Michele Brotini, entrambi residenti in Toscana. Figurano solo come indagate, la madre e la sorella di Maniero, Lucia Carrain e Noretta Maniero. Sotto sequestro sono invece finite ville ed immobili di pregio, auto di lusso, polizze assicurative, conti correnti, fondi fiduciari e denaro contante, trovato all'interno delle abitazioni dei due arrestati. Capitolo chiuso? La vicenda, e le indagini son ben lontane dalla fine, intanto, però, riaffiorano vecchie e nuove domande attorno alla figura di Maniero e alle vicende che seguirono il suo arresto.

Impossibile non chiedersi come e soprattutto perché Maniero sia stato in grado di nascondere un tale capitale. Chi ne ha beneficiato, oltre a lui? Come mai lo Stato è intervenuto solo dopo la denuncia dell'ex boss? Maniero tornerà in carcere? Domande destinate, almeno per il momento, a non trovare risposta. 

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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